ESCLUSIVA TG - Fovanna (tifoso granata): “Al Torino mancano un attaccante di razza e un esterno sinistro per puntare all’Europa”
Elio Fovanna, sindaco del comune di Premosello-Chiovenda (VB) e grande tifoso del Toro, è stato intervistato da TorinoGranata.it. Ecco che cosa ha detto sull’attuale squadra allenata da Juric:
Il Torino nella prima partita ufficiale della stagione in Coppa Italia ha eliminato la Feralpisalò vincendo in rimonta due a uno. Come ha visto la squadra?
“Benino, dal punto di vista del gioco ha prodotto tante occasioni da gol e questo mi è piaciuto, però ho notato che ci sono i problemi che c’erano già l’anno scorso: manca un finalizzatore, un uomo d’area che la sappia buttare dentro. Il Toro produce, produce, ma non riesce a segnare. Stando così le cose, per me, diventa difficile riuscire a lottare per un posto in Europa e rischiamo di piazzarci di nuovo a metà classifica”.
Come voleva Juric è tornato Vlasic e sono stati presi Bellanova e Tameze, ma quali giocatori mancano ancora al Torino per andare oltre il decimo posto delle due passate stagioni?
“Sicuramente un attaccante di razza perché abbiamo visto che Sanabria è sì un buon giocatore, un uomo da mediamente dieci gol, ma a noi ne serve uno da 15-20 per poter veramente fare quel salto di qualità e lottare per il quinto-sesto posto. E poi manca un esterno sinistro, anche se con la Feralpisalò Vojvoda ha giocato molto bene, mi è piaciuto, ha fatto un gol e un assist e quindi ci può anche stare, però sulla fascia sinistra serve un uomo di qualità. Un uomo in più quindi ci può stare. Il Torino produce tanto e spreca energie, ma non riusciamo a finalizzare e lo si è visto bene con la Feralpisalò che quest’anno per la prima volta giocherà in Serie B: è una buona squadra, ma nulla più. Il Torino lunedì sera avrebbe dovuto e potuto chiudere il risultato nel primo tempo. Mi auguro che quest’anno Pellegri non venga toccato dagli infortuni e abbia la possibilità di potersi esprimere. Come attaccante non lo conosco ancora bene proprio perché lo si è visto poco, ma se riuscisse a giocare con continuità potrebbe dare il suo contributo là davanti. Ritengo che Sanabria e Pellegri possano coesistere perché Sanabria è sì un finalizzatore discreto, ma è un uomo che sa giocare a calcio per cui potrebbe agire anche sulla trequarti e con un attaccante di sfondamento può convivere in campo”.
Nell’ultimo periodo Barrow del Bologna è stato accostato al Torino, potrebbe essere l’uomo giusto?
“Mah, l’anno scorso ha segnato 3 gol e in quella precedente 7, anche se fa parecchi assist, rispettivamente 8 e 7, ma in Serie A in doppia cifra non ci è ancora mai arrivato. Servirebbe uno che segnasse abbastanza anche perché se Sanabria o Pellegri riuscissero a fare 10 o meglio 15 gol allora poi davanti saremmo a posto. A noi serve un centravanti di sicuro affidamento. Se i giocatori che l’anno scorso si sono espressi bene, sto pensando a Buongiorno, Schuurs, Ricci e Ilic, vengono confermati, visto che sono molto giovani possono ancora crescere e dare di più che nella passata stagione, il livello qualitativo della squadra può innalzarsi poiché si tratta di ragazzi molto validi come anche Bellanova, che sa andare in profondità e crossare cose dove Singo era un po’ carente, e Tameze, che ha anche qualche anno in più e di conseguenza maggior esperienza. Le basi ci sono per fare molto bene, manca solo quel quid in più davanti, il finalizzatore. Servirebbe il Belotti di qualche anno fa”.
Lei è un grande tifoso del Toro, ma come lo è diventato?
“Sono diventato tifoso del Toro perché il mio comune in provincia di Verbania, Premosello-Chiovenda, dove ci sono duemila abitanti è tradizionalmente granata e c’è un club nato nel 1962 e lo storico presidente Mario Bonaccini, che purtroppo è deceduto lo scorso marzo, aveva visto giocare Loik e Mazzola quando ancora erano al Venezia proprio contro il Torino nella stagione prima di essere acquistati da Novo. Nel nostro Comune c’era anche il parrucchiere-barbiere che era tifosissimo del Toro e noi bambini andavamo nel suo negozio e lui ci raccontava del Grande Torino e dopo averci tagliato i capelli ci diceva “ti metto il profumo del Toro” e così faceva proselitismo fra tutti i bambini, anche se in famiglia non avevano un genitore tifoso del Toro”.
E' a tal punto tifoso che ha anche allestito nel giardino di casa sua una zona dedicata al Torino con sculture. Ci racconta?
“Nel 2019 ricorrevano i 70 anni della tragedia di Superga e ho preso una scultura raffigurante un toro e fatto fare una lapide con incisa la formazione del Grande Torino corredata dalla frase “A son passaine d’ani ma mi ‘t veuj sempre bin”, parole tratte dalla poesia di Giovanni Arpino. In un negozio a Fondo Toce ho visto esposta la scultura in granito di Baveno di un toro e passandovi davanti in macchina la osservavo e un giorno mi sono fermato e ho chiesto all’artigiano se era in vendita, ma lui mi disse di no. Dopo qualche settimana sono tornato e gli ho chiesto di nuovo se mi vendeva la scultura raffigurante il Toro e ho visto che iniziava a tentennare e così ho continuato a fargli il filo fino a quando vedendo la mia grande passione granata ha ceduto. A cose fatte l’ho detto a mia moglie e lei è stata bravissima perché, pur avendo speso dodicimila mila euro, non mi ha detto nulla e ha capito la mia passione e per questo la ringrazio, come anche le mie figlie. Poche settimane dopo all’artigiano che mi aveva venduto la scultura del toro è venuta l’idea di vendermi una lapide, anch’essa in granito, con incisi i nomi dei giocatori del Grande Torino e io ci ho messo poco ad accettare e così ho preso anche la lapide, pagandola mille euro, e l’ho messa in giardino vicino alla statua del toro completando così la zona granata. Sono molto orgoglioso di questo. A ottobre dell’anno scorso in occasione della cena del club è venuto Zaccarelli e ho avuto l’onore di portarlo a casa mia e di fare con lui una foto nell’angolo del giardino dedicato al Toro. A causa del Covid non sono ancora riuscito ad organizzare un evento a casa mia, ma mi piacerebbe invitare gli amici granata e anche tutti quelli sportivi che non lo sono per inaugurare la statua e la lapide. Sono anche in contatto con Fossati, che faceva parte con Vieri, Poletti, Ferrini e Moschino della squadra che da ragazzo negli anni fine ‘60 e ‘70 seguivo e che ha vinto due volte la Coppa Italia, lo scudetto e tanti derby, quando a Natalino ho raccontato di aver preso le due sculture e gli ho detto quanto avevo speso mi ha detto che sono matto, ma la mia passione è così grande”.
La sua passione l’ha trasmessa anche alle sue figlie, vero?
“Sì, le mie figlie vedendo il loro papà così tifoso del Toro anche loro lo sono diventate. La mia è una famiglia granata”.