ESCLUSIVA TG – Capuano: “Il Toro deve cedere per comprare, ma non c’è aria di smobilitazione”
Giovanni Capuano è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Capuano è un giornalista e collabora con Radio 24 e Panorama. Con lui abbiamo fatto il punto su quali potranno essere le strategie di mercato del Torino.
I tifosi temono che se troppi big andassero via e se pur arrivassero alcuni giocatori che da tempo sono accostati al Torino, oltre ad Avelar e Acquah, comunque la squadra ne uscirebbe indebolita e non rafforzata. Timori condivisibili?
“A Radio 24 abbiamo sentito il presidente Cairo a inizio settimana e devo dire che a me è parso abbastanza lucido nell’analisi della situazione. Pensare che il Torino trascorra l’estate senza fare almeno una cessione importante sarebbe un’illusione per i tifosi e mi sembra, che in maniera molto onesta, il presidente Cairo una cosa di questo genere non l’abbia detta. L’avesse detta, a mio parere, sarebbe stato veicolare un messaggio sbagliato, allo stesso modo mi sembra che il Torino non abbia intenzione di smobilitare e di vendere tutti i giocatori migliori. Il Toro semplicemente ha la necessità, come tutti i club piccoli o medi e anche grandi, di finanziare almeno una parte della campagna acquisti attraverso una cessione. Penso che tra Darmian, Glik, Maksimovic e Peres qualcuno andrà via e mi pare che la scadenza del trenta giugno fissata da Cairo per le cessioni eccellenti sia abbastanza complicata da rispettare, ritengo piuttosto che la scadenza sia un messaggio che il presidente ha lanciato per evitare di ritrovarsi nella situazione di un anno fa quando Cerci è andato via nelle ultime ore del mercato, cosa che ha finito per non fare il bene di Cerci e nemmeno del Toro. Mi pare che i tifosi granata possano stare tranquilli e anche fidarsi di Cairo perché per lui parlano i risultati delle ultime due stagioni”.
A Cairo è imputato dai tifosi che nelle trattative per l’acquisto di nuovi giocatori si presenta con offerte iniziali alle società che non superano i 2-3 milioni e ai calciatori propone ingaggi ben sotto il milione di euro. Pur stando attenti ai conti, ma alzando un po’ le cifre per il Torino sarebbe più facile aggiudicarsi giocatori migliori che potrebbero contribuire al salto di qualità che c’è già stato, però solo fino a un certo punto?
“Mi sembra che il salto di qualità il Toro l’abbia fatto nelle ultime stagioni, infatti, si è giocato l’Europa League fino agli ottavi e non so che cosa un tifoso fino a tre-quattro anni fa potesse sperare di più. Sulle cifre dico che evidentemente Cairo potrebbe scegliere di offrire di più, però e anche vero che gli equilibri all’interno di una società sono sottili e quindi se esiste un tetto e si deroga la conseguenza immediata è che si deve derogare anche al monte stipendi. Quest’ultima cosa, senza arrivare a parlare di grandissimi club, è successa negli ultimi anni al Napoli di De Laurentiis e oggi, che per la seconda stagione consecutiva la squadra è fuori dalla Champions, il presidente è costretto ad attuare un grande ridimensionamento, che lo chiami ridefinizione, Napoli italiano, però, insomma, la sostanza è quella. Club come il Toro o il Napoli si reggono su ricavi strutturali che sono limitati, hanno la possibilità di effettuare plusvalenze, ma possono essere fatte per un anno, due, però a un certo punto finiscono e tutte le spese che vengono fatte devono essere parametrate su tetti di spesa. Mi sembra che Cairo non investa poco nel Torino, e la società è perfettamente dimensionata così com’è diventata nelle ultime due stagioni, quindi la squadra può pensare di lottare per l’Europa, ma se non ci arriva non è un dramma”.
Tornare in Europa dopo vent’anni, così come vincere il derby o battere squadre più forti è un gran bel passo avanti, ma assaporato tutto ciò il tifoso non vuole tornare nel limbo della metà classifica e considerare un lampo nel buio i successi ottenuti, ma ambisce a renderli una costante.
“Oggi ci sono club, penso alle squadre milanesi, che per fare quel salto di qualità stanno spendendo cifre che sono fuori dalla portata del Toro e forse anche per Inter e Milan e per questo vedremo che cosa accadrà nelle prossime settimane, mentre Juventus, Roma e Napoli sono a un livello superiore. Non penso che Cairo debba inseguire queste logiche, la strada che può percorrere per dare continuità ai risultati, che la squadra ha ottenuto nelle ultime due stagioni, è quella di arrivarci attraverso un progetto tecnico-tattico interessante e, ad esempio, la conferma di Ventura è un dato positivo, adesso deve consegnare all’allenatore una rosa che sia funzionale a conquistare 55-60 punti e poi vedere che cosa combineranno gli altri. Se si pensa, invece, che Cairo e il Torino possano competere sul mercato con Inter e Milan, che stanno cercando di scalare quelle tre-quatro posizioni in classifica, o con il Napoli, la Roma o peggio ancora la Juventus per me si è leggermente fuori strada. Se questa stessa chiacchierata fosse stata fatta un anno fa si sarebbe parlato di una grandissima delusione dei tifosi perché era andato via Immobile e si diceva che anche Cerci, com’è avvenuto, avrebbe fatto le valige, ma visto quello che è accaduto in questa stagione pongo la domanda: Cairo ha fatto bene oppure ha fatto male a lasciar partire Immobile e Cerci? Secondo me ha fatto bene”.
Ma rimane il dubbio che cedendo i migliori non arrivino sostituti altrettanto validi. Con Immobile e Cerci il Torino è arrivato settimo e poi a causa dei problemi del Parma ha giocato comunque in Europa League, senza questi due giocatori è vero che è arrivato fino agli ottavi in Europa, ma in campionato è arrivato nono e per due soli punti, facilmente conquistabili nell’arco della stagione, è sfumato il traguardo del sesto posto e del partecipare ancora alla coppa.
“Questo stesso ragionamento può essere fatto per l’Inter. Se si parla con un tifoso nerazzurro sicuramente dirà che non avendo battuto in casa il Parma, il Cagliari, il Cesena, il Chievo, abbiamo perso a Parma e a parte la Juve siamo gli unici a non aver fatto punti con i gialloblù e per un punto l’Inter non è in Europa. Sono tante le squadre in questo campionato che per poco non hanno raggiunto il traguardo sperato o che si erano prefissate, anche perché in questa stagione è stata particolarmente bassa la quota di qualificazione alle coppe europee. Con Immobile e Cerci il Toro forse sarebbe stato più forte oppure anche no perché sono due giocatori che comunque nelle stagioni precedenti non avevano avuto continuità di rendimento e quindi non abbiamo la controprova che quest’anno se fossero rimasti in granata sarebbero riusciti a bissare il numero di gol e di assist del campionato precedente.
A me sembra che il tifoso del Toro debba stare attento e chiedere di non essere infilato in un altro tormentone come quello vissuto la scorsa estate per la cessione di Cerci, però allo stesso tempo deve essere abbastanza fiducioso per questo mercato. Tra l’altro i due giocatori che sono già stati presi sono importanti. Avelar l’anno scorso nella prima parte della stagione è stato uno delle rivelazioni a Cagliari, Acquah è un ottimo giocatore ed è venuto via dal Parma per andare alla Sampdoria con un percorso particolare e a prezzo stracciato già quest’inverno e solo per le vicende societarie del club gialloblù, altrimenti avrebbe avuto un mercato differente. Secondo me giocatori come Maksimovic e Bruno Peres sono sostituibili esattamente come lo erano stati Cerci e Immobile”.
Forse, però, Darmian e Glik sono un po’ meno facilmente sostituibili.
“Certo Darmian e Glik sarebbero due partenze un po’ più pesanti. Diciamo che il nodo è questo: se Darmian va via per 20 milioni che vengono reinvestiti la questione è accettabile, a meno no. Mi pare che nell’offerta del Napoli ci siano anche alcuni giocatori importanti e dei nomi che sento fare m’intriga Zapata, attaccante che quest’anno quando è stato chiamato a giocare al posto di Higuain ha fatto sempre vedere dei numeri eccezionali, quindi si tratterebbe di un investimento importante per una squadra come il Torino, dove potrebbe avere degli spazi. Per Glik si parla di offerte da 10 milioni e di richieste superiori ai 15, capisco che è il capitano, ma 15 milioni sono tanti soldi. Darmian e Glik, se vanno via, sono cessioni pesanti, se però esiste un piano d’investimento e Cairo usa i soldi incassati per costruire un nuovo progetto insieme a Ventura a me sembra che il patto con il tifoso del Toro possa essere sottoscritto”.
Darmian in cambio di Zapata, Jorginho ed El Kaddouri, se quest’ultimo volesse restare in granata, sarebbe uno scambio equo?
“Di Zapata ho detto. Jorginho è rimasto incastrato nell’organizzazione tattica di Bentitez che non era costruita per un regista, però il giocatore un anno e mezzo fa era arrivato praticamente alla nazionale e probabilmente è uno dei ragazzi più interessanti nel suo ruolo. In queste contropartite di solito sono inseriti, per abbassare il prezzo, ragazzi della Primavera o giocatori di prospettiva, ma a lungo termine, mentre in questo caso eventualmente potrebbero essere inseriti calciatori che possono essere usati da Ventura come titolari. Oltre ai discorsi con il Napoli ci sono altri profili di giocatori accostati al Torino come Cigarini. Ecco lui, per un club del livello del Toro, è un giocatore importante dal rendimento sicuro e sarebbe un ottimo innesto. L’arrivo di uno come Cigarini sarebbe la dimostrazione che se Cairo vende Darmian e Glik non lo fa per ottenere un utile per se stesso”.