Chi si accontenta, gode

18.04.2016 10:12 di  Marina Beccuti  Twitter:    vedi letture
Fonte: Flavio Bacile per TorinoGranata
Chi si accontenta, gode
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Una partita di fine stagione tra Torino e Bologna, tra due squadre che hanno poco da chiedere, il Toro cerca di chiudere la stagione nella parte sinistra della classifica con l’obiettivo ottavo posto, il Bologna mantiene otto punti su Palermo e Carpi, e può considerarsi in pratica salvo.

Una partita onestamente brutta, anche se per giocare a calcio bisogna essere spesso in due, è mancata cattiveria e determinazione, e non parlo solo del Toro, che sinceramente ha fatto più degli emiliani, senza però mai premere il piede sull’acceleratore. Una vittoria forse non casuale, ma neanche cercata con convinzione, il pareggio andava bene ad entrambe le squadre, la vittoria era però subordinata al non rischiare nulla, al concedere il minimo sindacale, insomma resta il primo non prenderle, che condiziona il calcio nostrano, anche quando i punti in palio contano meno del solito. Tatticamente quella del Toro è stata la partita perfetta, o quasi, escludendo il palo di Giaccherini, Padelli è stato inoperoso per tutti i 94 minuti, i granata, come piace sottolineare a Ventura, non hanno concesso nulla e sofferto anche meno, hanno avuto due buone occasioni, una con Belotti, ben imbeccato da Baselli, forse l’unica vera azione corale che possa riferirsi al gioco del calcio durante i novanta minuti, una con Martinez, azione in solitaria, in contropiede.

Questo può far dire a Ventura, che può essere sembrata una brutta partita, perché tatticamente è stata perfetta, ma la stessa cosa può dirla anche Donadoni, che ha avuto la più grossa occasione da gol durante i novanta minuti, su azione di gioco, e che ha concesso al Toro due tiri in porta.

Alla fine, come sempre, chi si accontenta gode. Il Toro porta a casa la terza vittoria consecutiva, la meno convincente dopo Inter e Atalanta, almeno per quello che mi riguarda, risistema una classifica, che poteva essere incredibilmente più positiva, basti pensare ai due rigori falliti (Carpi e Lazio), oppure alle partite contro Verona, Udinese, Carpi uno e due, Chievo, Empoli, restituisce un po’ di tranquillità ad un ambiente che era quasi in fibrillazione.

Sul piano del gioco c’è poco da dire, il Toro resta una squadra che gioca a calcio ad intermittenza, spesso nella stessa partita, a volte dopo una o due partite di “riposo”, pensare oggi a cinque giornate dal termine che si possa vedere una squadra diversa da quella vista durante tutta la stagione se non è utopia pura, una cosa quindi positiva francamente impossibile, diventa un pensiero utopico, quindi una serie di riflessione che vanno ben oltre la realtà esistente.

Il Toro è questo, può fare bene, anzi benissimo, contro qualsiasi squadra del campionato, e non parlo del risultato che spesso è dovuto a fattori difficilmente quantificabili, e, allo stesso tempo può fare malissimo contro la prima o l’ultima del campionato senza distinzione di sorta.

Il passo successivo è evidentemente dare continuità di gioco prima, e di risultati poi, a questa squadra, in modo da ridurre l’alternarsi tra alti e bassi, dando un’impronta ai granata che in questa stagione appare piuttosto labile.

Quanto al tecnico, penso che rimanga al Toro, in fondo, sia la scorsa stagione, come in questa, ha saputo uscire da periodi nerissimi, godendo dell’appoggio della società, che risulta poi determinante per pianificare presente e futuro. Di certo, e penso che di questo sia pienamente consapevole anche Ventura, la prossima stagione rischia d’essere la più difficile, un’altra stagione come questa rischia di annullare quanto di buona fatto in questi anni, anche vincerle tutte da oggi alla fine del campionato, sposterebbe di poco il giudizio su questa stagione, e quindi su quella a venire. Insomma i quattro mesi di nulla o quasi, qualcuno dovrà pur spiegarli.

Quanto ai singoli contro il Bologna, tatticamente sono tutti sopra l’otto, e si può tranquillamente affermare che hanno fatto tutti una buona partita, guardando al gioco espresso, alla manovra e allo sviluppo della stessa, in pochi, difesa esclusa, riescono a raggiungere la piena sufficienza.

Ma come ho già detto prima, Bologna-Torino è stata una partita di fine stagione, inutile, fare troppi ragionamenti sulla stessa, e forse, è già l’ora di concentrarsi sulla prossima. Ottavi, noni, o decimi, cambia veramente poco, molto più consistente è il fatto che mai durante questa stagione il Toro è stato in lotta per l’Europa, una riflessione che passo a chi il Toro del futuro deve impostarlo.