ESCLUSIVA TG – Mondonico: “Toro affronta il Verona nel modo giusto, in ballo c’è l’Europa”
Emiliano Mondonico è stato intervistato in esclusiva per TorinoGranata.it. Mondonico ha giocato nel Torino dal 1968 al 1970 e poi lo ha allenato dal 1990 al 1994 e dal 1998 al 2000, attualmente è opinionista della trasmissione La Domenica Sportiva in onda su Rai 2. Con lui abbiamo parlato della sua ex squadra.
Possiamo dire che nella sfida fra Verona e Torino in ballo c’è l’Europa oppure è ancora un po’ presto poiché si dovranno giocare ancora quindici partite?
“La vittoria della Fiorentina sull’Udinese in Coppa Italia ha fatto sì che il sesto posto sarà utile per accedere all’Europa League, quindi il Torino deve puntare al sesto posto, anzi penso che sia doveroso da subito darsi questa prospettiva visto che di salvezza non si può più parlare e di conseguenza diventerebbe un campionato incolore se non si parlasse di Europa. Questo traguardo è alla portata del Torino ed è giusto parlarne con convinzione e con grandissima possibilità di raggiungerlo”.
Il Torino arriva a questa gara dalla sconfitta con il Bologna che ha lasciato l’amaro in bocca, mentre il Verona dall’aver pareggiato con la Juventus negli ultimi minuti della gara. Un approccio alla sfida con spirito molto differente per gialloblu e granata?
“Ogni partita fa storia a sé, queste due squadre con il Parma sono un po’ le rivelazioni di questo campionato, anche se parlare del Toro come rivelazione è un po’ un’offesa perché da sempre ha vissuto nei piani alti della classifica, però diciamo così in modo che nessuno si offenda. Quella di lunedì sera è una gara fra dirette concorrenti e perciò è un bell’esame per il Toro per arrivare in Europa. Domenica scorsa si è perso con il Bologna perché forse si è affrontata la partita in maniera non giusta, ma con il Verona bisognerà affrontarla assolutamente nel modo più giusto possibile perché c’è in ballo anche l’Europa”.
Dal punto di vista tattico Torino e Verona che tipo di squadre sono e come si possono affrontare?
“Il Torino è una squadra che si basa sul contropiede di Cerci e Immobile e dei centrocampisti che accompagnano l’azione, perciò punta sulla densità nella fase difensiva e poi sulle ripartenze, che vista la qualità dei giocatori che sono a disposizione possono veramente far male all’avversario. Il Verona si porta dietro il discorso della serie B quando l’anno scorso doveva fare le partite e spesso e volentieri gioca con tre attaccanti ed è una squadra che giustamente lotta su ogni pallone e non si da mai per vinta e davanti dispone di Toni che sembra aver raggiunto la seconda giovinezza. Torino e Verona sono due squadre che attuano un calcio diverso che però le ha portate, in questo momento, ad essere vicine in classifica e a lottare per un posto in Europa”.
Per come sono le due squadre e per il carattere degli allenatori c’è il rischio che prevalga la paura di perdere e che questo condizioni la partita?
“No, sicuramente no per il Verona e per il Torino non credo. Se si vuole puntare all’Europa non bisogna avere paura di perdere, ma bisogna avere la sicurezza di andare in campo e di vincere il maggior numero di partite possibili, se si ha paura non si può sicuramente puntare all’Europa e sarebbe un peccato. Penso che sono due squadre che possono vincere benissimo tutte e due, perciò devono venire allo scoperto. Il Verona si sta un po’ nascondendo e infatti Mandorlini ha parlato ancora di salvezza e di dover arrivare prima ai quaranta punti e poi si vedrà, però si è dimenticato che a trentatre-trentaquattro punti la salvezza è ormai solo più una questione relativa alla matematica: sarà un bel duello anche tra chi si nasconde di più”.
Il Torino nella partita successiva affronterà la Juventus e ha sei giocatori in diffida (Padelli, Maksimovic, Glik, Kurtic, Cerci e Immobile) potrebbe essere fonte di distrazione-apprensione?
“Non è il caso si andare in campo e fare isterismi e di conseguenza prendere ammonizioni, ma bisogna andare in campo per fare la propria partita perché i tre punti con il Verona valgono come i tre con la Juventus e il Torino ha una rosa ampia e in caso di squalifica di qualche giocatore può benissimo rimpiazzarlo. Se cominciamo a dire che siamo condizionati dal derby allora non parliamo d’Europa e come accadeva ai miei tempi, quando nel settanta giocavo nel Toro, bastava vincere il derby per avere il contratto rinnovato per l’anno successivo. Diciamo che il Toro ha fatto passi avanti: il derby è ok ed è la gara più importante, ma non è la sola che conta e ce ne sono ben altre d’importanti”.