ESCLUSIVE TG – Catagnano: “Il futuro del Toro? Cerci, Immobile, la Primavera e il Fila”
Domenico Catagnano è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Catagnano è un giornalista, caporedattore di Tgcom24.it, e gran tifoso granata, con lui abbiamo parlato del Torino.
Il settimo posto che forse è un po’ sopra le aspettative ha creato nuovi sogni nei tifosi granata, poiché siamo a fine anno quale bilancio si può fare e che prospettive ci sono per il futuro?
“Sicuramente è un settimo posto sopra le aspettative, ma paradossalmente, con uno di quei paradossi tutto da Toro, è sotto i meriti in realtà. Io a inizio stagione ero convinto che fosse stata formata una buona squadra, sono un grande estimatore di Cerci da sempre e in tempi non sospetti ero convinto che Immobile fosse l’acquisto giusto senza nessun dubbio, di conseguenza mi aspettavo non dico grandi cose, ma sicuramente buone cose. Alla fine il settimo posto non era nelle aspettative dei tifosi, però, senza voler fare quello che chiama in ballo la iella o gli arbitraggi un po’ strani, saremmo potuti essere ancora più in alto. Detto questo va bene così e festeggiamo questo fine anno con tutti i brindisi possibili e immaginabili. Per fare un bilancio dell’anno solare partirei facendo un passo indietro. In passato, secondo me e anche secondo tutti, Cairo aveva fatto errori di gestione dovuti a inesperienza e al fatto di cambiare troppi allenatori e direttori sportivi e forse con Ventura e Petrachi, lo si sta scoprendo adesso, ha iniziato a pensare a una pianificazione un po’ più a lungo termine. Quando dalla serie B si doveva tornare in A ce l’abbiamo fatta seppur sudando, il campionato scorso bisognava ambientarci e tornare a respirare il profumo della massima categoria e a fatica, rischiando anche l’asfissia, ci siamo riusciti, quindi questo terzo anno doveva essere quello del consolidamento e sta andando bene. Non penso sia frutto di un lavoro casuale, perché c’è stata pianificazione anche se non tutti gli obiettivi di mercato sono stati raggiunti. Sono uno di quelli che è rimasto con l’amaro in bocca quando alla chiusura del mercato estivo non è arrivato uno dei portieri che si vociferavano, ma il povero Berni come terzo portiere e anche per il mancato arrivo di un centrocampista, quindi non è stato un ultimo giorno di mercato scoppiettante, infatti, le trattative sono terminate senza bombe di mercato, ma con mortaretti da bambini, anche un po’ ridicoli. Nonostante tutto nell’ultimo anno ho visto che c’è un concetto di squadra, che non c’era negli anni passati quando c’erano giocatori che passavano per caso e si trovavano la maglia del Toro da indossare e giocavano quattro-cinque partite e poi sparivano per magari ritornare, c’era molta approssimazione e soprattutto mancava la programmazione, mentre adesso c’è, come c’è un’idea di squadra e di gioco, anzi di bel gioco dato da Ventura, piaccia o no, quindi il 2013 è sicuramente positivo.
Nel 2014 bisognerà partire da quattro elementi: Cerci, Immobile, la Primavera e il Filadelfia.
Cerci e Immobile rappresentano il consolidamento per questo bisogna tenerli perché sono giocatori veramente forti che danno garanzie e sicurezze e assicurano i gol che servono anche in modo da poter formare alle loro spalle una squadra interessante.
La Primavera, grazie alla programmazione finalmente si è riscoperto il valore del settore giovanile e la squadra come ai tempi di Vatta, ormai preistoria, si fa valere in campionato, è imbattuta, ha cinque punti in più sulla seconda (Empoli) e ha vinto il derby che se fosse accaduto alla prima squadra staremmo ancora a stappare bottiglie di champagne, visto il famoso gol vittoria per tre a due nei minuti di recupero. Il settore giovanile in una società come il Toro, che sappiamo non si può permettere spese folli, deve allevare i campioni in casa e poi deve essere capace a tenerseli stretti.
Quando si parla di “fabbricare” i campioni in casa è inevitabile che si pensi alla casa che si chiama Filadelfia, di recente un collega di Mediaset è andato per un servizio e mi ha raccontato lo stato in cui versa la struttura e vedendo le immagini girate la pelle si accappona. Il Filadelfia è un simbolo del calcio italiano, del Toro e di tutta la storia che si porta dietro e non può essere in disfacimento com’è: distrutto e con le erbacce. Se è vero com’è che c’è un progetto per ricostruire il Fila, che sono stati presi degli impegni, che c’è la volontà condivisa a parole di ricostruirlo e che ci sono anche i soldi bisogna allora solo tirarli fuori per fare in modo che si passi dalle parole ai fatti, non è facile però il Toro è squadra conosciuta per la capacità di realizzare imprese impossibili e la ricostruzione del Filadelfia è una di quelle”.
Il Torino ha un gioco positivo in assoluto o riesce a emergere perché quest’anno il campionato è livellato verso il basso e chi ha meno problemi degli altri riesce a piazzarsi meglio in classifica?
“In ogni campionato c’è la grande squadra che stecca, la media che diventa grande e la piccola che diventa media. Non parlerei di un campionato livellato verso il basso anche perché fra le prime ci sono sempre le solite formazioni, solo il Milan è incappato in un’annata nera come può capitare a una grande, è accaduto l’anno scorso all’Inter e ciclicamente una grande fa un salto in basso. Penso che il Toro abbia trovato un gioco e un equilibrio. Ho notato rispetto al passato che riesce anche a imporre il proprio gioco cosa che fino a pochi mesi fa era impensabile, l’ultima partita con il Chievo anche solo lo scorso campionato non so se il Torino l’avrebbe vinta, così come quella con l’Udinese. Oggi mi diverto a guardare il Toro, gli altri anni era una sofferenza sotto tutti i punti di vista sia per il risultato sia per i gol che non erano realizzati e per la noia mortale che si provava, mentre quest’anno sarà per i singoli giocatori, sarà perché gira in un certo modo siamo noi a giocare bene a prescindere dagli altri. Se poi il campionato è livellato verso il basso meglio per noi che non siamo fra gli alti perché vorrà dire che staremo più facilmente nella parte sinistra della classifica anziché in quella destra”.
Le chiedo di sdoppiarsi e di rispondere prima da giornalista e poi da tifoso, il tre gennaio riapre il calciomercato: che giocatori deve prendere il Torino?
“Il giornalista dice che serve un centrocampista, il famoso regista, il trequartista, magari che sia un buon rincalzo che sappia giocare da titolare se occorre, perché se s’infortunasse Vives o come è accaduto a El Kaddouri non c’è uno che possa sostituirli. La difesa mi ha un po’ disorientato quest’anno ed era il reparto sul quale ero un po’ scettico: Padelli era il secondo portiere nell’Udinese ed era tutto da scoprire, Bovo e Moretti arrivavano dal Genoa che si era salvato per miracolo e loro rappresentavano due scommesse, Maksimovic è un giovane senza esperienza, poi ci sono stati molti infortuni, in più lo schema utilizzato prevede sulle fasce due uomini che vanno su e giù e a puntellare la difesa si è trovato Vives, quindi per precauzione un difensore lo prenderei, anche se non saprei dire chi. Se si volesse aggiungere la ciliegina sulla torta anche un attaccante, un buon rincalzo perché è vero che tornerà a disposizione Larrondo, ma dopo un infortunio così lungo è tutto da scoprire, Meggiorini ormai gioca poco da attaccante e Barreto, come si dice in gergo giornalistico, è evanescente, quindi un uomo in più davanti serve.
Il tifoso invece dice che D’Ambrosio deve essere ceduto perché chi ha la possibilità di diventare un idolo nel Toro è come se ricevesse un assegno con la cifra in bianco perché ha l’occasione di essere il numero uno ed essere letteralmente venerato, poiché un tifoso come quello del Toro in giro non si trova e il giocatore vuoi per cimentarsi con nuove esperienze e/o vuoi per maggiori soldi ha deciso di andare via e di conseguenza non ha senso tenerlo in quanto non giocherebbe con serenità. Dei nomi di possibili arrivi che si fanno in questi giorni dico, anche se so che pronunciandolo incorro nell’ira di almeno trequarti dei tifosi granata, Giovinco. Mi piace, l’ho sempre percepito come un buon giocatore e mi fa tenerezza perché per due volte ha tentato di farsi valere sull’altra sponda del Po e per due volte è stato massacrato dai tifosi e da tutti e non è mai riuscito a esprimersi al meglio, finora ha dimostrato di che stoffa è fatto solo nel Parma. Secondo me potrebbe essere il classico ex “gobbo” che dopo essere stato raddrizzato può darci delle soddisfazioni: un gol di Giovinco alla Juventus nel derby per lui sarebbe la consacrazione, anche se ce ne ha rifilato uno, ma comunque. El Shaarawy non lo prenderei e il suo ipotetico arrivo mi sembrava una chiacchiera da bar e poi è stato appena operato al piede sinistro e dovrà stare lontano dal campo per almeno dieci settimane. Nocerino, invece, potrebbe fare al caso nostro perché è uno tosto e può incarnare il classico giocatore da Toro. Per quel che riguarda Saponara è un ragazzo tutto da scoprire, per di più al Milan non sono stupidi e potrebbero darcelo perché è mezzo rotto in modo che guarisca per bene per poi riprenderselo a fine stagione. Lodi potrebbe essere una buona alternativa, ma va ricostruito perché è uno di quei calciatori che va bene in una determinata squadra e con un certo allenatore come gli è capitato al Catania con Maran dove ha disputato due buone stagioni, ma adesso al Genoa non riesce a esprimersi al meglio, c’è da dire che anche all’Empoli aveva fatto benino, quindi una volta rigenerato potrebbe essere un buon acquisto. Poi c’è il sogno Diamanti, ma secondo me non verrà mai, è giusto un nome fatto per rendere un po’ frizzante questo periodo di pre-mercato e nonostante sia un gran giocatore dovendo scegliere fra lui e Cerci dico tutta la vita Cerci e speriamo che si prenda il posto in Nazionale”.
Mancano due partite al termine del girone d’andata e il Torino è settimo, a due gare dalla fine di quello di ritorno dove sarà la squadra granata?
“Saremo ancora al settimo posto e lo dico con grande cautela. Se giochiamo come abbiamo fatto finora, in più avremo maggiore amalgama, rodaggio e giocheremo di più a memoria, se la iella non ci perseguiterà come è accaduto e se gli arbitri non ci faranno tiri mancini come successo in alcune occasioni, quindi se continueremo su questa linea al settimo posto potremmo starci benissimo. Lo dico con tutta la scaramanzia del caso perché siamo a fine 2013 e in questo periodo sognare a occhi aperti non costa niente, crediamo pure a Babbo Natale, quindi possiamo pensare che saremo anche più in alto, ma, ripeto, per scaramanzia dico che concluderemo il campionato al settimo posto e la firma ce la metto immediatamente”.