ESCLUSIVA TG – Fossati: “Per un Toro in Europa League bisogna avere certezze”

10.08.2017 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
ESCLUSIVA TG – Fossati: “Per un Toro in Europa League bisogna avere certezze”
TUTTOmercatoWEB.com

Natalino Fossati è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Fossati è stato terzino del Torino dal 1964 al 1974. Con lui abbiamo parlato del mercato e della nuova stagione che sta per iniziare della sua ex squadra.

Che cosa pensa del Torino che domani giocherà la prima partita ufficiale della stagione in Coppa Italia con il Trapani?

“Ho visto le ultime due amichevoli in televisione, ma è difficile dare dei giudizi che oggi sarebbero affrettati soprattutto perché finora la squadra ha disputato solo amichevoli, ma lacune ce ne sono”.

A suo giudizio quali sono le lacune?

“In difesa qualche problema c’è e mi sembra anche sul portiere. Per carità non bisogna mettere la croce sulle spalle di nessuno, però, non l’ho visto sicuro in occasione dei gol che ha subito”,

A rinforzare la difesa è arrivato N’Koulou.

“Sarà bravo, non lo sarà, ma in generale, non parlo solo in questo caso, perché non si può prendere un giocatore italiano? Il nostro calcio non è diverso da quello che si gioca in giro per il mondo e i nostri giocatori non sono inferiori a quelli stranieri. Gioca in un altro ruolo, ma noi abbiamo uno dei giocatori più forti al mondo: Belotti e come si è trovato lui si può benissimo trovare un difensore. Dovessimo mai perdere Belotti ci possiamo sparare un colpo, ci tenevo a dirlo”.

Per restare alla difesa, Mihajlovic ha detto che inizierà la stagione con i titolari dell’anno scorso, Rossettini e Moretti, perché al momento sono i più affidabili. C’è da farsi delle domande?

“Non è appena arrivato Beckenbauer o Bonucci, ma N’Koulou, con tutto il rispetto, e prima di lui i giovani Bonifazi e Lyanco. Per carità non conosciamo N’Koulou e quindi è meglio non dare giudizi. Noi in difesa qualche problemino l’abbiamo, non sulle fasce perché lì siamo coperti, ma al centro. E quando si hanno problemi sui due centrali è dura, togliendo Moretti che l’anno scorso ha finito per fare una stagione eccezionale e io glielo avevo detto di non mollare e, infatti, si era preso il posto da titolare. Dicendola tutta, Mihajlovic deve sistemare il centrocampo”.

E’ appena andato via Benassi e per il resto il reparto è rimasto invariato anche se dovrebbe arrivare almeno un rinforzo.

“Appunto, ecco perché va sistemato anche mentalmente. Benassi sarebbe stato da recuperare e Baselli ha fatto vedere dei progressi, ma per resto mi sembra che siamo un po’ pochi”.

Numericamente forse neppure tanto essendoci oltre a Baselli, Acquah, Obi, Valdifiori, Lukic e Gustafson.

“Ci sono troppi punti interrogativi per motivi diversi e non garantiscono un rendimento costante”.

Prima parlava di Belotti, in attacco è arrivato Berenguer e Boyè rimarrà fuori per un po’ di tempo a causa dell’infortunio e già prima serviva almeno un sostituto del “Gallo”. Anche davanti il Torino non è a posto?

“Alla fine le certezze sono le stesse dello scorso anno. Se poi si deve puntare su qualche giovane allora è un’altra musica. Iniziare un campionato in salita non va tanto bene. Alla prima di campionato andremo a Bologna e sulla carta non dovrebbe essere un problema, ma dico che prima di tutto va sistemata la nostra squadra senza guardare alle altre. Aspetto per dare un giudizio e dico solo che il Napoli ha cambiato poco però ha preso rinforzi mirati e magari vincerà lo scudetto”.

L’obiettivo del Torino è arrivare in Europa League, secondo lei è possibile?

“Per arrivare in Europa League bisogna avere delle certezze. La certezza prima che inizi il campionato è che rimanga Belotti e che non ci sia qualche sorpresa in tal senso, dovesse mai capitare a Pasqua l’uovo non lo mangeremo. Passatemi la battuta. E se al fianco di Belotti arriva qualcuno allora ci sistemiamo. Parlo da tifoso, ex calciatore ed ex allenatore, ma alla fine sono la società e l’allenatore che sanno che cosa devono fare”.

Mihajlovic ha chiesto ancora tre rinforzi un centrocampista, questo prima che andasse via Benassi, un esterno e un vice Belotti.

“Mi pare che abbia già detto tutto. Io più che una riserva di Belotti prenderei uno che abbia caratteristiche simili, anche perché non vedo il motivo di non avere un’altra punta la fianco di Belotti”.

Nel caso però qualcuno deve stare fuori tra Falque, Ljajic e uno fra Berenguer e Boyè.

“Ljajic disputa delle belle partite e in altre è come se giocassimo in dieci, non è costante nel rendimento. Tecnicamente nessuno lo discute, ma caratterialmente non è sempre all’altezza, se fosse uno che alla fine di ogni partita esce dal campo con la maglia intrisa di sudore nessuno gli direbbe niente, ma non sempre è stato così. Non sto gettando la croce su Ljajic o su qualche altro, ma vorrei sempre vedere il Toro che ho visto l’anno scorso a inizio stagione con Roma e Fiorentina, giocando tre quarti di campionato così allora si sarebbe indovinato tutto. Quando a livello difensivo si cambia il portiere tutto cambia, non bisogna sottovalutare quest’aspetto”.

Come diceva Belotti è una certezza.

“Certo, ma anche l’anno scorso c’era e siamo arrivati noni. Starà a Mihajlovic far quadrare le cose in tutti i reparti, centrocampo compreso”.

Per riuscirci, però, Mihajlovic deve avere i giocatori giusti, non può fare miracoli.

“Faccia il pugno duro e parli con il presidente dicendogli chi gli manca per avere un organico adeguato. Altrimenti si racconta ai tifosi del Toro la favola che forse qualche cosa si è sbagliato, che forse qualche cosa si doveva fare … sempre forse … ma “forse” non gioca. Magari prima della chiusura del calciomercato qualcuno arriverà ancora e che possa far cambiare i primi giudizi che sono sempre approssimativi e non va neppure bene darli. Ovviamente se si mantiene la struttura della squadra della stagione precedente è più semplice e si sbaglia meno perché basta correggere i difetti che ci sono. A me piace andare a vedere le partite del Toro e ci andrei anche se ne perdessero duecentocinquanta di fila perché ce l’ho nel sangue. Il tifoso s’innamora se si vince un derby, ancora di più se se ne vincono due. Si dice che negli anni settanta e ottanta si è vinto, ma andiamo a guardare i risultati e non ci si piazzava sotto il quinto posto, nelle stagioni normali si arrivava in finale di Coppa Italia e magari la si vinceva. Non guardiamo indietro e, invece, guardiamo avanti, però, il tifoso qualche zuccherino lo vuole non può solo ingoiare gocce amare. Io sono un ex e vado a vedere le partite e mi piacerebbe che il Torino vincesse”.