Addio Don Aldo, sulle ali di una nuova missione
Sapere che Don Aldo Rabino, cappellano granata dal '71, improvvisamente ci ha lasciati nella notte (era a Maen in Val D'Aosta, nel suo centro sportivo) è stata un notizia assai dolorosa, perchè tutto il mondo granata lo conosceva, a Superga per la tradizionale omelia del 4 maggio, dove ha spesso esposto chiaramente i suoi pensieri sul mondo granata, al Club Oasi Granata, dove si parlava di Toro ma anche di missioni, quelle che aveva creato in Brasile, il suo secondo amore, aiutare i deboli, gli abbandonati della finanza e dell'economia globale, ma che lui, da buon cristiano, aveva posto in cima al suo pensiero. Il mondo granata, sempre generoso, aveva appoggiato in pieno la sua missione, organizzando tante iniziative a favore della sua associazione Onlus. Nel Mato Grosso era nato anche un ospedale per permettere ai bambini e agli ammalati di essere curati in modo dignitoso. Un prete che non viveva chiuso in una parrocchia, ma viveva in mezzo alla gente, sapeva cos'era la vita fuori dal mondo troppo spesso lontano e dorato della Chiesa, intesa come istituzione di potere. Un uomo, e ci tengo a sottolinearlo, un uomo, che tifava per la sua squadra di calcio senza remore o falso pudore, che stava vicino ai giocatori che avevano problemi, che ha sposato tanti giocatori del passato, facendogli anche il corso pre-matrimoniale. Oppure prendeva con sè i giocatori che sceglievano di fare il servizio civile, come successe per Federico Balzaretti.
Ha scritto anche due libri sulla sua passione per il Toro, che per lui era una missione, perchè effettivamente il mondo granata è molto vicino ad una fede speciale, che abbraccia un calcio che vorrebbe essere diverso, andando ben oltre al solo manto erboso delle partite.
E' difficile pensare dove possa essere Don Aldo in questo momento, sapendo che è mancato anche per essersi speso molto per gli altri, ma l'immagine che possiamo avere dentro è di vederlo accolto dai tanti granata che sono passati oltre, giocatori e tifosi, che gli danno una palla per cominciare una nuova partita. Nel tuo nome Don Aldo dobbiamo pensare di essere diversi, meno attaccati ai piaceri materiali e più credenti nella dignità umana, stare con gli umili per sentirci meglio. E' difficile, ma quando ci faremo prendere da qualche pensiero cattivo, pensando a te, dobbiamo tornare a credere negli uomini, così come furono creati tanti secoli fa, spogli da ogni cinismo e potere.