È un Toro diverso, può puntare all’Europa
L'avevo detto prima della partita contro la Sampdoria, e lo riconfermo dopo la vittoria in trasferta a Verona, questo Toro, profondamente diverso, può puntare all’Europa, non sarà facile, è ovvio, ma ha il dovere di provarci. Qualcosa è cambiato, non solo i risultati, che sono il frutto di quello che si fa durante la settimana, lo ribadisce anche Ventura: “Siamo tornati ad allenarci sorridendo e c'è la voglia di collaborare, tutte componenti che erano mancate ad inizio stagione”. Questo Toro assomiglia sempre di più al suo tecnico, ha il carattere che appartiene alla storia dei granata, cosa che non si poteva dire per gran parte del girone d’andata.
Parlando nello specifico tecnico, ho espresso varie volte la mia stima per il suo lavoro, anche quando il Toro giocava un “non calcio”, ed è successo più volte quest’anno, sicuro poi che alla fine i conti sarebbero tornati in ordine, almeno sotto il profilo del gioco e della volontà, fermo restando che non posso condividere, ancora oggi, alcune scelte societarie, mercato di gennaio compreso.
Quanto a questo Toro, ovviamente è una squadra diversa, i risultati aiutano, almeno sotto l’aspetto mentale, ma è proprio nello sviluppo del gioco che questa squadra è profondamente cambiata.
Il Toro adesso si muove da squadra, centrocampo e difesa appoggiano l’azione offensiva, non è un caso che Moretti abbia ribaltato, sabato, l’azione da difensiva ad offensiva, cosi come non è frutto d’improvvisazione l’appoggio costante alla fase difensiva, ma anche gli inserimento offensivi, di Benassi e Farnerud. Ma non è tutto qui, l’impressione che la squadra sia anche migliorata dal punto di vista fisico, va di pari passo con la crescita dal punto di vista collettivo, il pressing sul portatore di palla ha adesso un suo perché, la difesa è tornata su livelli altissimi, gli esterni partecipano di più alla fase offensiva, le due punte cominciano a fare movimenti senza palla l’uno per l’altro, chi entra dalla panchina sa sempre cosa fare.
Insomma, adesso il Toro veramente è cresciuto, basterà sicuramente per la salvezza, per l’Europa manca ancora qualcosa, come ad esempio la capacità di chiudere partite dominate per ottanta minuti, ma anche, specialmente adesso che ritorna l’impegno di coppa, una rosa più sostanziosa dal punto di vista numerico, ovviamente il dato tecnico rimane predominante, anche per avere la possibilità di recuperare forza ed energia mentale.
Quanto ai singoli, Moretti è tornato il fantastico giocatore ammirato la scorsa stagione, Quagliarella resta, a mio avviso, l’unico elemento “indispensabile” per lo sviluppo degli schemi offensivi, Martinez è ancora acerbo, ha margini di miglioramento enormi, ma tecnicamente e tatticamente è ancora indietro, Gazzi non ha in rosa un sostituto adeguato, infatti, Vives non sta attraversando una stagione propriamente positiva, per Benassi vale lo stesso discorso fatto per Martinez, con qualche piccola differenza sulla questione tecnica, Peres, molto positivo quando si tratta di offendere, deve invece lavorare molto sulla fase difensiva, Darmian, che ha sicuramente bisogno di rifiatare, resta il giocatore più rappresentativo di questa squadra, Glik, migliora d’anno in anno, potrebbe essere uno degli elementi più cercati durante la sessione estiva del mercato.
Per ciò che attiene ad El Kaddouri, ribadisco un concetto che avevo già espresso, se gioca sulle punte, rischia di essere un lusso per questa squadra, in caso contrario, è un elemento validissimo, tecnicamente tra i migliori in rosa.
Quanto ai nuovi, non conosco assolutamente Ichazo, che tra l’altro è in prestito con diritto di riscatto, e Serafino, del quale si dice in giro un gran bene, ma l’idea di puntare su giovani talenti, specialmente con Ventura in panchina, mi piace e non poco.
Ora c’è il Cagliari, all’andata il titolo dell’articolo fu più che significativo: ” Capolavoro di Ventura”, speriamo di poterlo replicare anche nella partita di ritorno.