ESCLUSIVA TG – Caso: “Mi sembra che al Toro manchi la cattiveria agonistica dell’anno scorso”

07.12.2017 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
ESCLUSIVA TG – Caso: “Mi sembra che al Toro manchi la cattiveria agonistica dell’anno scorso”
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Domenico Caso è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Caso è un ex calciatore che giocò nel Torino dal 1983 al 1985 e subito dopo nella Lazio fino al 1988, terminata l’attività agonistica è diventato allenatore e dirigente. Con lui abbiamo parlato della partita di lunedì sera fra le sue ex squadre.

Lazio e Torino se si guarda la classifica e l'andamento finora tenuto sono sue squadre parecchio distanti. Questa differenza dipende dal modo di giocare, dagli interpreti o anche da altro?

"Dipende dalla qualità delle squadre. La Lazio ha un organico di grande livello e un allenatore che sta ottenendo degli ottimi risultati e prestazioni importanti da ogni singolo giocatore, abbinando una capacità tecnico-tattica a giocatori che stanno dando degli impulsi importanti come Immobile, Milinkovic-Savic e Luis Alberto. Sono giocatori che in mezzo a un quadro tattico importante abbinano qualità e questo è una nota di merito fondamentale. La Lazio è una squadra che riesce a giocare un calcio molto pratico, essenziale e concreto con anche delle giocate spettacolari e, quindi, sta ottenendo risultati importanti.  Il Torino, invece, forse sta un po' disattenendo ciò che si aspettava Mihajlovic. Il Torino dal punto di vista delle prestazioni aveva iniziato bene la stagione, poi, piano piano ha perso smalto non riuscendo più a riproporre quel calcio che vorrebbe Mihajlovic. Da distante è difficile capire o esprimere un giudizio, io vivo a Roma e seguo più da vicino la Lazio e di conseguenza per me è più facile parlare dei biancocelesti. A fronte delle prestazioni della Lazio mi permetto di dire che in questo momento la Lazio sotto l'aspetto del pronostico è nettamente favorita sul Torino, anche se poi nel calcio non si può mai dire perché nel campionato italiano non si può mai dare nessuna partita per scontata".

Belotti è stato anche infortunato, però, non riesce a ripetersi sui livelli dello scorso campionato, secondo lei è spiegabile con “non tutte le annate sono uguali” oppure da altri fattori?

“A parte che non tutte le annate sono uguali, ma io credo che dipenda dal rendimento della squadra perché Belotti e la punta di diamante di una squadra che se non funziona il primo a rimetterci è proprio lui. Al di là dell'incidente dell'infortunio, che ha un po' minato il momento del giocatore poiché per rientrare per giocare in Nazionale da quello che ho letto sono stati affittati un po' i tempi, però, se la squadra non si esprime a certi livelli un giocatore come Belotti va in difficoltà. È indubbio che un giocatore come Belotti ha delle capacità straordinarie e le ha dimostrate, ma se la squadra non gioca un calcio propositivo, offensivo, che si addice a lui, anche Belotti fa fatica. Negli ultimi mesi il Toro non ha giocato molto bene e non ha favorito la sua punta. Ho sentito spesso e volentieri Mihajlovic e lamentarsi delle prestazioni e del modo di giocare nella sua squadra, quindi, vuol dire che anche lui pretende di più dalla squadra che sicuramente potrebbe dare di più, anche e soprattutto sotto l'aspetto del gioco perché potrebbe avere una qualità di manovra come ha la Lazio. Immobile sta in uno scacchiere nel quale tutti corrono, fanno il loro, giocano un calcio propositivo e  e chiaramente a beneficiarne è lui che è il terminale offensivo. Tutto questo, invece, non avviene nel Toro di Belotti in questo momento".

Altro problema in attacco nel Torino è la posizione di Ljajic, quando giocava dietro la punta centrale da trequartista rendeva di più, mentre se gioca da esterno si spegne.

"Lei ha appena detto una cosa giusta, i giocatori di talento, quelli che hanno tecnica individuale, eccelsi non possono essere ingabbiati in schemi tattici e, soprattutto, secondo me, non possono essere messi nelle corsie laterali perché sono costretti a rincorrere difensori che attaccano poiché oggi anche i terzini attaccano, oltretutto sul piano fisico li si perdere nella corsa e nei rientri. Giocatori come Ljajic, a mio modesto parere, andrebbero lasciati liberi dalle tematiche tattiche, non si possono ingabbiare perché sono giocatori come i "vecchi" Baggio, Mancini, Zola e chi più ne ha più ne metta. Ljajic quando è libero di andare dove gli pare, senza sprecare energie come capita agli esterni e senza seguire dettami tattici il suo rendimento migliora, mentre quando gioca da esterno è costretto a rientrare, a fare sacrifici e poi sul piano tattico quando rientra non è così lucido per ripartire e per essere offensivo. Agendo, invece, dietro la prima punta si ritrova nel suo ruolo naturale e di conseguenza vuole giocare in quella posizione. Poi è chiaro che un giocare va anche in porta pur di giocare, ma non è lo stesso".

Il Torino ha pareggiato otto su quindici partite e le ultime quattro e questo potrebbe compromettere l'obiettivo di andare in Europa League, anche se c'è solo un punto dal settimo posto, ma sono tre le squadre da superare e altre due da tenere alle spalle. I pareggi sono sintomo che qualcosa forse non va bene?

"Sinceramente questa è una cosa che mi sono chiesto anch'io  perché rispetto all'anno scorso non ho visto la stessa cattiveria agonistica, la voglia di giocare un calcio più determinato, più cattivo, più irruento, voglioso. Questo è quello che mi sembra dall'esterno avendo visto giocare i granata solo qualche volta in televisione, quindi, non è facile analizzare la situazione. Ho l'impressione che la squadra non abbia la stessa cattiveria e determinazione del suo allenatore di voler arrivare a centrare l'obiettivo fondamentale che è la vittoria in ogni partita. Mi sembra che la situazione sia un po' strana, ma, ripeto, ho un punto d'osservazione distante. Tutto è ancora in ballo perché non siamo ancora a metà campionato e il Torino ha tempo per rimettersi in corsa e in piedi, anche perché nelle ultime gare ha incontrato l'Atalanta e prima il Milan, avversari non facili, e anche il Milan nonostante tutto è un avversario di rango, quindi, questi paraggi ci possono stare tranquillamente, sono forse quelli precedenti con squadre meno forti ad aver lasciato l'amaro in bocca".

Le prossime avversarie dei granata saranno Lazio, Napoli e Roma in Coppa Italia, tutte partite con un tasso di difficoltà elevato.

"Il calendario è questo e il Toro dovrà fare il massimo. Ma quando s'incontrano certe squadre si hanno degli stimoli particolari, scattano dei meccanismi quando s'incontrano le prime della classe ed è sempre un piacere giocare con squadre di alto livello. Faccio un esempio, se il Torino dovesse affrontare il Real Madrid non dovrebbe preparare la partita dal punto di vista motivazionale perché tutti i giocatori sanno l'importanza di partite di questo tipo. In queste situazioni possono scattare meccanismi mentali che possono portare, anche in un momento in cui non c'è particolare brillantezza e non si ottengono risultati pieni, a superare l'appannamento. Si può fare una prestazione il livello, anche perché l'avversario ti permette di farlo. Quanto meno ci si aspetta questo dal Toro".