ESCLUSIVA TG – Foscarini: “Barreca si affermerà, deve solo lavorare per migliorare”
Claudio Foscarini è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Foscarini e un ex giocatore e appesi gli scarpini al chiodo è diventato un allenatore. Con lui abbiamo parlato di Antonio Barreca che era stato il mister del terzino sinistro nel Cittadella nella stagione 2014-2015.
Barreca nella scorsa stagione era diventato il terzino sinistro titolare del Torino poi, verso la fine del campionato, Mihajlovic gli aveva preferito Molinaro e anche in questo inizio di nuova stagione sembra non destinato a riprendere subito il posto da titolare, anche se oggi dovrebbe giocare. Una normale battuta d’arresto per un giovane calciatore oppure il ragazzo era arrivato troppo presto in serie A?
“No assolutamente, non è arrivato in serie A troppo presto. Nei percorsi di crescita non tutti i soggetti sono uguali e per qualche giocatore, magari, ci vuole un po’ più di tempo, mentre qualcun altro è pronto subito. Dipende molto dal carattere e dalla personalità del giocatore per cui gli alti e bassi ci stanno e, secondo me, non c’è da preoccuparsi molto perché poi un giocatore come Barreca, che conosco bene soprattutto sul piano caratteriale, si affermerà e arriverà a buoni, ottimi traguardi. Dico questo perché Antonio ha tutto, doti tecniche, qualità fisiche, forza, passo e una grande disponibilità ad apprendere, la voglia di farlo e lo spirito di sacrificio. Alle volte ci vuole un po’ di pazienza perché nel processo di crescita in alcuni casi si hanno alti e bassi ed è logico, quindi, che un allenatore possa preferire subito un giocatore più pronto, affermato e con maggiore esperienza piuttosto che un giovane che sicuramente crescerà, ma che qualche volta dà la sensazione di avere bisogno di più tempo per essere pronto”.
Mihajlovic stesso nello scorso campionato disse che Barreca sarebbe potuto diventare uno dei migliori terzini italiani e quest’estate ha detto che il giocatore continua a fare gli stessi errori. Il ragazzo, forse, sta patendo il nuovo sistema di gioco, il 4-2-3-1, oppure deve solo calarsi nella parte?
“Il modulo non centra niente. Barreca in una difesa a quattro come terzino sinistro o in una difesa a tre come laterale sinistro può fare benissimo. Qualche giorno fa mi hanno chiesto parlando di Biraghi della Fiorentina, anche lui un terzino sinistro, quali fossero i giovani che in questo ruolo si stanno affermando in Italia. Barreca come Biraghi sono tutti calciatori che hanno una propensione a livello fisico all’azione offensiva e che come altri sono carenti nella fase difensiva. Noi allenatori sappiamo che il novanta per cento dei giocatori che hanno questa caratteristica, una grande spinta e una facilità di passo, difettano soprattutto nelle chiusure, nelle letture difensive e nelle diagonali. E’ una costante dei giovani e può essere che abbiano bisogno di allenamenti individuali per migliorare quest’aspetto. Essendo una costante non mi meraviglio. Uno come Barreca deve essere mandato in campo sapendo che può commettere qualche errore perché, come altri, ha la necessità di sentire la fiducia e di giocare con una certa continuità”.
Parla di costante, quindi, il problema sta nei settori giovanili dove non s’insegna abbastanza ai terzini la fase difensiva?
“Assolutamente sì. Confrontando Barreca e Braghi, sono due ragazzi eccezionali sul piano caratteriale e hanno una propensione al lavoro e allo spirito di sacrificio fuori dal comune e rischiare di perdere giocatori come loro sarebbe un peccato perché vivono per il calcio, lo amano e sono disposti, come dicevo, a grossi sacrifici. Ho notato che la maggior parte di questi giocatori, soprattutto quelli di fascia, hanno una carenza in fase difensiva e non dipende da mancanze nelle caratteristiche dei giocatori, ma da mancanze in ciò che hanno fatto nei settori giovanili, dove certe carenze non sono state colmate o sulle quali non si è lavorato abbastanza. L’unica cosa per risolvere queste carenze è insistere con lavori a livello individuale”.
Barreca è amatissimo dai tifosi perché è cresciuto nel settore giovanile granata, ha un allenatore che pungola, anche pubblicamente, i suoi giocatori per tirare fuori il meglio e lo aveva fatto con Ljajic e Baselli, la società lo stima, quindi, ha dalla sua tutto ciò che serve per emergere, Che cosa gli può suggerire per dare uno slancio alla carriera?
“Beve stare sereno e lavorare come sta facendo. Antonio sa che gode di una grandissima fiducia, quando è arrivato al Cittadella noi volevamo prendere la metà del cartellino e il Torino è stato irremovibile perché il giocatore doveva assolutamente rientrare alla base dopo il prestito e l’anno d’esperienza. In quella stagione giocò quasi tutte le partite e noi sapevamo che alla fine avremmo perso il giocatore perché il Torino credeva tantissimo in lui. Lo aveva prestato perché passava dalla Primavera alla prima squadra per fare esperienza e, infatti, aveva giocato tantissime partite. Barreca godeva già tanti anni fa di una fiducia importante da parte della società granata e il Torino sapeva che il ragazzo costituiva un patrimonio importante. Penso che Antonio conosca bene il suo allenatore e sa che se alle volte ha modi bruschi lo fa per tirare fuori ed esaltare le sue qualità. Magari qualche volta Mihajlovic potrà essere con lui irruento, altre volte brusco e in altre ancora più morbido, ma è un allenatore che tira fuori le qualità dei giocatori e Barreca deve solo fare ciò che sa. E’ un giocatore caparbio, anche se sembra timidino, ma ha un carattere forte e sa di dover lavorare per migliorare le sue carenze e se viene pungolato pazienza, con serenità continui a lavorare perché sono sicuro che sa che il suo allenatore ha fiducia in lui”.
Parlando di lei, quando la ritroveremo in panchina?
“Non lo so, lo scorso anno ero al Livorno e l’esperienza non è andata benissimo perché siamo usciti ai play off. Quest’estate sono stato in contatto con qualche società, ma non ho trovato la squadra per ripartire subito, quindi, farò un po’ di vacanze forzate. Se fra un paio di mesi salterà qualche panchina e si mi chiameranno tornerò ad allenare, Noi allenatori siamo abituati a questo. Cercherò di trovare qualche soluzione che mi aggrada per ripartire perché dopo un periodo di riposo forzato noi allenatori andiamo in fibrillazione e abbiamo la necessità di ritrovare il campo”.