ESCLUSIVA TG – Jacobelli: “Al Torino per lottare per l’Europa serve almeno un centrocampista e ricucire con i tifosi”

16.01.2020 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Xavier Jacobelli
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Xavier Jacobelli

Xavier Jacobelli è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Jacobelli è un giornalista ed è direttore del quotidiano “Tuttosport”. Con lui abbiamo parlato del Torino, che sabato alle 18 affronterà il Sassuolo nella prima gara del girone di ritorno, facendo il bilancio della prima parte della stagione e analizzato come il club  granata si sta muovendo in sede di mercato.

Che bilancio si può fare del girone d’andata del Torino che si appresta al giro di boa con ventisette punti e all’ottavo posto?

“I punti sono gli stessi dell’anno scoro e per quel che riguarda la posizione in classifica, considerato che il Toro ha disputato i preliminari d’Europa League, non ci si può certo lamentare. Ricordate anche le difficoltà di inizio stagione, la delusione per l’eliminazione nei play-off di Europa League, il caso Nkoulou e tutto quanto ne è conseguito, credo che dal punto di vista dei risultati non ci si può certo lamentare, anzi. Sono risultati molto positivi. Il problema è un altro e riguarda altri fattori che non concernono né la conduzione di Mazzarri né il rendimento della squadra, sebbene sinora Verdi abbia deluso, considerato che è stato l’acquisto più oneroso della storia del Toro e ci si aspettava un rendimento diverso. Ma al di là del caso specifico, c’è il problema del campo che è stato sollevato da Sirigu e poi ribadito da Belotti e rimarcato da Mazzarri. C’è il problema di capire se Mazzarri sarà l’allenatore del Toro l’anno prossimo perché, se non vado errato, all’inizio della stagione veniva detto dalla società che il contratto sarebbe stato rinnovato al medesimo Mazzarri, cosa che non é ancora avvenuta. C’è il problema dello scollamento con la tifoseria la quale ha tutte le ragioni di non essere soddisfatta”.

Ecco appunto il problema ambientale che può sembrare un paradosso visti i risultati, ma che non lo è.

“L’atteggiamento dei tifosi, però, non è critico nei confronti della squadra perché, come abbiamo detto, i risultati parlano e poi la squadra ha iniziato il 2020 andando a vincere a Roma contro al Roma, qualificandosi ai quarti di finale di Coppa Italia, seppur in maniera sofferta e ai calci di rigore, ma si è qualificata e poi vincendo in casa la successiva partita di campionato contro il Bologna e avvicinandosi alla zona europea. Ma come abbiamo ascoltato dalle dichiarazioni di Mazzarri e soprattutto non possiamo dimenticare ciò che è accaduto in occasione delle partite con il Napoli e ancor più con l’Inter e in occasione dei daspo nei confronti dei tifosi della curva Primavera e delle multe che sono state comminate e di tutto quanto la cronaca dell’ultimo periodo ci ha raccontato. Lo scollamento è tra i tifosi e la società e non  tra i tifosi e la squadra”.

Questo scollamento quanto può influire sul percorso del Torino nel girone di ritorno?

“Questa è una bella domanda. Intanto mi auguro che il campo venga rizollato in tempi molto rapidi. La domanda che uno si pione è: c’è stata la sosta del campionato, ma non si poteva fare qualche cosa? Evidentemente non sono stati fatti gli interventi che occorrevano altrimenti il terreno di gioco non sarebbe nelle condizioni denunciate da Sirigu e da Belotti. L’onere della manutenzione del terreno di gioco del Grande Torino spetta alla società granata come dice il contratto di affitto sottoscritto fino al 2025 sulla base, se non vado errato, di 500 mila euro di canone annuo, con il Comune di Torino, proprietario dell’impianto. Il terreno di gioco è fondamentale tant’è vero che bastava seguire la partita domenica. Il terreno di gioco è il luogo di lavoro dei giocatori. E poi ci sono anche altre questioni, per esempio, perché il Fila non è mai aperto al pubblico. I tifosi del Toro sanno benissimo che cosa significa avere un punto di riferimento preciso. Francamente pensare che durate la sosta natalizia c’erano 8 mila tifosi della Fiorentina agli allenamenti dei viola e la Fiorentina mi pare che stia vivendo una situazione tormentata e tormentosa. Non parliamo poi dei 10 mila tifosi della Lazio accorsi a Formello per festeggiare la vittoria nelle Supercoppa, ma sarebbero accorsi comunque. Ci deve essere un modo per ristabilire un rapporto diretto fra il Toro e i suoi tifosi, che sono il primo patrimonio del Toro. Non è possibile che non ci sia la possibilità di seguire gli allenamenti, il Fila dovrebbe essere la casa dei tifosi del Toro, ma non lo è. E poi deve essere ancora ultimato, come sappiamo. Così come il centro sportivo Robaldo da anni deve essere edificato, prima era una questione burocratica, poi la burocrazia pare abbia finito il suo percorso visto che i permessi, i contro-permessi, i bolli e i timbri sono stati dati, però, il cantiere non ha aperto i battenti. Il tifoso del Toro desidererebbe avere da un lato una squadra competitiva e dall’altro non smarrire quello che è il primo patrimonio del Toro: la passione granata. Questa è una squadra che non vince lo scudetto dal ’76, che non vince la Coppa Italia dal ’93 con Mondonico, però, ha sempre contato sul sostegno dei suoi tifosi nella buona e nella cattiva sorte. E i sostenitori del Toro chiedono di avere una squadra per la quale emozionarsi, per la quale fare il tifo e di avere un punto di riferimento, un centro sportivo che sia degno di questo nome, di veder crescere i giovani come crescevano al tempo in cui nella prima squadra c’erano otto o nove giocatori usciti dal vivaio, questo è lo stato dell’arte a oggi. Ripeto, non penso che i mugugni, le contestazioni e i fischi dei tifosi del Toro siano indirizzati nei confronti della squadra perché che cosa si potrebbe rimproverare a Sirigu, Belotti e anche a tutti gli altri? Nulla, perché comunque hanno avuto un inizio  brillante con le prime due vittorie consecutive come l’Inter e poi c’è stata una serie di sconfitte e successivamente la squadra ha rialzato la testa e questo è innegabile e lo dimostra anche la posizione in classifica e adesso vedremo che cosa accade nel mercato di gennaio. Questo è un passaggio delicato”.

Il passaggio delicato è che la società è intenzionata prima a cedere e poi eventualmente a prendere nuovi giocatori.

“Esatto. Questa è una squadra che non deve essere demolita, ma rafforzata a mio avviso. Vogliamo parlare di Millico? Perché in lui non si crede di più? E’ un prodotto del vivaio, è un ragazzo che non vede l’ora di essere impegnato, non dico che debba essere titolare, ma dovrebbe avere le sue occasioni. Io credo che in occasione del calci di rigore di Coppa Italia abbia dimostrato di avere una grande freddezza, infatti, ha calciato molto bene il penalty e non soltanto quello. E’ uno che avrebbe potuto andare al Chievo quest’estate e sappiamo bene che negli ultimi giorni di mercato questo non fu possibile, ma adesso dovrebbe poter trovare una squadra nella quale essere impiegato con la continuità necessaria. E’ un ragazzo che non ha ancora vent’anni (li compirà il prossimo 12 agosto, ndr) e ha bisogno di giocare. Il Toro ha sempre avuto una fucina di talenti, un’iniezione di passione che arrivava dal settore giovanile. Sono tutti questi gli aspetti che rendono il quadro attuale da un lato positivo sotto il profilo dei risultati, della posizione in classifica e delle prospettive per il girone di ritorno, rammentiamo che il Torino ha gli stessi punti della fine del girone d’andata di un anno fa e poi nel girone di ritorno fece sfracelli e, addirittura, se venisse conteggiato soltanto il girone di ritorno sarebbe arrivato quarto e sarebbe andato in Champions League, quindi, sotto questo aspetto mi auguro che il rendimento del Toro possa crescere ancora. Dipenderà molto anche dalle mosse di mercato. Sono diversi i giocatori che interessano, ma bisogna vedere chi parte e chi arriva.”.

Gli infortuni, anche di giocatori importanti, dovranno influire sulle decisioni di mercato?

“Certamente sì, anche perché, purtroppo, in questa prima parte della stagione Iago Falque si è ripetutamente infortunato e non è stato disponibile come sarebbe stato auspicabile. Ripeto, però, adesso aspettiamo di vedere che cosa succederà sul mercato. C’è anche la possibilità di Poveda del Manchester City che era in tribuna a vedere la partita con il Bologna e che deve decidere se accettare oppure no la proposta del Toro visto che va in scadenza di contratto il 30 giugno. La situazione è fluida, ma non potrebbe essere altrimenti visto che il mercato chiude il 31 gennaio. Però, l’importante è che questa squadra venga rafforzata, sarebbe un vero peccato se così non fosse considerato che la volata per l’Europa si deciderà non prima del 24 maggio all’ultima giornata”.

Nello specifico in quali ruoli il Torino dovrebbe essere rinforzato?

“Intanto in attacco perché non si può pretendere che Belotti porti la croce. Belotti sta avendo un rendimento straordinario sia dal punto di vista delle realizzazioni sia da quello della leadership della squadra, così come Sirigu che sistematicamente è fra i migliori in campo e che legittima le sua aspirazioni di giocare l’Europeo da titolare e non da riserva, sarà poi, ovviamente, Mancini a decidere, ma Sirigu sta giocando su livelli eccezionali e lo ha dimostrato anche in occasione dell’ultima partita. Però, o chiaro che una squadra che ha subito ventisei gol nell’arco di diciannove incontri deve anche migliorare l’assetto difensivo, che è sempre stato uno dei punti di forza delle formazioni di Mazzarri. Adesso Nkoulou è tornato sui livelli che conoscevamo e questo è un segnale molto positivo. Anche i rinforzi in difesa dipendono dalle mosse che la società farà perché, per esempio, Bonifazi è richiesto dalla Spal, piace al Lecce e alla Fiorentina e sappiamo bene che anche lui è un giocatore che ambisce ad essere impiegato con la continuità che finora non ha avuto. Vedremo che cosa accadrà. Fofana a centrocampo è uno tra i più gettonati. Okaka è un giocatore che interessa al Toro, ma anche in questo caso bisognerà vedere se Zaza rimarrà o andrà via. Ovviamente se partirà Zaza il Torino dovrà prendere un’altra punta. Quindi, diciamo che il mercato è una situazione da seguire passo dopo passo. A mio avviso, quello che manca soprattutto al Toro è un centrocampista di qualità, cioè il classico ispiratore di gioco, un regista, uno capace a dettare i tempi dell’azione Questa, secondo me, è una lacuna non soltanto di quest’anno”.

E Verdi non è questo tipo di giocatore.

“Già, ma non è nemmeno il suo ruolo e non si può pretendere che lui lo faccia non essendo appunto il suo ruolo questo. Badelj, per dire, è un giocatore che ricopre questo ruolo, però, bisogna vedere quali sono le condizioni contrattuali. Lo ripeto, secondo me, il Torino ha bisogno di un centrocampista di qualità, di uno che ispiri il gioco e che detti i tempi del gioco e della manovra”.

Quante probabilità ci sono che arrivi a gennaio un centrocampista con queste qualità?

“Questo è il punto, perché se si parte dal principio che prima si vende e poi si compra è chiaro che si va in salita come i salmoni. La necessità di investire, il Toro non si può accontentare di una stagione di medio cabotaggio, ma deve puntare sempre più in alto. Ripeto e non mi stanco a farlo, il Toro ha un patrimonio che é fantastico e lo dico da direttore di Tuttosport in quanto ho conosciuto molto bene la tifoseria granata e so benissimo quanto sia attaccata alla sua squadra, però, la tifoseria granata ha bisogno di sognare, ha bisogno di pensare in grande perché è il Toro e non il vattelappesca”.

Adesso il girone di ritorno per il Torino si apre con il Sassuolo e poi ci sarà l’Atalanta, ma prima di tutto serve dare continuità ai risultati positivi per andare avanti, giusto?

“Certo, l’Atalanta sarà fra dieci giorni, ma nulla è più corroborante di una serie di risultati positivi e il Toro ha iniziato il 2020 nel modo migliore e questo deve essere soprattutto ricordando come aveva finito il 2019 con la rimonta subita dal Verona quando vinceva tre a zero e poi la sconfitta interna con la Spal. Quindi, essere stato capace di rialzare la testa è positivo, adesso, però, bisogna continuare”.

In attesa del calciomercato.

“E vediamo che cosa accadrà”.