ESCLUSIVA TG – Mozzini: “Al Torino serve cattiveria agonistica, correre il doppio dell’avversario e un po’ d’astuzia”
Roberto Mozzini è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Mozzini ha indossato la maglia del Torino dal 1971 al ‘79 vincendo lo scudetto nel ’76 e del Bologna nella stagione 1981/’82. Con lui abbiamo parlato della partita di domani sera fra le sue ex squadre.
Perdendo il derby il Torino è rimasto al 9° posto, come ha visto il Torino e come pensa possa affrontare il Bologna che in classifica ha 4 punti in più?
“Eh, sarebbe meglio che non ci fossero infortunati e avesse la rosa al completo e poi ci vuole una grande “cattiveria” agonistica e si deve correre il doppio dell’avversario. Vedo tante partite e spesso non mi piacciono perché giocatori che devono marcare uno al limite dell’area sono indietro di 6-7 e anche più metri. Non è più come una volta che c’erano le marcature molto strette e i ruoli, ala destra, ala sinistra, centravanti, erano fissi e giocavano nelle zone di competenza ed era quindi anche un po’ più facile marcare. Adesso però vedo che al limite dell’area ci sono giocatori che non sono marcati da nessuno e così i compagni gli danno palla e lo smarcato di turno può fare gol. Noto che a livello di difensore c’è poco, tranne qualcuno che fisicamente è più veloce degli altri e allora riesce a marcare bene. Se fossi io l’allenatore direi ai difensori di fare quello che non fanno. Ad esempio, quando un giocatore ha la palla e guarda il tuo avversario bisogna mettersi davanti perché poi dopo abbassa la testa e tira passandogliela per cui bisogna andare in anticipo e non stare a tre-quattro metri altrimenti la palla non gliela si prende più. Nelle mischie bisogna stare attaccati all’avversario e tenerlo stretto per la maglia dietro alla schiena in modo da averlo vicino impedendogli di andare in anticipo a prendere la palla”.
Ci vuole un po’ di furbizia a sua detta.
“Esatto. Quando marcavo Boninsegna lui mi diceva: “Vai via” perché gli ero sempre addosso e gli tiravo le maglia e lui si arrabbiava perché perdeva delle occasioni sui passaggi. Alcune cosa vanno fatte (ride, ndr)”.
Il Torino subisce parecchi gol da palla inattiva.
“E’ proprio per questo dicevo che le marcature vanno fatte meglio perché si lascia troppo spazio. Quando si è oltre la metà campo e gli avversari si stanno avvicinando alla tua area si deve essere più vicini”.
Mancano un po’ i fondamentali per lei?
“Eh qualcosina sì. Ci sono alcuni trucchetti che vanno insegnato e applicati, anche se adesso il gioco è un po’ diverso, ma certe astuzie funzionano sempre e se le fai bene l’arbitro non si accorge di nulla. E poi ci vuole il raddoppio di marcatura sugli avversari più bravi”.
Un'altra problematica del Torino è che segna relativamente poco, anche se Sanabria ultimamente sembra aver trovato una certa continuità. Questo sarà d’aiuto per la parte finale del campionato?
“I difensori potrebbero marcarlo di più se segna con maggiore continuità. Quando giocavo io i migliori centravanti toccavano a me, da Boninsegna a Prati, Riva e Bettega”.
Il supporto di Miranchuk, Karamoh e anche di Ilic può essere utile a Sanabria?
“Penso che il Torino abbia fatto una squadra per arrivare alla salvezza senza tanti pericoli. Arrivare oltre dipende dalla società che deve tirare fuori qualche soldino in più in modo da prendere qualche giocatore un po’ più bravo, non sarebbe mica male. Ma dipende da quanti soldi ha il proprietario e da quanti ne può tirare fuori. Non è facile fare il dirigente”.
Come vede il Bologna?
“Il Bologna è sempre stata una squadra che non ha mai lottato per i primi posti, ma per una buona salvezza”.
Per lei quindi Torino e Bologna sono sullo stesso piano?
“Sì, se entrambe avessero un po’ di soldi in più chiaramente sceglierebbero giocatori più bravi, mentre così prendono magari dei giovani sperando che nel giro di uno-due o tre anni diventino bravi. Ma non si può sempre sperare che tutto vada sempre per il meglio”
Come pensa possa finire domani sera Torino-Bologna?
“Il Torino gioca in casa quindi ha qualche possibilità in più però ci vuole un po’ più di grinta, di “cattiveria” agonistica, fare un possesso palla proficuo e in campo giocare con tutta la squadra che segue l’azione. Quando si attacca tutti devono spingersi in avanti rimanendo comunque pronti a rientrare se occorre. Nessuno deve rimanere indietro o non seguire l’azione rimando immobile e tutti devono correre il doppio intuendo subito dove e a chi può arrivare la palla. Serve essere attenti, pronti ad anticipare e a intervenire. Non bisogna che la squadra abbia tre in difesa e tutti gli altri oltre la metà campo perché se l’avversario recupera palla poi ti attacca in sei-sette e si rischia di subire gol. Se fossi l’allenatore del Torino li fare i giocare diversamente perché si rischia sempre di prendere gol”.