Cristiano Militello: "Il Torino è una bella novità di questo campionato"
Cristiano Militello è colui che racconta il calcio facendoci ridere, un modo per smitizzare le tensioni della domenica, tra rigori non dati, partite pareggiate all'ultimo e così via. Il suo "Striscia lo striscione" del lunedì su Canale 5 è esilarante, soprattutto quando vengono messi in risalto certi errori giornalistici, come il 'mettersi le mani nei capelli' detto dal cronista Sky parlando del pelatissimo Stefano Colantuono. Ma com'è che l'autore del libro "Giulietta è una zoccola" si è appassionato agli striscioni negli stadi, al punto da avere una rubrica molto amata il lunedì, all'interno di Striscia la Notizia? "Fin da ragazzo ho avuto la passione per il tifo e l'attenzione per gli striscioni. Lavoravo nelle televisioni locali toscane e ho iniziato a raccogliere immagini sulle scritte più divertenti fino a farne dei clip, a scrivere tre libri a proposito, fino al 2004 quando sono entrato a Striscia la Notizia". Militello non vuole dare spazio alle scritte offensive: "I media ne parlano, ma non vale la pena parlare di chi scrive certe brutture".
Militello, e ci tiene a precisarlo, ha cominciato come cabarettista e attore comico, a 15 anni lavorò a teatro con Gigi Proietti come regista, insomma un inizio con i fiocchi, poi è passato nel gruppo dei toscanacci che hanno fatto la storia del cinema e della televisione negli ultimi anni: Carlo Conti, Leonardo Pieraccioni e Giorgio Panariello. Questa è la sua passione. Infatti dal giugno scorso sta portando in giro per l'Italia il suo spettacolo "Mi saluta Cristiano Militello?!" curato insieme ad Andrea Camerini, che ha una rubrica sul Vernacoliere, un giornale satirico livornese. Insomma è un derby insolito mettere insieme un pisano (Militello) e un livornese.
"Sarò a Torino il 7 febbraio, nel mitico Teatro Colosseo. Chi porta il biglietto della partita precedente, l'abbonamento o una sciarpa, ci sarà una riduzione sul prezzo dei biglietti d'ingresso (che sono già in vendita, ndr). Rientro in teatro dopo anni in cui mi sono occupato solo di televisione, per me è importante tornare alle origini della mia carriera. Non parlerò solo di calcio, ma dell'Italia odierna. Compio 25 anni di carriera e voglio far conoscere un Militello diverso".
Come tutti sanno il nostro ospite, sempre per Striscia, si è occupato anche del Filadelfia. "E' una classica vicenda italiana, dove le ricostruzioni sono lente, vedere Pompei, il Colosseo, insomma tutte opere che ci danno ancora da mangiare eppure non sono curate. Il Filadelfia fa parte di questo stato di cose, dove alla fine per far tornare a risplendere queste opere ci vuole sempre l'intervento dei privati. Spero di occuparmi presto del Filadelfia per qualche novità positiva. Quando ne parlai ricevetti almeno centocinquanta mail di ringraziamento da parte dei tifosi granata. Ho letto il libro di Eraldo Pecci che racconta di questo stadio. E' un bel racconto, da leggere".
Del Torino attuale che ne pensa? "Benissimo, sta andando alla grande e i programmi sono sicuramente cambiati. Fa piacere vedere cambiare un po' la gerarchia nella classifica della serie A".
Militello, ma quando intervista gli abitanti dei luoghi che visita ogni domenica, chiedendogli: "Mi saluta Greggio e Iacchetti", davvero non sanno cosa dire? "Tutto vero. Un po' la gente si sente a disagio di fronte ad una telecamera, certo è che queste persone poi votano, hanno la patria potestà, girano a piede libero...".