Grande (La Stampa): "Cairo? Che alternative abbiamo? Se mai dobbiamo seguire la strada di Lazio e Atalanta"
Carlo Grande, giornalista de La Stampa, tifoso del Toro, ha risposto ad alcune domande per TorinoGranata, cosa succederà nel calcio a breve, se ci sarà la ripresa e cosa insegnerà questo tremendo periodo della pandemia. Ma soprattutto c'è un Toro che ha bisogno di riprendere la sua attività per far vedere che può farcela a tornare in una buona posizione di classifica.
Parlando del tema Coronavirus, cosa pensa di tutte queste polemiche, botta e risposta, che ci sono tra le varie componenti del calcio?
Lo spettacolo è francamente deprimente per tifosi e sportivi, che sono la spina dorsale del calcio. Ognuno è attaccato ai propri interessi, lo spirito collaborativo è scarso. Nel calcio girano molti soldi, ci sono troppi squilibri e un gigantismo che finirà con l'uccidere i piccoli club. Non so quanti, anche di serie A, potranno reggere questa crisi. Per questo bisogna aiutare i piccoli e redistribuire le risorse, altrimenti non è più sport. Lo fanno anche negli Usa, nell'Nba ad esempio. L'emorragia di spettatori allo stadio è un segnale preciso: i tifosi sono l'anima del calcio e un calcio senza anima non è più calcio.
Giusto ripartire o meglio abortire la stagione e ricominciare con maggiore sicurezza a settembre?
Ovviamente, parlando da tifoso e da sportivo, quando potrò tornare a vedere una partita, possibilmente ben giocata in termini tecnici e agonistici (in Italia non se ne vedono molte, ormai come dice Pulici fanno melina e 10 tiri in porta a partita) sarò contento. Anche il calcio aiuta a vivere. Per un'ora e mezza non pensi più a nulla, dimentichi i guai, ti appassioni. Prima però c'è la salute, quindi forse sarebbe meglio ricominciare a settembre, con la massima sicurezza. So che questo crea molti problemi, ma siamo di fronte a una crisi internazionale. Se hanno spostato di un anno gli Europei e le Olimpiadi, non vedo perché il calcio non possa adottare misure altrettanto drastiche, per la salute del pubblico e degli atleti.
Cosa pensa di questo Coronavirus e che idea si è fatto di questi alti numeri di contagiati in Piemonte?
Credo che come il Veneto si sia pagata la vicinanza con la Lombardia, dov'era il primo focolaio ma soprattutto gli scandalosi tagli alla Sanità praticati in vent'anni da tutti i politici: non abbiamo abbastanza tamponi, reagenti, mascherine, posti di terapia intensiva, per non parlare di ospedali, medici e infermieri. Che serva da lezione. La pandemia era prevedibile, basta leggere il libro "Spillover" di David Quammen o vedere trasmissioni di giornalismo d'inchiesta. Speriamo che il prossimo virus trovi i cittadini più protetti e gli amministratori più preparati. Io stesso scrivo spesso di ambiente e da anni so che il saccheggio delle risorse conduce a disastri: aspettavamo il "baco" del millennio? eccolo. Un crack non tecnologico ma biologico.
Riguardo al Toro ci sarebbe da dire, dove eravamo rimasti? Giusta la decisione di esonerare Mazzarri e scegliere Longo?
Intanto, siamo imbattuti da due mesi! Umorismo a parte, i risultati del povero Longo (bella gatta da pelare s'è preso) finora direbbero di no. Io amo il Toro e quindi lo sostengo sempre, Mazzarri l'anno scorso aveva fatto ottime cose, sembra uno serio, che ci tiene. Non lo conosco personalmente, l'avevo incontrato una volta in centro e mi aveva fatto una buona impressione, badi che ne ho viste tante e in genere sono diffidente. Però mi fido dell'istinto. Le frasi su Chiellini e soprattutto il Filadelfia sempre chiuso erano da evitare. Poi qualcosa gli è sfuggito di mano. È successo qualcosa che non ci hanno spiegato, di "indicibile". Forse non è difficile da intuire, viste le caratteristiche di questa città. O beghe interne. Risultati così schizofrenici lasciano esterrefatti, ogni volta che stiamo per fare un salto di qualità sbattiamo il muso: perché?
Per quanto riguarda il direttore sportivo pensa che Bava sia quello giusto e abbia bisogno di tempo per imparare, diciamo così?
Cosa sappiamo di Bava? Poco. Ha tenuto un profilo molto basso, non ha fatto molto per farsi conoscere. Il Toro rischia la B e stava facendo una stagione orribile, non era meglio prendere professionisti già "imparati"? Ironia a parte, i fatti dimostrano che mezza squadra è da rifare. E che ognuno deve assumersi le responsabilità, non sono mai da una sola parte: dirigenti, atleti, staff tecnico. Alcuni giocatori sono stati sopravvalutati, anche dal punto di vista caratteriale. Altri, come Sirigu e Belotti, sono uomini e professionisti veri. Ripartiamo da loro. Richiamate Pulici e altri come lui: saprebbero come fare e Cairo ci guadagnerebbe anche.
Secondo lei perchè Cairo era tra coloro, come Cellino, che non volevano riprendere il campionato? Davvero pensavano solo alla salute di tutti o c'era qualche interesse personale?
Questo proprio non lo so, gli interessi di Cairo sono ramificati, toccano vari centri di potere e se favoriscono le fortune del Toro, egoisticamente, da tifoso - da giornalista e da cittadino è un altro discorso - sono contento. È emerso, anche grazie al Toro, in un business feroce, chapeau. Ma adesso mi fa arrabbiare: ma come, ci togli dalla B, ci fai venire l'acquolina in bocca e poi vivacchiamo da anni, ultimamente facciamo la figura dei pellegrini prendendo valanghe di gol? È una questione di dignità, spero che sia lui il primo a sentirsi frustrato e danneggiato. Se siamo da decimo posto, se non meritiamo uno stadio di proprietà, ce lo dica. Chissà cosa ne pensano gli amici Gramellini e il mitico Gian Paolo Ormezzano... Forse Cairo è stato consigliato male, non lo so. Nello sport, se i risultati non vengono, tutto viene messo in discussione. Grandi onori e grandi oneri. Che alternative abbiamo? Sceicchi, Ferrero? Ma per piacere. Meglio estinguerci? Duri e puri? Quest'anno è stato uno stillicidio atroce. Altri Club, non straricchi come Lazio e Atalanta, mostrano la strada. O il problema è un altro?
Questa pandemia può insegnarci qualcosa e lo sport come ne uscirà?
Spero ne esca rinnovato, come la società civile, ma non mi illudo. Il calcio non vive su un altro pianeta. Se sport, società e modo di produrre si baseranno solo su soldi e profitto si va verso il disastro. E' il virus dell'ottusità imprenditoriale. L'esclusione dai Mondiali è già stata una sciagura, sportivamente, lo è anche la mancanza di titoli internazionali per i nostri club. Sempre meno persone seguiranno il calcio. Io con il Toro ci sono nato, giocavo nei pulcini, c'erano figure straordinarie di educatori come Vatta che forgiavano e sceglievano i campioni: servono combattenti, gente con spirito di sacrificio e di gruppo. Oggi i calciatori giocano troppo, guadagnano troppo, subiscono pressioni enormi e spesso non sono caratterialmente pronti. Ma come, ai primi fischi si "smontano"? I campioni lottano ancora di più, per tappare la bocca di chi critica. Il tifoso del Toro è sempre pronto ad applaudire, basta mostrare che si sta dando tutto. Credetemi, da fuori si vede chi si impegna e chi trotta per il campo.
Non ce l'ho coi giocatori, spesso sono ragazzi giovani, fanno semplicemente parte di questa società basata sul "minimo sforzo e massimo rendimento". Sul campo, però, non si può fingere. Chi ha più fame e più rabbia e più tecnica e preparazione, vince. Le chiacchiere, in campo, stanno a zero.
Se il calcio perde la dimensione emotiva e passionale, lo spirito egualitario, morirà. Mi sento di dire: fermatevi, se amate il calcio e lo sport, lo state spolpando, uccidendo.
Se il profumo d'erba svanisce, il calcio è morto.
"Buon 25 aprile e buon Primo Maggio. Vorrei dedicarlo all'amico-collega Marco Mathieu, che ho sempre nel cuore (è in come da anni dopo un incidente, ndr). E agli amici della nazionale di calcio Scrittori, l'Osvaldo Soriano Football Club".