ESCLUSIVA TG – Onofri: “Il Toro deve darsi uno scossone poiché il Genoa malgrado tutto ha dato segnali di ripresa”

16.07.2020 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Claudio Onofri
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Claudio Onofri

Claudio Onofri è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Onofri, calcisticamente è cresciuto nel Vanchiglia e poi nelle giovanili del Torino e in seguito vi giocò nella stagione 1978-’79 in prima squadra, ma in precedenza indossò la maglia del Genoa dal ‘76 al ’78 e al termine della carriera agonistica tornò per fare l’allenatore, il responsabile del settore giovanile e il capo scouting. Con lui abbiamo parlato della sfida in chiave salvezza di questa sera fra le sue ex squadre.

Torino e Genoa sono un po’ alla frutta, lei che cosa ne pensa?

“Sì, ma devo dire che il Genoa sia nella gara con il Napoli e sia nell’ultima con la Spal - al di là del coefficiente di difficoltà  che non era enorme da superare perché gli spallini in questo momento sono in grande difficoltà - sta dando segnali di ripresa, cosa che invece non sta facendo il Toro che nella partita persa a Milano con l’Inter ci ha messo molto del suo nella sconfitta. Sono però convinto che il Torino sia una squadra che valga molto di più rispetto al posto che occupa in classifica”.

Che cosa si aspetta questa sera da queste due squadre?

“E’ difficile dirlo, è una risposta da un milione di dollari. Ci può stare come atteggiamento, non come accordo ci mancherebbe altro, che entrambe possano pensare che un punto potrebbe essere utile a tutte e due, però, poi andando a vedere il calendario, lo stato di forma e quant’altro è chiaro che, soprattutto per quel che riguarda il Toro, il pensiero sia quello di raggranellare i tre punti per non dico togliersi definitivamente dalla lotta per la salvezza, ma per alleggerirsi dalla pesantezza della classifica che è penalizzante al massimo. Oggi il Toro ha cinque punti in più del Lecce e quattro del Genoa, che tutto sommato lo pongono in un situazione migliore rispetto alle avversarie, ma se non riesce a darsi uno scossone comunque rischia perché il Lecce sta dimostrando che, nonostante un organico fin dall’inizio molto deficitario rispetto alla categoria, Liverani sta veramente bruciando le tappe di una carriera importante da allenatore poiché ha un gioco e un’organizzazione della squadra di rilievo e onestamente devo dire che anche il punteggio dei salentini in questo frangente della stagione va oltre le mie aspettative. Ritenevo che Brescia, Spal e Lecce fossero destinate alla retrocessione già molto prima di adesso, al di là dello stop del campionato causa Covid. Su Brescia e Spal non mi sbagliavo, mentre per quel che riguarda il Lecce è ancora aggrappato alla speranza di salvarsi, anche se ieri sera ha perso con la Fiorentina. Per cui è difficile capire le intenzioni di Davide Nicola e di Moreno Longo, dei loro giocatori e delle due società relativamente a ciò che vorranno tirare fuori dalla gara di questa sera”.

Il Torino commette tanti errori sia individuali sia collettivi, soprattutto dal punto di vista difensivo. Com’è possibile che la squadra, formata praticamente dagli stessi giocatori, l’anno scorso era arrivata settima e quest’anno lotta per non retrocedere?

“La prima risposta, forse banale ma che è una verità assoluta nel calcio, è che non trattandosi di una materia scientifica e matematica può accadere di tutto e di più. Basta pensare che la Juventus ha perso 4 a 2 con il Milan e fino al 62esimo era in vantaggio di due gol. In più il calcio adesso sta vivendo una situazione anormale rispetto ai soliti campionati che a luglio sono già da tempo finiti. Ci sono mille problematiche che vanno dall’aspetto fisico a quello mentale, agli infortuni e a tutto il resto. Però, onestamente bisogna riconoscere che al Torino l’organizzazione del gioco per contrastare gli attacchi degli avversari è mancata spesso e volentieri. I primi due gol dell’Inter sono stati imbarazzanti per il Torino. Stiamo parlando di difensori come Izzo che lo vuole mezzo mondo, Nkoulou che al di là di ciò che è capitato la scorsa estate è un giocatore solido e Bremer che è un giovane interessante. Di due esterni come Ansaldi e De Silvestri e di un terzo come Ola Aina. Tutti soggetti che fanno parte di un target individuale che, secondo me, è da metà classifica in su. Non voglio gettare la croce addosso a nessuno, ci mancherebbe, e meno che meno a Longo, ma Moreno deve capire, e mi permetto di dirglielo con affetto e stima, che se alcune cose non funzionano e nel tempo vengono ripetuti sempre gli stessi errori è lui a dover trovare una soluzione oppure cambiare il modo di comunicare con i suoi giocatori che evidentemente per qualche motivo non lo capiscono. Ormai mancano sei partite al termine del campionato e non c’è più molto tempo per rimediare. Sugli errori individuali l’allenatore non può fare nulla, ma su quelli di movimento di reparto può intervenire. Moreno è un ragazzo intelligente e sente suo il Toro essendovi cresciuto per cui faccia sentire la sua voce facendosi carico anche lui degli errori e trovi la chiave per evitarli tirando così fuori il Torino dai problemi. I problemi del Torino si sono visti fin da inizio stagione infatti l’estromissione dall’Europa League è arrivata subito, ma può anche starci che una squadra inglese come il Wolverhampton ti butti fuori, però poi le problematiche si sono ripetute anche in campionato con un crescendo senza che né con Mazzarri né con Longo ci si sia tirati fuori da una pastoia che per me era imprevista”.

Per il Torino e per il Genoa la partita di questa sera e poi le rispettive del turno successivo con Fiorentina e Lecce saranno lo spartiacque fra l’ipotecare la salvezza oppure infognarsi ancor di più nella zona retrocessione?

“Sì, le due compagini sono in una situazione similare perché anche il Genoa era una squadra che, secondo me, non avrebbe dovuto trovarsi nella condizione di lottare per salvarsi poiché ha qualche cosa in più, non al livello del Toro, ma comunque meglio di ciò che dice l’attuale classifica. Sono stati fatti errori clamorosi non sicuramente dall’ultimo allenatore, ma dalla dirigenza che ha cambiato l’allenatore Andreazzoli dopo 8 giornate, che tutto sommato non aveva fatto così male finché non era scoppiato un po’ di subbuglio a livello di comunicazione con il presidente, per sostituirlo con Thiago Motta, al quale auguro di diventare il miglior allenatore del mondo in Brasile, che arrivava dall’esperienza con l’Under 19 del Paris Saint Germain, ma che non aveva le competenze per agire in un contesto che non gli apparteneva. Pur avendo idee bellissime Thiago Motta però aveva a che fare con una squadra che doveva salvarsi e, infatti, poi è stato sostituito con Davide Nicola dalla 18esima giornata. L’accostamento fra Torino e Genoa avviene anche per gli errori che sono stati commessi. Questa sera assisteremo purtroppo a una partita fra due squadre che lottano per la salvezza, mentre invece dovrebbero lottare per traguardi ben più prestigiosi visto che hanno fatto la storia del calcio. Può capitare una stagione storta, ma almeno per quel che riguarda il Genoa è già qualche anno che capita spesso.
Un pareggio potrebbe non bastare né per il Torino né per il Genoa perché ci sono tante sfumature, ma forse più per il Toro perché gioca in casa, anche se adesso senza pubblico conta meno, ma comunque è pur sempre un turno casalingo dal quale si deve cercare di ottenere il massimo. Il rovescio della medaglia è che magari se si rischia molto provando a vincere è persino peggio perché in caso di sconfitta la situazione si farebbe ancora più complicata per cui è difficile ipotizzare con quale strategia i due allenatori affronteranno la partita”.

E’ facile invece pensare che lei tifi affinché entrambe le squadre restino in Serie A.

“Esatto, a me importa poco della gara di questa sera, ma mi auguro che nessuna delle due retroceda. Ho sessantotto anni e penso al passato con emozione perché per me pensare al Torino e al Genoa è pensare alla mia vita. In adolescenza ero al Toro e poi sono tornato anche se in prima squadra non é andata bene, ma questo non ha importanza e al Genoa non è solo il passato, ma anche l’attualità avendo fatto un po’ di tutto dal calciatore all’allenatore e anche il responsabile del settore giovanile e il capo scouting. Per me sono due realtà che ogni qual volta si parla di loro mi emoziono”.