ESCLUSIVA TG – Ferrante: “Gli attaccanti del Toro sono tutte scommesse che si possono vincere solo lavorando”

21.09.2022 08:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Marco Ferrante
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Marco Ferrante
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Marco Ferrante è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Ferrante attualmente è un dirigente sportivo, in carriera ha vestito la maglia del Torino dal 1996 al 2004, con una parentesi di qualche mese nel 2001 all’Inter, ed è con 125 gol realizzati il 5° marcatore di sempre del Toro. Con lui abbiamo parlato del momento della squadra granata e della difficoltà che ha segnare.

Nelle ultime due partite il Torino ha perso con gol subiti all’ultimo, con l’Inter giocando bene mentre con il Sassuolo la prestazione è stata negativa. Due passi falsi oppure le vittorie precedenti con squadre neo promosse e il pareggio con la Lazio avevano un po’ illuso?

“Il Torino ha avuto un avvio di campionato importante e meritato per quanto visto e per quello che aveva seminato l’anno scorso. Per me il Toro non è stato una sorpresa, anche se aveva vinto contro squadre abbordabili. Contro l’Inter a San Siro non meritava assolutamente di perdere e, anzi, il pareggio sarebbe stato stretto, ma questo è il calcio soprattutto quello contro le big con le quali gli episodi si rischia quasi sempre di pagarli a caro prezzo. Invece con il Sassuolo in casa è stata una partita molto, molto brutta sotto tanti aspetti ed è un campanello d’allarme. Oggi la verità dov’è? Il Toro è quello delle prime partite oppure quello delle ultime due? Con l’Inter la vittoria sarebbe stata meritata però si è perso ed è comunque un brutto segnale e con il Sassuolo la vittoria non sarebbe stata meritata, però a volte quando non si riesce a vincere non bisogna alla fine neppure perdere com’è accaduto. Dieci punti dopo sette partite sono parecchi, ma, secondo me, il Toro oggi è strutturato, anche se gli manca un terminale offensivo che possa garantire 15-20 gol all’anno che servono a raggiungere obiettivi importanti. Ci sono discreti giocatori in organico, ma non l’ariete però tutto sommato bene. Forse negli anni precedenti si parlava di altro a questo punto del campionato. Il Toro ha un allenatore, Juric, particolare sul piano caratteriale, ma molto preparato su quello tecnico perciò io, se fossi nei tifosi e a livello societario, starei tranquillo pur con le problematiche caratteriali”.

La fatica a fare gol è un problema, ma come si risolve adesso che il mercato è chiuso?

Il Torino non ha nel parco offensivo un attaccante che anche a livello storico abbia fatto cose eccelse negli anni passati perciò deve trovarlo fra quelli che ha a disposizione. Sono tutti scommesse che si possono vincere solo attraverso la medicina del lavoro. Se si ha poca freddezza sotto porta si deve lavorare in settimana tanto su questo. Faccio un esempio, Quagliarella quando stava con me al Torino o anche ai tempi dell’Ascoli non era un bomber, non era uno che sotto porta faceva gol importanti, poi lavorando sugli aspetti negativi il ragazzo è migliorato anni luce e ha segnato una caterva di gol. La miglior medicina nel calcio è il lavoro che va a curare gli aspetti deficitari del singolo. Alle volte si dà troppa colpa agli attaccanti, ma alle volte si è riforniti anche male, ma questo non capita oggi al Toro perché sono riforniti tutto sommato abbastanza bene, ma sbagliano un po’ troppo. Si deve lavorare in settimana curando gli aspetti dove i singoli sono precari e non scendere in campo la domenica e farsi il segno della croce sperando che Tizio, Caio o Sempronio facciano gol”.

Alla ripresa del campionato il Torino affronterà il Napoli al Maradona e dovrebbe esserci Miranchuk a disposizione in quando ha superato l’infortunio, potrebbe essere lui la chiave che permette di segnare di più?

“Sulla carta quella con il Napoli, come diverse altre partite che capiteranno al Toro, non dico che sia una gara proibitiva poiché adesso il Toro è strutturato per potersela giocare contro tutti, però quello di Napoli è il classico match che se Juric va a provare a fare la partita finisce per essere fatto a fette. Dovrà essere un incontro di scacchi fatto con le mosse giuste perché tornare da Napoli con un risultato positivo indipendentemente da Miranchuk o da altri che potrebbero segnare. Il Torino non avrà vita facile a Napoli, ma ci sono circa due settimane per lavorare a preparare la partita e conoscendo la forza del Toro e del suo allenatore e sapendo che tutti hanno il dente avvelenato per l’ultimo scivolone casalingo con l’attenzione giusta a Napoli si può fare qualche cosa d’interessante”.

Cambiando argomento e parlando di lei, c’è qualche cosa che bolle in pentola a livello calcistico?

“Non posso parlarne, ma a breve ci potrebbe essere qualche cosa d’interessante. Qualche gruppo o in Italia, o in Spagna o in Inghilterra potrebbe comprare un club da gestire. Diciamo che in questo momento sono in stallo, ma con vista su un’opportunità interessante”.