Novellino: "Questa non è la partita della mia rivalsa"
Walter Novellino, un altro deluso del Toro. Alla prima domanda si chiude subito: "Mi spiace, non parlo del Toro", ma poi qualcosa si lascia sfuggire. "Per me il Toro è un capitolo chiuso. Mi spiace non aver dimostrato lì il mio valore. Ma questa non è la partita come molti dicono di Walter Novellino, ma dei miei giocatori. Posso solo dire che sono stati due esoneri sfortunati, il primo ho pagato per non aver fatto giocare Rosina. Nel secondo ho accettato una squadra che non mi apparteneva, le squadre preferisco costruirmele".
Ma è difficile allenare a Torino?
Rispetto ad altre piazze direi di si, senti molto la pressione.
Spinelli e Cairo cosa gli accomuna?
Sono due presidenti passionali, perchè in primis sono due grandi tifosi.
Rolando Bianchi aveva detto che non si può cambiare ogni sei mesi la squadra. Cosa ne pensa?
Ha ragione, sono tre anni che al Torino succedono sempre le stesse cose. Bisogna dare continuità e fiducia. Non si può sempre cambiare tutto.
Sgrigna non ha avuto fortuna con Lerda?
Io sono del parere che i giocatori devono esprimersi nel loro ruolo, Sgrigna, ad esempio, è uno di questi. E' un calciatore capace di fare la differenza. Io ho avuto la fortuna di essere stato allenato dal più grande allenatore al mondo che era Liedholm. Lui ti metteva in condizione di giocare come vuoi. Un giocatore bravo deve essere messo in condizione di esprimere le sue qualità.
Ma secondo lei cosa non funziona nel nostro calcio?
Il problema è che ci sono troppi infortuni. Non si fa più la preparazione come prima, si lavora poco sull'intensità di gioco. Ci vuole più lavoro mediato tra preparatoe ed allenatore.