Carlo Nesti – Punto Coppe - “L’Italia fa 13 (gol) in Europa”
Come per tutte le squadre nuove, e la Juventus, anche se in molti dimenticano, lo è, la crescita bianconera non è lineare, ma procede a strappi.
Se no, non si spiegherebbero una ventina di minuti di sofferenza, una trentina di dominio, e una quarantina, in 10 contro 11, di ulteriore sofferenza.
Di positivo, quella mezz’ora centrale, Buffon, Lichtsteiner e Pogba, e di negativo, l’avvio, il finale, Chiellini, Hernanes, Dybala e Morata.
A proposito di strappi imprevedibili: anche la Roma si accoda, e rischia di far saltare la teoria, secondo la quale ogni partita è unica e irripetibile.
Dopo il 4-4 di Leverkusen, ci si ferma, fortunatamente, sul 3-2, senza altre svolte da infarto, con un primo tempo scaltro, al cospetto di un rivale suicida.
I giallorossi segnano tanto, e incassano troppo, deludendo in Szczesny, Florenzi, Rudigher e Digne, ma brillando in Nainggolan, Pjanic, Dzeko e Salah.
Il Napoli, quando si cimenta in Europa League, la trasforma in sala giochi, con 16 gol segnati e 1 subito, e Sarri deciso a dare più spazio a Gabbiadini.
La Fiorentina innesta la marcia giusta contro il Lech, e Ilicic, uno dei rigenerati da Paulo Sousa, ribadisce di essere efficace come Kalinic.
La Lazio, infine, trova una boccata d’ossigeno contro il Rosenborg, dimostrando che non si vive di solo Klose, grazie alla doppietta di Djordjevic.
(“EDITORIALE” PER RADIO SPORTIVA)
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