Willie Peyote: "Felice di essere qui, raccogliamo fondi per una causa importantissima: portare il Museo del Toro al Fila". ToroMio gli ha assegnato il premio Bonetto

Il cantante nonché tifosissimo del Torino Willie Peyote, che ha partecipato al Festival di Sanremo quest'anno per la seconda volta rappresentando i colori granata, è stato intervistato dalla nostra inviata, Elena Rossin, all'evento "La Partita della Leggenda 2025".
Willie Peyote, sei qui in veste diversa dal tuo solito, quella di calciatore. Da dove nasce questa tua voglia di giocare in questo stadio pazzesco?
"Già solo entrare in questo stadio è una voglia che hanno tutti i tifosi del Toro perché è una grande emozione. Di giocare me l'hanno chiesto, anche se non sono molto bravo, ma è solo per divertirsi e partecipare a questo evento così importante".
L'evento è quello di raccogliere fondi per portare al Filadelfia il Museo del Toro
"Esatto, siamo qua per quello, ma siamo qua anche perché vogliamo ribadire l'amore per il Toro. Siamo qui comunque per raccogliere fondi, per una causa importantissima, e quindi dare il proprio contributo è sempre importante".
Sul nuovo allenatore del Torino Baroni che idea si è fatto?
"Non mi aspettavo un cambio così repentino in panchina, mi spiace per Vanoli. Però Baroni tra quelli che c'erano mi è sembrata la scelta migliore, sono fiducioso".
Cosa si aspetta dal mercato e dalla nuova stagione?
"Li non so mai cosa aspettarmi, è impossibile prevederlo. Non ho mai aspettative perché non si sa mai".
Nell’intervallo della partita l’Associazione ToroMio ha consegnato il premio intitolato a Giancarlo Bonetto, presidente del Collegio dei Fondatori della Fondazione Filadelfia e per tantissimi anni presidente del Circolo Soci del Torino nonché grandissimo tifoso granata, a Willie Peyote.
La motivazione: “Willie Peyote rapper e cantautore colto e sensibile, versatile e impegnato, estroso e unanimemente apprezzato, tifoso granata fin dalla nascita. Ha portato in alto il suo amore per il toro mescolando idealità e sentimenti con grande rispetto e passione autentica. Lo dimostrano la sua fedeltà in Curva Maratona e le tante interviste in difesa dei valori granata e sui migliori aspetti sociali del tifo. E poi in occasione dell’ultimo Festival di Sanremo, che è risultato uno degli artisti più amati dal pubblico con una canzone (“Grazie ma no grazie”, ndr) di grande successo ha anche aggiunto un picco di notorietà ed empatia popolare fin eccezionale con il simbolo del Toro esibito in mondovisione quale splendido atto d’amore”.
Willie Peyote poi ha risposto ad alcune domande fattegli da Marco Bonetto, il figlio di Giancarlo e giornalista di Tuttosport.
Quando e perché sei diventato del Toro?
“Da sempre che io ricorsi. E non avrei potuto fare altrimenti perché mio padre non mi avrebbe permesso di entrare in casa se non fossi stato del Toro e quindi lo ringrazio ancora una volta per questo sforzo che ha fatto. Non credo che potrei essere di nessun’altra squadra essendo nato a Torino, non si poteva fare altrimenti e non credo che ci siano alternative per chi nasce in questa città. D’altra parte abbiamo il nome della Città in quello della squadra e qualche cosa vorrà pur dire. Per il resto, il Toro fa parte della mia vita e quindi cerco di portarmelo sempre dietro. Grazie, non so che altro dire. Grazie davvero è un onore inaspettato”.
Perché hai voluto ostentare, nel senso migliore del termine, il simbolo del Toro, la tua fede, la tua passione, il tuo amore per il Toro sul palco di Sanremo?
“Perché è pieno di gobbi di solito fra i cantanti e quindi ho pensato che si dovesse compensare in qualche modo. No, comunque è perché fa parte della mia vita e non posso prescindere dal Toro e anche sui palco di Sanremo mi sembrava giusto portarne un pezzettino”.
Cosa significherebbe avere qui al Filadelfia il Museo del Toro?
“Questo è un luogo mitologico per la storia del Toro e non solo, anche per la storia del calcio italiano quindi sarebbe opportuno portare anche il Museo. E vorrebbe dire dare valore alla storia che tanto raccontiamo e sarebbe importante anche per chi viene a visitare la Città. Sarebbe un bel gesto e sarebbe importante per tutti i tifosi, anche quelli che non sono del Toro. La storia del Toro parla da sola, non c’è bisogno di ripeterlo”.
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