Pirlo, secondo derby da tecnico. Le sue stracittadine da calciatore
Approdato tra le file della Juve nell'estate 2011, dopo lo scudetto vinto a Milano al fianco di Zlatan Ibrahimovic, con Allegri alla guida, Andrea Pirlo fu uno degli uomini-chiave nel dare il via al quasi decennio di dominio bianconero sul calcio nazionale. Per la prima volta nel dopo-Calciopoli, i "cugini" potevano godere di una visione di gioco e di una qualità nell'impostazione di primo piano. Affiancato da gente del calibro di Vidal, Marchisio, e, un anno dopo, Paul Pogba, Pirlo affrontò il Toro soltanto a partire dalla stagione successiva, 2012/13, prima della risalita in Serie A, dopo un triennio di purgatorio cadetto, firmata Gian Piero Ventura.
Sei partite da giocatore contro il Toro, e una storia delle stesse piuttosto intensa e movimentata. Se infatti le prime quattro furono caratterizzate da un perenne clean sheet per i bianconeri, con quattro vittorie su quattro per gli stessi (un 3-0, uno 0-2, e due successi di misura), ben cinque reti su sette siglate dal reparto di centrocampo guidato proprio da Pirlo (tre volte a segno Marchisio, una Vidal, una Pogba, oltre ai gol di Giovinco e Tevez), nel 2014/15, prima stagione col succitato Allegri alle redini, la storia delle stracittadine torinesi subisce uno scossone; se all'andata il Toro si sblocca in zona gol (la memorabile cavalcata di Bruno Peres), e si arrende ai campioni d'Italia in carica solo al 93', su un calcio di punizione siglato proprio dallo stesso Pirlo, nel derby di ritorno, targato 26 aprile 2015, Andrea da Brescia si ripete, ancora una volta da calcio piazzato. Che fa però da cornice al 2-1 rifilato dal Toro di Ventura alla Juve di Allegri: reti di Darmian e Quagliarella, tuttora l'ultima vittoria stracittadina per i granata. E ora, in un periodo a dir poco spinoso per i bianconeri, Pirlo si ritrova a cercare di ripetere quanto fatto lo scorso dicembre, primo derby da allenatore, che ha visto McKennie e Bonucci ribaltare l'iniziale vantaggio granata firmato da Nkoulou.