ESCLUSIVA TG – Avv. Marengo: “Dopo la diffida mi aspetto che la Fondazione ci chiami per redimere la questione sul cortile del Fila”
L’avvocato Pierluigi Marengo è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Con Marengo, presidente dei “lodisti” nell’estate del 2005 e noto tifoso granata, abbiamo parlato della diffida, per conto del Comitato Difesa del Toro, che ha inviato alla Fondazione Filadelfia, proprietaria della struttura, relativa alla fruizione da parte dei tifosi granata del cortile del nuovo Stadio Filadelfia, che attualmente è interdetta al pubblico.
Avvocato Marengo ci spiega le motivazioni della diffida alla Fondazione Filadelfia relative al cortile del Fila?
“Ritengo che il contratto d’affitto del Torino Fc relativo all’impianto Filadelfia, dove si allena la squadra granata, abbia varie ipotesi di nullità. Il punto nodale è l’articolo 1362 del codice civile nel senso che nei contratti non basta leggerli e pensare che ci siano solo scritti i termini, ma vanni interpretati ciò che c’è scritto. Infatti, il portato letterario dell’articolo 1362 significa poco, quello che conta è la volontà delle parti, che è cosa diversa. “Nell’interpretare il contratto si deve indagare quale sia stata la comune intenzione delle parti e non limitarsi al senso letterario delle parole. Per determinare la comune intenzione delle parti si deve valutare il loro comportamento complessivo anche posteriore alla conclusione del contratto”. In diritto uno più uno non fa due, ma può fare tre oppure uno o anche quattro. E io ho impostato la diffida proprio in ragione dell’articolo 1362 del codice civile. Dopo la firma del contratto di locazione del Filadelfia il presidente del Torino Fc Urbano Cairo disse in conferenza stampa che “Il Filadelfia è una grande casa e tantissima gente è già venuta a vederlo dal giorno della presentazione. E’ un momento di partecipazione della città. Il fatto che i bambini che non hanno visto il Grande Torino possono andare al Filadelfia è una cosa importante”. Quindi questo indica la volontà delle parti di tenere aperto, non di chiudere. E poi il 9 febbraio del 2018 nel comunicato stampa del Torino si legge che: “Da domenica 11 febbraio e prima di ogni partita casalinga il cortile storico del Filadelfia resterà aperto al pubblico”. E allora c’è la volontà di aprirlo. Ecco perché il contratto diventa nullo".
Poi però c’è stato il Covid che ha cambiato tutto.
“Il Covid è un’altra cosa ed è chiaro che le chiusure a seguito della pandemia attengono ad altre regole. Ma il comunicato stampa del Torino Fc è del 9 febbraio del 2019 e il Codiv è arrivato ben dopo. Ma quand’anche fosse vero che le parti hanno convenuto scientemente d’inserire il cortile nel contratto di locazione non avrebbero potuto farlo perché la Legge Regionale 12/2008, che ha istituito la Fondazione, e lo Statuto della Fondazione escludono in modo chiarissimo il cortile dall’impianto sportivo. Come la si vuole girare delle due l’una: o nel contratto di locazione non è compreso il cortile, come io ritengo, o se è compreso non può esserlo perché è contra legem e tutto ciò che è contra legem è nullo”.
Che cosa si aspetta il Comitato Difesa del Toro come reazione alla diffida da parte della Fondazione Filadelfia?
“Non ci aspettiamo domani mattina la riapertura del cancello oppure la riapertura sette giorni su sette. Però ci aspettiamo che la Fondazione Filadelfia ci chiami a un tavolo per decidere in via del tutto bonaria, transattiva, tranquilla e amichevole come definire questa vicenda con un’apertura calendarizzata. Ad esempio, che il cortile del Fila sia accessibile uno o due giorni alla settimana, un mattino, un pomeriggio. Tutto da vedere come accade quando ci si siede a un tavolo per trattare e tutto e il contrario di tutto può essere deciso. Quindi aspettiamo che il presidente Asvisio ci chiami a un tavolo e ci proponga qualche cosa. Se tra 15 o 20 giorni, diciamo un mese questo non avvenisse allora valuteremo ipotesi di azioni giudiziarie”.
Il tempo che intendete dare alla Fondazione per una risposta è decisamente ampio.
“Ma certo, perché riconosciamo che Asvisio debba parlare con il Torino Fc e sappiamo che ci vuole tempo. E quaranta giorni sono un lasso di tempo congruo”.
La diffida esattamente quando l’avete presentata?
“E’ stata notificata martedì 22, verso le due del pomeriggio. Va detto che il termine di diffida non è perentorio, c’è un termine di mima che è di quindici giorni, ma non c’è un termine di massima. Per cui decorso il tempo valuteremo cosa fare. Diciamo che, con tutta probabilità, noi aspetteremo fino a dopo il 4 maggio e poi nel caso non avessimo riscontri allora valuteremo anche di fare un esposto alla Procura Regionale della Corte dei Conti sulla gestione del Filadelfia da parte della Fondazione”.
Voi vi aspettate anche una presa di posizione da parte del Torino Fc?
“No, perché il Torino Fc non c’entra niente in quanto il club granata ha un rapporto con la Fondazione, ma noi vogliamo discutere con la Fondazione. Poi evidentemente la Fondazione ne discuterà con il Torino. Noi non ci mettiamo nei panni della Fondazione e non entriamo nel merito dei suoi rapporti con il Toro in quanto la nostra controparte è la Fondazione e nessun altro. Il cortile è di proprietà della Fondazione e quindi noi ne chiediamo l’accesso a loro”.