Mathieu: "La strada è ancora lunga per vedere un bel Toro"
Le ultime tre prestazioni del Torino, contro Atalanta, Sampdoria e Palermo, che hanno prodotto due vittorie ed una sconfitta, peraltro immeritata, quella di Genova, hanno dimostrato che il Toro come squadra può dire la sua. Non tutti però hanno visto quei miglioramenti che fanno sperare in una stagione migliore. Marco Mathieu, giornalista di Repubblica, in prima linea nei posti di guerra come l’Afghanistan, autore del libro “Il portiere di riserva”, scritto a quattro mani con Jimmy Fontana, non ha visto grandi miglioramenti. “Per me la squadra non gioca bene, almeno non come vorrei io. Non vedo nemmeno programmazione, stile Fiorentina o Udinese, forse pretendo troppo, ma non sono ottimista”. ha detto Mathieu.
Il Torino, per Mathieu, potrà solo ambire ad una tranquilla salvezza: “Direi di sì e credo sia anche dura, magari non come gli anni scorsi, ma non sono convinto che le cose andranno poi tanto meglio”.De Biasi, che ha fatto più volte andata e ritorno con il Toro, non è nemmeno l’allenatore giusto: “Non lo vedo particolarmente interessato a rischiare i giovani, ad esempio mi domando perché Vailatti non venga mai preso in considerazione. Io avrei proseguito con Novellino”. Però Dzemaili e Saumel, così Rosina e Rubin, sono giovani di buon speranze: “Sì, è vero, ma io per giovani intendo gente del settore giovanile, far crescere i giocatori in casa, come ai tempi del Fila. Proprio su questo punto vorrei capire com’è la situazione, perché solo ridando la sua casa al Toro, si può recuperare una parte della storia perduta. Far capire ai nuovi cosa vuol dire indossare la maglia granata e credo che nessuno degli attuali giocatori abbia idea di cosa sia”. Il calcio però è cambiato molto dai tempi passati, da Capitan Ferrini per esempio, quel Toro forse è solo più un’utopia: “Forse è così, può essere che non ci sia più speranza, ma è triste pensare che non si possa riavere il calcio che fu, dove in campo e fuori si respiravano ancora vecchi valori”.
Il Toro è stato anche tartassato dagli arbitri, per cui ha qualche punto in meno in classifica: “Sarà, ma per me gli arbitri sono un alibi, visti i tanti errori madornali di mira sotto rete dei nostri attaccanti”.
Dunque il Toro deve ancora sudarsi la salvezza e non sarà un campionato tranquillo, ma ancora tribolato, dove si sogna ancora un ritorno alle origini, a quei valori che non vanno dispersi, perché fanno sempre parte del Dna granata, pur sopiti negli anni di gloria mancata.