ESCLUSIVA TG – De Biasi: “Il Toro non deve farsi tante pippe mentali ma tirare fuori gli attributi”

31.05.2020 07:00 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Gianni De Biasi
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Gianni De Biasi
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Gianni De Biasi è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. De Biasi è un ex giocatore e attualmente allenatore e opinionista televisivo. Ha allenato i granata più volte tra il 2005 e il 2008. Con De Biasi abbiamo parlato dei granata che alla ripresa del campionato dovranno lottare per allontanarsi dalla zona retrocessione.

Alla ripresa il Torino dovrà affrontare il Parma e poi avrà altre dodici partite per evitare la Serie B, sarà un tour de force particolarmente complicato?

“Forse lo stop del campionato ha dato una mano al Torino perché era in una situazione anche psicologica non delle migliori visto che era in serie negativa da sei partite, sette se si considera anche al Coppa Italia e che non aveva ancora svoltato dopo il cambio di allenatore. Adesso ci sarà da capire se questa pausa ha rinfrancato e ha dato una mano al Toro, ma lo capiremo solo quando ricomincerà il campionato”.

A parte le squadre che giocano le coppe europee neanche ai Mondiali e agli Europei si disputano partite ogni tre giorni in un arco di tempo di quarantaquattro, sarà un problema in più per il Torino?

“E’ il problema che di solito hanno tutte le squadre di vertice, infatti, chi disputa le coppe non ha il tempo di preparare le partite e si allenano giocando. Il problema principale in questo periodo è quello di cercare di distribuire bene i carichi di lavoro tra il gruppo squadra e i restanti giocatori che compongono la rosa. In questo deve essere bravo l’allenatore così come nel motivare tutti e insieme ai preparatori deve tenere ben monitorati i giocatori in modo da capire chi di loro avesse bisogno di rifiatare. Tutto è possibile, ma è chiaro che deve essere gestito nella maniera migliore poiché si giocheranno partite ravvicinate e si è fatta una preparazione velocissima, Ma si tratta di una situazione uguale per tutte le squadre quindi, tutto sommato, tutti partono alla pari e il problema principale è riuscire a mettere in condizione tutto il gruppo e che ci sia la possibilità di cambiare spesso i giocatori”.

Ci saranno cinque sostituzioni anziché tre e questo aiuterà sicuramente, ma serve una rosa abbastanza ampia e il Torino non ce l’ha.

“Le cinque sostituzioni indubbiamente aiutano. Avere rose con non molti giocatori è un problema, ma il Torno giocava su un fronte solo non avendo superato i preliminari d’Europa League e in Coppa Italia ha giocato due turni e per disputare il campionato di Serie A non servono cinquecento calciatori, bastano una ventina di giocatori decenti. Il Torino adesso non deve farsi tante pippe mentali e deve cercare di tirare fuori gli attributi da Toro vero in modo da affrontare la parte finale del campionato con sostanza, cuore, generosità senza menarsela più di tanto pensando che non ci si è allenati o che non si è fatto questo o quest’altro. Il Torino ha bisogno di trovare uno spirito nuovo e diverso e i giocatori in campo devono dare l’anima anche quando non ne hanno più”.

Una curiosità, ma quando il Torino stava valutando con chi sostituire Mazzarri lei è stato contattato?

“Sono stato contattato solo dai giornali”.

Quando tornerà ad allenare?

“Non lo so, ma spero il prima possibile perché altrimenti do un morso a qualcuno prima o poi (ride, ndr) ed è meglio che metaforicamente invece morda l’avversario”.