Nesti: "Cairo? Per me non vende"

28.04.2011 08:48 di Marina Beccuti   vedi letture
Fonte: In collaborazione con Radio Beckwith
Nesti: "Cairo? Per me non vende"
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Siamo agli sgoccioli del campionato di serie B ed il Torino si gioca le ultime speranze per acciuffare l’agognata serie A con i playoff. Ma finora che stagione è stata per i granata? Per fare il punto della situazione abbiamo chiesto il parere ad uno dei migliori giornalisti della piazza torinese: Carlo Nesti. “Il Torino quest’anno ha vissuto quattro fasi ben distinte: la prima parte è stata tentennante, poi è arrivata la serie dei dieci risultati utili consecutivi e questa è la fase due. La terza si è avuta con la crisi di inizio anno che è stata parallela a quella della Juventus. Infine, dopo la breve parentesi di Papadopulo, c’è stato il ritorno di Lerda e le tre vittorie di seguito che hanno riportato il Torino dalla decima alla quinta posizione. Questa la dice anche lunga sul livellamento verso il basso che c’è in questa stagione di B”.

I due pareggi di fila hanno riportato il Toro al sesto posto, dunque con i playoff ancora in discussione. “Sono stati però due pareggi diversi. Con la Reggina ha saputo soffrire, in altre situazioni non so se sarebbe riuscito a non perdere la testa per pareggiare. Contro il Modena mi aspettavo di meglio, ho visto una squadra stanca, ma c’è anche da dire che hanno avuto pochi giorni per recuperare, avendo giocato il lunedì e poi subito il venerdì”.

Al di là delle vicende della squadra, tiene banco anche il futuro di Cairo, secondo lei venderà davvero (le ultime indiscrezioni dicono che il presidente avrebbe già ceduto, le solite voci che girano da tempo, ndr)? “Io non ci credo”, commenta Nesti. “Lo vedo determinato, ad esempio il rinnovo di alcuni contratti come quello di Benedetti e del segretario Longo, è un segno di continuità. Non mi sembra un presidente che sta smobilitando, ma che sta progettando, anche se finora aspettiamo sempre il progetto. Se il Torino sarà in A ci sarà l’occasione per tacitare la piazza, se non ci sarà la promozione bisognerà convincere i tifosi più arrabbiati ad accettare ancora Cairo. Ma c’è anche da porre una bella domanda: chi verrà dopo Cairo? Questo è il dubbio di un futuro senza l’attuale presidente”.

Sul Filadelfia Nesti ha la sua netta opinione: “I tifosi hanno fatto tanto, sono meravigliosi, ma in questo caso ci vuole l’intervento della società, che metta dei soldi. Solo così il Fila potrà essere costruito. A meno che non si trovi un imprenditore che metta del denaro per l’Olimpico e lo stesso Fila. Purtroppo in Piemonte manca l’imprenditoria media, come ad esempio c’è in Lombardia. Ci sono i grandi gruppi e poi le piccole aziende e queste da sole non possono accollarsi i costi di una squadra di calcio”.

A questo punto la proposta di Boglione, di costituire una Fondazione di imprenditori, potrebbe essere la giusta soluzione. “Boglione, che conosco bene perché ci siamo trovati spesso anni fa sulla spiaggia di Alassio, ogni tanto emerge dal grigiore torinese con delle idee innovative, ma non viene mai seguito da altri, tutti poi si tirano indietro”.

Ora sembra emergere anche la grana dell’articolo 17 che potrebbe svincolare Bianchi nel caso in cui avesse richieste dall’estero. “Per me Bianchi resterà al 51 per cento, ha sposato la causa granata e non credo possa preparare un tiro del genere al Toro. Il suo futuro, come quello di Cairo, dipenderà dalla categoria in cui giocherà il Torino nella prossima stagione”. Intanto c’è anche da porsi una domanda: Bianchi in A può segnare a doppia cifra come in B? “E’ una domanda interessante, difficile da rispondere. Fin qui non credo siano arrivate grandi offerte sul tavolo di Cairo. Bianchi lo vedo come Ferrante, se sono in forma bastano da soli a far vincere la loro squadra, ma se imbroccano la giornata storta diventano quasi un peso. Bianchi non è un attaccante che fa da sponda o rilancia i compagni, lo sa fare meglio Antenucci, anche se nelle ultime partite non ha brillato. In A difficilmente gli costruirebbero una squadra adatta a lui, ma gli chiederebbero di lavorare maggiormente per la squadra. Per cui il matrimonio con il Toro pare possa continuare per il bene di entrambi”.