ESCLUSIVA TG – Ravezzani: “La Juve avrà una determinazione feroce, ma se il Toro resiste nella prima mezz’ora la partita sarà in discesa”
Fabio Ravezzani è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Con Ravezzani, direttore di Mediapason, abbiamo parlato della partita di questa sera fra Torino e Juventus. Un derby che vede entrambe le squadre in un momento non del tutto positivo, soprattutto sul fronte bianconero.
Un derby un po’ diverso dagli ultimi vista la situazione di Torino e soprattutto Juventus. Come vede questa partita?
“Un derby fra depressi, il più deprimente degli ultimi anni. E’ triste, ma forse va bene per il Torino perché in questo caso la vigilia vede le due squadre più o meno allo stesso livello. Penso che da questo punto di vista sarà una partita molto strana. Forse per il Toro sarebbe stato meglio giocare in casa della Juve perché il mio amico Roby Cravero mi raccontava una cosa successa nel secondo anno di Calleri, a fine stagione il Torino retrocesse in Serie B quell’anno, quando le cose vanno male e il pubblico al primo passaggio sbagliato inizia a spazientirsi gli avversari in genere ne approfittano poiché sanno che tu non giochi tranquillo. E questo è anche il concetto che la Curva deve essere anche sempre più vicina alla squadra quando le cose vanno male e invece in questi casi capita che la Curva decida che bisogna andare a dare una svegliata ai giocatori. Ma questo non funziona mai per nessuna squadra perché quando un giocatore è già agitato se lo si minaccia si agita ancora di più, a meno che non abbia una personalità debordante. Ecco perché ho detto che per il Toro giocare all’Allianz Stadium sarebbe stato meglio: paradossalmente avere sugli spalti più tifosi spazientiti e irritabili della squadra che è in crisi è un vantaggio per gli altri. Comunque è una partita tra depressi e il Torino dovrà capire come lasciare la Juve il più depressa possibile. Anche perché tutte le partite si pensa che possano essere l’inizio della svolta. Immagino una gara con la Juve che partirà molto forte, come ha fatto spesso in questa stagione, e se il Torino riuscirà a resistere la prima mezz’ora poi potrebbe avere una partita in discesa. Si giocherà tutto nella prima mezz’ora”.
Anche il Torino di Juric cerca di partire sempre pressando l’avversario e cercando gli uno contro uno. Può essere una strategia vincente?
“Sono dell’idea che quando una squadra è in crisi di gioco la cosa migliore da fare sia farla giocare, lo dico per mia esperienza ma ci sono allenatori che la sanno molto più lunga di me. Ho sempre notato che la squadra che parte molto forte di solito o è veramente fortissima oppure nella maggioranza dei casi è debole caratterialmente e ha fretta di dimostrare tutto nei primi 20-30minuti facendo magari anche due-tre gol, ma questo alla lunga diventa un problema se la squadra non è così forte e se cerca di nascondere la crisi con l’aggressività iniziale poi nell’arco della partita le sue difficoltà vengono a galla. Per questo dico che se fossi il Torino farei sfogare la Juventus per poi attaccare. Ho visto finora quasi tutte le partite dei granata e tutte quelle dei bianconeri e la Juve è sempre partita con questo atteggiamento, non lo ha fatto solo nell’ultima con il Maccabi, ma nelle altre nei primi venti minuti dicevamo sempre “ammazza come sta giocando bene” poi però si fermava e non riusciva più a riprendersi”.
Il Torino ha il problema che crea occasioni, ma poi segna poco, 8 gol in nove partite, e oggi non dovrebbero esserci per infortuni né Sanabria né Pellegri, le uniche due punte in rosa. Può essere un problema?
“Sì lo è, anche perché in qualche modo il reparto meno in crisi della Juve è la difesa. Infatti la Juventus conta su due ottimi portieri e un pacchetto difensivo centrale con Bremer, e ne sa qualche cosa il Toro, che è quello che fra i nuovi acquisti sta giocando meglio. Quindi la Juve ha molta più qualità in difesa che in altri reparti: a centrocampo è discutibile e in attacco patisce la crisi di Vlahovic e addirittura Milik adesso sembra un fenomeno. Non avere punte di ruolo, che già di per sé sono deboli, contro il reparto migliore della squadra avversaria non è una grande garanzia. Purtroppo, l’errore del Torino è stato quello di non avere un’alternativa a Belotti”.
Il reparto difensivo granata non è brillantissimo, forse perché non ha ancora trovato l’assetto definitivo, e così subisce gol evitabili con un minimo più d’attenzione. Altro problema per il derby?
“Sì, quando si parla di attenzione lo ritengo sempre un discorso eccepibile nel senso che qualsiasi allenatore dopo la partita dice “abbiamo preso due gol per due disattenzioni”, ma il giocatore bravo è quello che sta anche attento, non è solo uno che salta bene di testa o interviene in anticipo per cui quando si parla di disattenzioni inevitabilmente si parla di un limite tecnico della squadra visto che l’attenzione fa parte delle qualità di un giocatore. Lo si sapeva dall’inizio che il Torino era stato assemblato un po’ all’ultimo momento, però cercando di fare qualche cosa di dignitoso, ma pescando qua e là sperando nella fortuna, che nel calcio è comunque una componente determinante. Magari si prendono giocatori che si seguono per anni con grande attenzione e poi per tante ragioni non funzionano, basta guardare la Juve. Detto questo, andato via Bremer la cifra tecnica della difesa del Torino è scesa in maniera considerevole. Credo che il Toro sia in fase di profonda ricostruzione, anche filosofica essendosi chiuso un ciclo pure in maniera brusca e non essendo in grado di aprirne un altro si spera di tirare avanti per un anno o due. Penso che ci voglia molta comprensione per questi ragazzi che stanno facendo del loro meglio e se porteranno a casa la stagione con una tranquilla salvezza avranno fatto un grande campionato, stante le premesse”.
Chi da una parte e dall’altra può fare la differenza questa sera?
“Eh. Avrei detto per il Torino Sanabria, se fosse stato in campo, perché è un giocatore che ogni tanto ha la fantasia e la classe per sfornare qualche giocata imprevedibile, inattesa in squadre dalla cifra tecnica non eccezionale. Ma a questo punto inevitabilmente dico Vlasic perché ha la qualità per effettuare giocate inaspettate. Per la Juventus alla fine, parlando sempre di attaccanti, quello che finora è riuscito a fare di più a differenza è stato Milik. E’ un po’ banale dire gli attaccanti, ma sono quelli che possono mettere in crisi i reparti degli avversari. A centro campo vedo due squadre molto equilibrate per questo dico due attaccanti”.
Un pronostico?
“Mah, credo che la Juventus non possa permettersi di non vincere, mentre se il Torino perde è meno grave, date le premesse della stagione e la situazione attuale. E quindi chiaro che i favori del pronostico vanno alla Juve, anche perché poi in genere dopo una partita molto deludente in Champions la legge dei grandi numeri dice che la squadra si riscatta in campionato e viceversa. La Juve avrà una determinazione feroce, quindi parte sicuramente favorita, anche perché ha giocatori che presi uno a uno sono nettamente superiori a quelli del Torino. Quello che può cambiare un po’ questo status quo è se la Juventus avesse voglia di ammutinamento e che il ritiro che i giocatori hanno contestato sia motivo di ulteriore frattura con l’allenatore Allegri e porti a una prestazione contro la natura della squadra, che è superiore a quella del Toro, ma questa non è una novità nei derby di Torino. Difficilmente la Juventus subirà un’altra umiliazione per cui la do per favorita”.