ESCLUSIVA TG – Catini (TC Teramo): “Il Toro di oggi rispetto a quello del 2005 non è cambiato molto, Cairo in 20 anni ha fatto passi in avanti da formica”

Dante Catini, presidente del Toro Club Anima Granata Teramo, è stato intervistato da TorinoGranata.it. Con lui abbiamo parlato del Torino e affrontato l’argomento dei motivi della contestazione dei tifosi granata nei confronti del presidente Cairo.
E’ finito il campionato, che voto darebbe il vostro Toro Club alla squadra?
“Tra 4 e 5. Perché è stata l’ennesima stagione anonima e senza alcun tipo di obiettivo. A mio avviso, siamo anche stati fortunati perché abbiamo trovato delle squadre che erano più deboli di noi poiché abbiamo rischiato avendo attraversato un periodo all’andata nel quale in 12 partite ne abbiamo vinte due e pareggiate altrettante e per il resto abbiamo perso otto volte. Poi il nostro allenatore Vanoli ha deciso di cambiare modulo perché era evidente che il mercato fatto in estate era totalmente inadatto al suo tipo di gioco e quindi si è dovuto adattare a quelle che erano le caratteristiche dei giocatori e per fortuna poi abbiamo attraversato un momento buono, dopo il cambio modulo, e abbiamo fatto alcuni risultati che ci hanno permesso di risollevarci in classifica prima del finale di campionato deludente. Nel complesso comunque la solita stagione anonima senza né arte né parte e adesso ci attende un altro mercato nel quale i migliori giocatori verranno venduti e saranno presi giocatori che costeranno il meno possibile attendendo i saldi di fine mercato, come è sempre accaduto negli anni passati. E’ sempre la solita storia: il prossimo sarà un altro campionato nel quale ci sarà da tribolare fino alla fine. Ma se ogni anno si costruisce una squadra racimolando i giocatori con il cartellino più economico che ci sono in giro non è detto che ci vada sempre bene e che si arrivi a metà classifica per cui dobbiamo stare attenti perché un’annata storta può capitare e si rischia grosso”.
Il finale di campionato è stato deludente e il presidente ha addossato le colpe all’allenatore, il vostro Toro Club Anima Granata Teramo concorda con Cairo?
“No, no. Vanoli non ha nessuna responsabilità per tutto quello che ho detto prima. Il campionato è stato anonimo con in rosa giocatori in scadenza e in prestito che non avrebbero rinnovato e che non sarebbero stati riscattati e altri che non rientravano nei piani tecnici e societari o che si sapeva da tempo che sarebbero stati venduti per cui è evidente che raggiunta la salvezza la tensione sia calata. Cosa fisiologica per cui assolutamente non è colpa di Vanoli, ma di tutte le circostanze come dimostra la contestazione in corso dei tifosi. Penso che Vanoli non sia stato esonerato per il finale di stagione visto che la squadra era quella e che gli obiettivi comunque li aveva raggiunti arrivando al solito 10°-11° posto per cui ha pagato più le dichiarazioni fatte nelle conferenze stampa. A inizio campionato, quando fu venduto Bellanova, disse pubblicamente che non ne era stato informato e poi dopo infortunio a Zapata ha chiesto un sostituto per continuare con il 3-5-2, che era il suo modulo preferito, e non lo hanno preso e così sono stati presi giocatori in prestito, Elmas, Salama e Braghi e comprato il solo Casadei, un giovane di buone speranze che non ha fatto male per niente. Ritengo che l’unico sbaglio che abbia fatto Vanoli sia stato l’essere fin troppo aziendalista e accondiscendente a differenza di Juric che sbatteva i pugni anche in conferenza stampa lamentandosi della squadra.
Grossa responsabilità di questa situazione ce l’ha il direttore sportivo Vagnati che non è riuscito a trovare giocatori, non dico da 15-20 milioni che non sono alla nostra portata, ma neppure adeguati al modo di giocare del mister nonostante sia stato venduto Buongiorno a 35 mln più altri 5 di bonus e Bellanova a 25. Vanoli giocava con una difesa a tre e i direttore sportivo ha preso calciatori che nella loro carriera avevano sempre giocato in difese a quattro. Vanoli voleva u difensore di piede mancino e non gli è stato preso. Sembrava quasi che Vagnati avesse fatto di tutto per mettere in difficoltà l’allenatore. Il direttore e Cairo ormai hanno dato quello che dovevano e penso che dovrebbero andare verso l’uscita dal Torino. In questi anno tranne Schuurs non ha preso buoni giocatori facendo sempre mercati deludenti prendendo giocatori scommessa e strapagandoli come Demba Seck, Ilkhan o Pellegri, che era risaputo da tutti che aveva problemi fisici anche se è un calciatore di talento e prospettiva però purtroppo anche quando è andato in prestito all’Empoli ha avuto un grave infortunio. Vagnati in questi anni ha speso dei bei soldi senza che la squadra ottenesse risulti e nonostante tutto Cairo gli ha rinnovato il contratto aumentandogli anche l’ingaggio e poi fa pagare agli allenatore le colpe di altri”.
Però bisogna dire che tutti i direttori sportivi o tecnici agiscono con i soldi che ricevono dai presidenti o comunque dalla proprietà e Vagnati non fa eccezione.
“Certo, è indubbio. Però, come dicevo, anche lui ha le sue colpe perché ha speso per Ilkhan 4,5 milioni, altri per Demba Seck o Warming per 1 oppure 2 mln, non ricordo più precismente, insomma ha speso 20 mln per giocatori che non hanno reso. Il budget che ha a disposizione è già quello che è, se poi prende giovani o meno giovani che non rendono la responsabilità e anche sua”.
Il Torino non ha preso solo Schuurs, che poi purtroppo ha avuto l’infortunio che lo sta tenendo fuori dal 21 ottobre del 2023, ma anche Ricci e Bellanova. Tutti giocatori che hanno fatto bene.
“Ricci, Ilic e Bellanova li fece prendere Juric, quindi non li considero fra quelli scovati da Vagnati”.
Adesso c’è un nuovo allenatore: Baroni. Siete contenti di lui?
“Per quanto riguarda la persona, è uno bravo ed è anche un buon allenatore perché le sue squadre hanno sempre dimostrato di provare a giocare a calcio. Però dal punto di vista caratteriale è l’allenatore perfetto per Cairo. Quando era al Verona a gennaio gli furono venduti 10-11 giocatori quasi tutti titolari e rimpiazzati con 12-13 sconosciuti e lui non ha detto nulla, non ha battuto ciglio. Per carità, la squadra alla fine si è salvata e questo dimostra che ha avuto la capacità di assemblare tutti questi giocatori nuovi e con una squadra in difficoltà che lottava per salvarsi ha raggiunto l’obiettivo. Baroni è un allenatore molto aziendalista e quindi fa al caso di Cairo perché non si lamenta davanti ai giornalisti e accetta la situazione. E il profilo perfetto per la gestione Cairo”.
Cairo nelle ultime dichiarazioni che ha fatto ha detto che il Torino dovrebbe fare un passo avanti.
“Certo, lo dice ogni anno. L’estate scorsa al Fila a Vagnati fu chiesto da dei tifosi che giocatori sarebbero stati presi e lui rispose che avrebbero fatto una squadra forte. Il discorso è che dobbiamo capire quali sono i parametri di Cairo quando parla di fare un passo in avanti. Se per lui è passare dall’11° al 10° posto o dal 10° al 9° probabilmente ci riusciamo, ma il passo che chiedono i tifosi non è questo assolutamente. In venti anni più vote ha raccontato che quando arrivò lui il Torino non aveva neppure le divise o i palloni, cosa non completamente corretta perché lui il Torino non lo ha preso dal fallimento, ma dai lodisti che nel loro piccolo riuscirono comunque a imbastire una squadra prendendo un allenatore e un direttore sportivo che poi lui cambiò quando arrivò. Non era proprio la realtà che lui dice, ma comunque se volgiamo dirla tutta: il Toro di oggi rispetto a quello del 2005 non è cambiato molto. Infatti abbiamo una sede in affitto, il campo di allenamento, il Filadelfia, non è di proprietà del Torino Fc così come lo stadio e il famoso Robaldo, che ancora non è stato completato, è in concessione per 30 anni. Per cui in vent’anni sono stati fatti passi in avanti da formica: non c’è molto di diverso nel Torino da quando Cairo ne diventò presidente. Ricordiamoci 4 anni in Serie B, al massimo 2 volte al 7° posto in A, recentemente poi per 2 volte ci siamo salvati all’ultima giornata e 1 solo derby vinto in vent’anni. Sinceramente tutto questo splendore, epopea e tranquillità che Cairo predica non la si vede”.
Speranze per la prossima stagione?
“Ah (sorride, ndr) assolutamente nessuna. Noi tifosi del Toro ci dobbiamo affidare al fato. Purtroppo, siamo fatalisti per cui per la prossima stagione dobbiamo sperare che tra i giocatori che verranno presi qualcuno faccia un exploit e che magari Baroni riesca a trovare la quadra con i calciatori che gli verranno messi a disposizione riuscendo a farli giocare in una certa maniera. Le aspettative sono molto, molto basse, come sempre: un altro campionato anonimo. Il problema però è che le altre squadre si stanno organizzando, in passato c’erano sempre cinque-sei-sette squadre che lottavano per salvarsi adesso diminuiscono ogni anno perché qualcuna si organizza e fa. Il Como, per esempio, da neo promossa l’anno scorso è arrivato al 10° posto e quest’anno non farà solo un campionato per salvarsi. E anche chi arriva dalla B sembra attrezzato, come il Pisa che ha una struttura societaria, una certa organizzazione e un centro sportivo di livello, che noi non abbiamo. Quindi c’è solo da sperare che il modo di fare di Cairo vada sempre bene, perché io non voglio andare in B: non sono di quei tifosi che dicono meglio la B così Cairo va via. Però non so fino a quando ci girerà sempre bene come è accaduto negli ultimi anni”.
Adesso le ipoteche sullo stadio Grande Torino sono state tolte e quindi ci sarà la possibilità di comprarlo. Pensate che possa arrivare un compratore che prenda anche la società?
“Sono convinto che Cairo acquisterà lo stadio Grande Torino perché altri acquirenti non credo ci siano anche perché la Juventus potrebbe darci fastidio eventualmente prendendolo per l’Under 23 però non credo che vogliano darci così filo da torcere. Per cui Cairo compra lo stadio e va bene, ma per la società lui dice che non ci sono acquirenti. In questi anni però qualche notizia è uscita fuori e pare che Cairo ad alcuni che si sono avvicinati per prendere il Torino abbia chiesto cifre esorbitanti, addirittura 300 milioni. Il problema non è lo stadio di proprietà oppure no, ma se Cairo ha la volontà di vendere il nostro Toro.
Non riesco a capire una persona come lui che è lì da vent’anni, ed è tanto tempo, che è contestato e che nessuno più lo vuole eppure non se ne va. Non facciamoci ingannare dallo stadio quasi pieno perché tra promozioni con biglietti a 5 euro e posti riempiti con i ragazzi delle Academy si fa presto a riempire lo stadio perché una famiglia con 20 euro va allo stadio e passa così il pomeriggio o la serata. Non si riesce proprio a capire l’ostinazione di Cairo a non mollare a non cedere il Torino seppur non sia più benvoluto da nessuno. Comunque lo stadio potrebbe essere un incentivo per chi volesse comprare, ma il problema resta Cairo che, secondo me, non vuole vendere”.
Voi a Teramo non siete vicini a Torino, ma allo stadio comunque per quanto potete ci venite, vero?
“Certo, due-tre volte l’anno ci andiamo. Al derby, ad esempio, veniamo sempre: è la nostra trasferta fissa, a prescindere dalla giornata in cui si gioca. Ma tra andata e ritorno sono circa 1400 chilometri, un bel viaggio”.
Voi foste più vicini a Torino fareste l’abbonamento per la prossima stagione?
“Assolutamente no. E mi auguro che i tifosi che sono a Torino o che vivono nelle vicinanze non si abbonino. E’ un segnale forte che bisogna dare al Presidente: basta davvero. Non possiamo farci comprare con uno sconticino o una promozione. Quest0anno con l’abbonamento ci sono due gare di Coppa Italia a 1 euro. Ripeto, basta! Bisogna dare un segnale forte perché non ce la facciamo più. La situazione è drammatica per cui basta basta, veramente. Siamo diventati lo zimbello di tutti. Venerdì scorso abbiamo fatta una cena del club e chi è venuto lo ha fatto per amicizia, ma non perché ci unisce l’amore per il Torino. Sia chiaro, l’amore per la maglia granata è immutato però per questo Torino ormai c’è solo sconforto. Quest’anno il club compirà 10 anni e stiamo organizzando una festa, ma le persone anche uomini adulti di 70 anni e più che sono esasperati per come è gestita la squadra. Questo fatto mi ha colpito, Tifosi storici che hanno visto l’ultimo scudetto di Pulici e non vado a ritroso, tutta gente attaccatissima al Toro, che adesso è sfinita da Cairo che sembra un muro di gomma sul quale rimbalza tutto.
Mia opinione personale, Cairo non è un imprenditore, ma un commerciante. Infatti la sua fortuna l’ha fatta raccogliendo pubblicità. Un imprenditore che ha un’azienda da vent’anni si presuppone che cresca. Un imprenditore normale reinveste nell’azienda per farla crescere, mentre Cairo nel Torino non ha mai investito niente. Come ho detto, dal 2005 a oggi il Torino Fc non è praticamente cresciuto. Pensiamo solo alla sede, in vent’anni un appartamento a Torino lo si compra e il mutuo oggi sarebbe estinto. Questo per fare un discorso banale. Io lavoro nel campo immobiliare e oggi se il Torino fosse messo in vendita cosa proporrebbe all’eventuale acquirente? Alcuni giocatori sono in prestito, altri si possono svincolare a fine contratto a parametro zero oppure comunque nel calcio comandano i procuratori e se vogliono portare altrove un loro assistito lo fanno. E poi una rosa che si piazza sempre a metà classifica non può valere più di tanto. Se anche Cairo comprasse lo Stadio Grande Torino è un impianto che va completamente ristrutturato e altre proprietà immobiliari non ci sono, anzi lo a oggi neppure lo stadio. Per cui cosa si può vendere? Il nome Torino.
Cairo è anche fortunato perché senza più le ipoteche lo stadio potrà comprarlo per due soldi e poi il Governo ha stanziato soldi per le strutture sportive e quindi sapendosi muovere riuscirà a prendere i finanziamenti per ristrutturarlo. Che sia uno capace e bravo a sfruttare le occasioni non ci sono dubbi infatti ha comprato il Torino praticamente a zero euro, così come La 7 e Rcs garantendo con sue altre società. E quando poi le aziende diventano di sua proprietà fa tagli e quindi le società che ha preso tornano a fare utili. Non dimentichiamoci che oltre alla contestazione dei tifosi del Torino c’è stato uno sciopero dei giornalisti de La 7, del Corriere della Sera, della Gazzetta dello Sport e degli altri suoi giornali, anche se i programmi sono andati in oda ugualmente e i giornali sono usciti comunque. Il suo modo di gestire le aziende ha un filo conduttore: risparmiare e non badare alla crescita. Pensiamo ai programmi de La 7 c’è il giornalista che conduce, Augias, la Gruber e Mentana, e qualche ospite e così i costi sono contenuti. I giornalisti fanno più trasmissioni e sono invitati alle altre. Nella programmazione de La 7 non ci sono show e spettacoli che hanno dei costi. E infatti l’audience de La 7 negli anni non è cambiata molto, quasi per nulla. Cairo fa i suoi utili e per lui va bene così”.
Va detto che Corriere della Sera e Gazzetta dello Sport hanno incrementato il numero di copie vendute.
“Per Cairo prendere questi due giornali è stato un grande colpo, che già provò a fare qualche anno prima di lui Diego Della Valle, il proprietario della Tod’s e ex patron della Fiorentina, ma non gli riuscì nonostante la sua capacità economica fosse superiore a quella di Cairo. Sul fatto che ci sia riuscito invece Cairo c’è chi lascia intendere che, come sappiamo visto che ci informiamo, che a Torino non si muove foglia che la galassia Fiat e i suoi proprietari non vogliano. Di certo è stata bravura e fortuna”.
Copyright © 2025 - Tutti i diritti riservati
