ESCLUSIVA TG – Beccaria: “Il Torino pecca di discontinuità e gli manca il killer instinct. E sul Filadelfia e il Robaldo …”

12.02.2023 08:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Domenico Beccaria
Domenico Beccaria

Domenico Beccaria è stato intervistato in esclusiva da TorinoGranata.it. Beccaria è il presidente dell’Associazione Memoria Storica Granata e del Museo del Toro inoltre è uno dei consiglieri del Consiglio d’Amministrazione e uno dei soci fondatori del Collegio dei Fondatori della Fondazione Stadio Filadelfia, giornalista e grande tifoso del Toro. Con lui abbiamo commentato il periodo che sta vivendo la squadra di Juric che dopo il raggiungimento la scorsa settimana del 7° posto battendo l’Udinese venerdì sera ha perso con il Milan.

Che cosa pensa del Torino?

Da quando è ricominciato il campionato, dopo la sosta per il Mondiale, il Torino ha peccato soprattutto di discontinuità e di quello che gli americani chiamano “killer instinct” cioè quell’istinto dell’assassino che fa chiudere le partite in bilico volgendole a proprio favore. Mi sa che ci ritroveremo a rimpiangere amaramente i 7 punti che abbiamo perso a inizio anno con le squadre che stanno lottando per non retrocedere (Verona, Salernitana e Spezia, ndr)”.

Come giudica il mercato invernale?

“E’ stato con la partenza di Lukic e gli arrivi di Ilic, Gravillon e Vieira niente di più di quello che ci si aspettava. Il Torino a gennaio non ha mai fatto grosse cose. E se vogliamo proprio essere cattivi possiamo dire che il Torino negli ultimi diciotto anni non ha mai fatto grandi cose in sede di mercato. Tolti i primi due-tre anni in cui Cairo ha fatto degli errori clamorosi spendendo soldi per giocatori che non li meritavano, tutti gli altri anni ha speso poco. Quando erano giocatori da poco non ci ha rimesso niente e quando i calciatori si dimostravano delle scommesse vincenti sono stati regolarmente ceduti nel giro di poco, appena il loro valore era sufficientemente salito. Ultimamente con la formula dei prestiti con diritto di riscatto le cose sono anche peggiorate perché tante, troppe volte abbiamo visto che quello che era contrattualizzato come prestito con diritto di riscatto si rivelava poi un prestito secco occulto, nel senso che era palese che non c’era la volontà di riscattare il giocatore nei tempi concordati. Cosa che è avvenuta per diversi calciatori, Praet è un esempio, ma credo che anche quest’anno a fine stagione assisteremo a qualche altra scenetta divertente”.

L’assenza di un centravanti prolifico quanto pesa sul gioco e sui risultati?

“Pesa sull’economia del gioco di tutte le squadre Se si pensa che persino Guardiola, che è un po’ il profeta del falso nueve, nel suo Manchester City ha voluto Haaland, che è uno che la butta dentro a raffica, quindi di cosa stiamo parlando? E’ una cosa vecchia come il mondo. La buonanima di Nereo Rocco diceva che per fare una buona squadra serve un portiere che para tutto, un assassino in difesa, un genio a centrocampo, uno che la butta dentro e altri sette asini che corrono. Per mi si passa una battuta e senza voler offendere nessuno, ci mancherebbe, per adesso abbiamo i sette asini che corrono”.

Martedì scorso dopo tanto tempo il Torino ha effettuato un allenamento a porte aperte al Filadelfia e pur essendo una mattinata lavorativa c’erano 500 tifosi. Ci sono tutti i permessi dei Vigili dei Fuoco e fra poco anche il cortile sarà tutti i giorni riaperto. Una “battaglia” vinta dal popolo granata?

“Vorrei solo sottolineare la grande differenza fra la riapertura del cortile e quella degli spalti del Filadelfia. Perché mentre la riapertura del cortile è un obbligo statutario che il Torino Fc è tenuto a rispettare. Quindi nel momento in cui è arrivato il CPI (Certificato Prevenzione Incendi) e stiamo facendo i corsi di formazione per i volontari che una volta terminati e i partecipanti avranno sostenuto gli esami di Vigili del Fuoco, come tempistica direi ragionevolmente per gli inizi di marzo, l’apertura del cortile del Fila diventerà una cosa automatica. Un diritto statutario acquisito. Mentre invece l’apertura degli spalti per assistere agli allenamenti è una facoltà che il Torino Fc si riserva di esercitare quando lo ritiene opportuno: non è un obbligo. Sono due cose totalmente differenti. Ripeto, una è un obbligo statutario,  l’altra una facoltà che il Torino Fc esercita quando ritiene di farlo: questo deve essere molto chiaro. Significa che una cosa dipende esclusivamente dal Torno, mentre l’altra dipende dallo Statuto e quindi dalla Fondazione Filadelfia di cui, non mi stancherò mai di sottolineare e ribadire, il Torino Fc fa parte perché il Torino è al Filadelfia nella duplice veste di padrone di casa in quanto socio della Fondazione e di inquilino in quanto affittuario della struttura. Quando leggo, come mi è capitato recentemente su La Gazzetta dello Sport, che il Torino dichiara “noi non ne possiamo niente” è vero solo in parte, ossia per quel che riguarda il Torino come affittuario, che non può nulla se ci sono state lungaggini per avere i certificati, ma il Torino in quanto socio fondatore della Fondazione Filadelfia e in quanto consigliere d’amministrazione della Fondazione – da quando la Fondazione è stata costituta uno dei cinque posti in Consiglio d’Amministrazione è di pertinenza del Torino Fc ed è sempre stato occupato dal club nella persona di Giuseppe Ferrauto, che è uno dei consiglieri del Torino Fc – si prende la sua fetta di responsabilità non solo in questo caso per le lungaggini, bensì anche per tutte le cose che riguardano, in positivo e in negativo, la vita del Filadelfia. Questo sia ben chiaro”.

La Primavera continua a giocare distante da Torino, in questa stagione a Vercelli e nella scorsa a Biella, ma secondo lei è possibile che non si possa trovare un campo in città o almeno nei Comuni più vicini?

“Ormai il Robaldo dovrebbe essere quasi finito, no?(Sorride sarcastico, ndr). Era una battuta feroce, ovviamente”.

E allora nel discorso includiamo anche il Rodaldo. Da tifoso cosa ne pensa delle lungaggini che ci sono sulla costruzione del centro sportivo per le giovanili del Torino?

“La risposta seria, e unisco le due domande, è che posso capire che malgrado le lungaggini - di cui la Fondazione non è responsabile poiché nulla ha a che fare con il Robaldo poiché questo terreno, che a quest’ora dovrebbe essere pronto da un bel pezzo e quindi utilizzabile anche dalla Primavera – il Torino ha già due campi in Città: il Filadelfia e lo stadio Olimpico Grande Torino. Recentemente, lo scorso 1 ottobre, siamo andati a giocare e a perdere, sottolineo, malamente il derby a Vercelli  quando la prima squadra giocava a Napoli e non si spiega perché con due stadi vuoti in Città la Primavera abbia quindi dovuto giocare a Vercelli. Secondo me, questi sono piccoli dettagli che però poi alla fine fanno la differenza. Mi chiedo: perché per una partita importante e sentita dalla tifoseria come il derby non si sia fatta un’eccezione  e non si sia fatta giocare la Primavera a Torino? Questi sono i dettagli che fanno la differenza fra una società che è attenta non solo alle esigenze dei tifosi, ma anche a quelle dei suoi giocatori perché questi ragazzini si sarebbero trovati 1000-1500 o anche 2000 persone ad applaudirli e incitarli e invece sono andati a perdere nel deserto più totale degli spalti vuoti di Vercelli. La differenza fra una società attenta alle esigenze dei tifosi  e della sua squadra cerca tutta una serie di dinamiche e invece il Torino Fc la vede in questi dettagli”.

Ed esattamente cosa pensa?
“Sul Robaldo non ne so niente perché non riguarda la Fondazione Filadelfia, di cui sono consigliere, e neppure riguarda il Museo del Toro, di cui sono presidente, ma riguarda esclusivamente il Torino Fc, di cui sono orgogliosamente estraneo alla conduzione societaria.  Di conseguenza la domanda non va rivolta a me, bensì ad altri due soggetti: al presidente del Torino Fc Urbano Cairo e ai due sindaci, Chiara Appendino, che era quella in carica quando il Torino si era aggiudicato il bando (era l’8 marzo 2016, ndr), e a Stefano Lo Russo, il sindaco attualmente in carica. L’impianto è fermo da sei anni. Vorrei sapere quanti bandi, non solo per impianti sportivi, la città di Torino ha aggiudicato dal dopo Guerra a oggi lasciandoli poi a se stessi, assolutamente fermi e inoperosi per sei anni senza verificarne il perché e senza intervenire per sollecitare il soggetto vincitore del bando, che in questo caso è trentennale, a darsi una mossa e rispettare i termini previsti dal bando stesso per la sua realizzazione. Sei anni di nulla. Prima hanno raccontato che c’erano dei rifiuti tossici, poi di una strada che ci passava in mezzo, adesso ci sono cavi dell’alta tensione e una cisterna di una centrale termica a gasolio e fra un po’ magari ci sarà una pista d’atterraggio per astronavi aliene. Io non lo so che cosa debba ancora succedere per rallentare l’iter di realizzazione del Robaldo. E sto parlando da cittadino e non da tifoso”.

Tornando al discorso del Torino squadra, prima ha detto che a fine stagione ci potrebbero essere dei rimpianti. Ma tenuto conto dell’andamento del campionato e di quello dei granata dove potrà arrivare la squadra?

Non lo so, non è facile fare un pronostico proprio per la discontinuità che ha caratterizzato i rendimento del Torino finora. Se pensiamo che in questa stagione in campionato il Napoli sta stravincendo a mani basse con distacchi abissali sulla seconda in classifica. Abbiamo un ristretto gruppo di squadre che insegue il Napoli e sotto queste c’è il nulla. Vado a memoria, il Torino ha 30 punti dopo 22 partite e il Monza, neo promosso, 26 dopo 21 gare. Qualche anno fa Gian Piero Ventura  per un anno intero aveva ripetuto che cosa volete pretendere da una neo promossa? E’ già tanto che ci salviamo. E il Monza da neo promossa ha quattro unti in meno del Toro e deve ancora giocare il match di questo turno con il Bologna. Questo è un campionato con un livello veramente minimo ed è stato ulteriormente abbassato dai 15 punti di penalizzazione della Juventus. Veramente, se quest’anno non concludiamo qualche cosa diamoci martellate sui c…. alla Tafazzi. Se fossimo arrivati alla finale di Coppa Italia avevamo la quasi certezza di qualificarci per una competizione europea, ma abbiamo perso ai quarti contro una Fiorentina disastrosa e se avessimo vinto avremmo avuto la prospettiva di disputare la doppia semifinale con la Cremonese, che andava affrontata con tutto il rispetto del mondo perché ha mandato a casa il Napoli e la Roma per cui così scarsa non deve essere, anche se in campionato è ultima con soli 8 punti dopo 21 partite, ma, signori miei, è pur sempre la Cremonese.  Sta lottando per non retrocedere, però potrebbe arrivare in finale di Coppa Italia. E allora perché noi del Toro no? Ma la risposta è perché c’è questa discontinuità e di conseguenza, secondo me, oltre alle carenze tecniche dei giocatori della rosa bisognerebbe farsi due domande sul livello motivazionale e caratteriale del Torino. Juric oltre a saperli mettere in campo è capace a motivarli?. Le domande sono due: l’allenatore sa mettere in campo i giocatori? Li sa motivare? Non è solo una questione tecnica, ma anche motivazionale e caratteriale quando ci sono alti e bassi come stiamo vedendo quest’anno: sono disarmanti!”.

Quindi, secondo lei, non è solo mancanza di qualità e incompletezza della rosa, ma c’è anche un allenatore che forse non è abbastanza all’altezza?

“Eh, secondo me, sì. Perché la rosa sicuramente non è a livello delle primissime. Togliendo le due romane, le due milanesi e siamo a quattro, il Napoli fa cinque, la Juventus sei e l’Atalanta sette, queste squadre  hanno rose assolutamente migliori del Torino, mentre con le altre ce la possiamo giocare. Allora perché non riusciamo ad emergere? A mio parere, la somma di alcune carenze strategiche, quindi di sistemazione in campo dei giocatori, e altrettante carenze caratteriali / motivazionali sono la causa. Il calciatore che magari non ha un carattere così fermo e l’allenatore che non è capace a motivarlo nella maniera corretta formano la somma dei fattori producono questa instabilità, questa discontinuità e compongono la classifica del Toro. Trenta, che sono i punti, attuali, più sette lasciati per strada nelle gare con chi lotta per salvarsi, fanno trentasette e adesso saremmo a 2 punti dalla Lazio, che ieri sera ha perso con l’Atalanta, quindi saremmo nel pacchetto di quelle che lottano per l’Europa e mi sono limitato a prendere in considerazione i punti non conquistati solo in tre partite nelle quali abbiamo ne abbiamo persi in maniera ridicola. Se ripensiamo a tutte le 22 gare disputate finora quanti punti abbiamo lasciato malamente per strada? Non abbiamo perso o pareggiato tutte le gare per superiorità assoluta degli avversati, più volte il punticino o due ci potevano stare. Mentre invece, a dirla onestamente, non mi vengono in mente partite in cui il Toro abbia “rubato” il pareggio o la vittoria quando li ha ottenuti”.