ESCLUSIVA TG – Avv. Capello: “Ad alcune società potrebbe fare comodo non prolungare i contratti ai giocatori oltre il 30 giugno”

30.04.2020 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin
Pierfilippo Capello
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Pierfilippo Capello
© foto di Federico De Luca

L’avvocato Pierfilippo Capello, figlio dell’ex giocatore e allenatore Fabio, è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Capello è esperto di vicende calcistiche e con lui abbiamo parlato dei problemi legati ai contratti in scadenza dei giocatori e di quelli in prestito nel caso il campionato riprendesse e andasse oltre il 30 giugno, data che convenzionalmente indica il termine della stagione calcistica.

In vista della possibile ripresa del campionato tra i tanti temi da affrontare c’è anche quello dei contratti in scadenza dei calciatori. Che cosa si può fare per risolvere questo problema?

“Intanto bisogna fare riferimento alla linee guida che la Fifa ha pubblicato due-tre settimane fa. In queste linee guida la Fifa autorizza tutte le Federazioni e le Leghe a spostare la fine dei campionati nella maniera che riterranno più opportuna e dà anche un’interpretazione dei contratti in scadenza. Proprio su contratti dice che se c’è scritto che appunto il contratto termina alla fine della stagione vuole dire, secondo l’interpretazione della Fifa, che il contratto termina quando finisce la stagione ossia 30 giugno, 20 luglio, primo agosto o quello che sarà. Se, invece, nel contratto c’è scritto che termina il 30 giugno, quindi specificando la data, allora bisogna indagare qual è la volontà delle parti. Le parti, secondo la Fifa, hanno messo la data del 30 giugno non perché piaceva quella data bensì perché coincide con la fine della stagione e pertanto anche in questo caso la durata dovrà essere portata fino alla fine della stagione. Attenzione, però, perché queste sono le linee guida della Fifa e potranno essere recepite oppure no dalle Federazioni.
Il problema nasce nel momento in cui qualcuno, un giocatore, un allenatore o una società, dice che delle linee guida della Fifa gli interessa poco o niente e anche di quello che dice la Federazione e va da un giudice del lavoro e gli porta un contratto da lavoro dipendente che dice che il rapporto di lavoro termina il 30 giugno 2020. Nel caso allora bisognerà vedere quale sarà l’interpretazione del giudice. Infatti, quando la Fifa scrive che bisognerà agire tutti con giudizio e senso di responsabilità sta dicendo che spera che nessuno s’inventi di fare le lotte per non pagare o per liberarsi un mese o due prima, ma questo non può essere escluso. Il principio generale è che se i contratti prevedono che si deve arrivare alla fine della stagione questa avviene quando i torni sono conclusi. Facendo un esempio al di fuori del mondo del calcio, se si ha un contratto di assunzione per costruire una casa l’impresa assume un operaio per costruire la casa del signor Rossi e secondo il crono-programma la casa sarà finita il 30 giugno, ma accade un’alluvione e il cantiere deve rimanere fermo per un mese e il contratto non termina il 30 giugno, ma quando la casa viene consegnata al signor Rossi. Il principio da un punto di vista giuridico è accettabile, ma dopodiché non escludo che qualcuno potrà alzarsi e dire che vuole che un giudice gli dica se è libero dal contratto il 30 giugno”.

Quindi prima di tutto la Federazione italiana deve recepire le direttive della Fifa e poi tutte le parti le devono accettare?

“In verità parte da sotto, la Lega dovrà decidere se e quando finirà il campionato e a quel punto la decisione della Lega dovrà essere ratificata dalla Federazione perché la Fifa è l’associazione delle Federazioni e parla solo con le Federazioni e non può parlare né con i giocatori né con le Leghe perché non sono suoi associati. Poi ogni Federazione sa se ha una Lega o non c’è l’ha e come funziona e appunto ogni Federazione gestisce i suoi campionati e la Federazione italiana che ha affidato alle Leghe la gestione dei campionati di A, di B e di C chiede a ognuna come intenda finirla, se è questo che vuole, e recepisce le decisioni e le comunica alla Fifa. E’ quello che è successo nel basket dove è stata la Lega Basket Serie A che ha deciso di non finire la stagione e di non assegnare il titolo e la Federazione italiana pallacanestro ha accettato la decisione e l’ha comunicata alla Fiba, la Federazione internazionale del basket. Quindi per il calcio in questo momento la palla è nelle mani della Lega. La Fifa dice di applicare lo stesso principio non solo ai contratti di lavoro dei giocatori, ma anche a tutti i contratti che sono relativi a quella stagione quindi anche ai prestiti. Faccio un esempio, il prestito di Mario Rossi all’Atalanta dal Brugge finisce il 30 giugno, ma in realtà la Fifa dice che questa data è stata scritta perché è il termine della stagione, ma se la stagione il 1 agosto il prestito di Mario Rossi dovrebbe durare fino al 1 agosto. I prestiti internazionali ricadono sotto la giurisdizione, cioè i poteri, della Fifa il contratto è da considerarsi prorogato, ma se il prestito di Mario Rossi avviene dal Milan alla Juventus deve essere gestito dalla Federazione italiana e dalla Lega Serie A, ma è evidente che non ci può essere difformità fra il prestito nazionale e quello internazionale e di conseguenza bisognerà trovare un’armonizzazione delle due situazioni”.

Il Torino a gennaio ha prestato Iago Falque al Genoa, lo spagnolo nel Torino aveva disputato qualche partita, poche a causa degli infortuni, e nel Genoa ha giocato uno spezzone quindi anche dovesse tornare in granata dal primo luglio a campionato ancora in corso non può giocare?

“Esatto, perché un giocatore nella stessa stagione non può giocare perché si può essere tesserati solo per due squadre e non potrebbe farlo neppure se non avesse mai messo piede in campo con il Genoa. Se la Lega Serie A decidesse che il campionato andasse avanti fino al 1 agosto tutti i contratti tra società vengono spostati fino al primo agosto. Come dicevo è più complicato per quel che riguarda i prestiti internazionali e prima facendo l’esempio del Brugge non ho scelto quella società a caso poiché si tratta di una squadra belga e in Belgio il campionato a tre giornate dalla fine è stato terminato e chi era primo in classifica ha vinto, chi è secondo disputa la Champions e così via. Il Brugge oggi si trova ad avere dei giocatori in sia dati sia ricevuti in prestito e avendo la stagione finita potrebbe dire a questi giocatori che non gli paga più lo stipendio, ponendo il caso che uno sia in prestito dalla Juventus perché la stagione è terminata il 7 aprile e il giocatore è libero di andare e viceversa. Questo sarà un pochino più complicato fino a quando almeno le Federazioni europee non avranno deciso cosa fare. In Cina non si sa ancora se e quando ripartirà il campionato, forse il 1 luglio, ma non lo si sa, per cui siamo tutti in attesa”.

Per i giocatori che hanno il contratto in scadenza il 30 giugno c’è maggiore convenienza per le società rispetto ai tesserati nel trovare un accordo sul prolungamento nel caso il campionato si protraesse oltre quella data in modo da non ritrovarsi senza alcuni giocatori a torneo in corso?

“Sì e no, forse per la Serie A, ma prendiamo una squadra di Serie C che si trova a metà classifica e che non rischia di retrocedere e non si gioca la promozione e che se anche perde la maggior parte delle rimanenti partite e ne pareggia un paio non cambia nulla. A quel punto il presidente sapendo di avere quattro giocatori in scadenza il 30 giugno dal 1 luglio non li paga più e gli dice che il loro contratto è terminato. L’allenatore si arrabbierà un pochino perché gli mancano quattro giocatori, ma il presidente risparmia 50-60-70 mila euro di stipendi e tanto arrivare ottavo o dodicesimo non cambia nulla per questa stagione. Il calciatore piuttosto che stare a casa fermo gioca volentieri uno o due mesi in più, anche perché è già stato forzatamente fermo prima. Ma la questione è delle società, che si troveranno a dover  fare i conti con meno soldi degli sponsor, meno ricavi dai biglietti poiché si giocherà a porte chiuse e i tifosi avranno chiesto il rimborso della quota degli abbonamenti non usufruiti, per cui, facendo i cosiddetti conti della serva, se potranno evitare di pagare qualche mese di stipendio ad alcuni giocatori lo fanno volentieri. Pensiamo ai giocatori infortunati che magari si sono rotti il legamento crociato e che sono in scadenza il 30 giugno e che non tornerebbero comunque a giocare prima del primo o del 15 agosto, in questi casi il presidente gli manda una letterina dicendo che il contratto è terminato il 30 giugno ed è libero di fare ciò che vuole così non gli deve pagare uno o più mesi di stipendio. Il giocatore può fare causa, me se ne riparla fra un anno e mezzo o anche stando ai tempi della giustizia sportiva, che è più rapida, se ne riparlerebbe quando si è già nel prossimo esercizio di bilancio, quindi, mal che vada il debito di 50-60-70 mila euro dello stipendio di un mese o due è spostato appunto nel prossimo esercizio di bilancio e intanto quest’anno lo si chiude limitando le perdite e poi se il prossimo dovranno essere pagati 50-60-70 mila euro lo si farà se il giudice avrà dato ragione al giocatore, ma il presidente si è spostato il problema della liquidità. Ovviamente questo vale anche per la Serie B e la A con cifre oltretutto decisamente più elevate. Per questo la Fifa ha detto di cercare di trovare tutti quanti una soluzione perché basta che uno da qualche parte faccia questo tipo di ragionamento per poi rischiare l’effetto domino ed è anche per questo che si continua a parlare che serve un accordo tra la Lega e l’Associazione Italiana Calciatori. O si fa una trattativa sindacale tra “Confindustria”, la Lega, e il sindacato, l’Aic, o basta che uno non sia d’accordo e faccia causa e tutto il sistema rischia di incastrarsi”.

Ovviamente se ci sono giocatori in scadenza, ma c’è da parte della società la voglia di rinnovare il contratto trovato l’accordo per la o le prossime stagioni la questione di arrivare al termine di questo campionato sarebbe superata.

“Il rinnovo si può fare in qualsiasi momento, oggi stesso. Belotti rinnovò il contratto con il Torino il 4 dicembre 2016 e non si era neppure in una finestra di mercato proprio perché i contratti possono essere rinnovati in qualsiasi momento”.