Ventura: "Sono queste gare a farci diventare sempre più squadra"

14.01.2012 20:18 di  Elena Rossin   vedi letture
Ventura: "Sono queste gare a farci diventare sempre più squadra"
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© foto di Giacomo Morini

L’allenatore granata soddisfatto per la vittoria sull’Ascoli che ha permesso alla sua squadra di mantenere la vetta della classifica. L’obiettivo primario era fare calcio senza l’ansia del risultato. De Feudis ha svolto il ruolo che solitamente fa Iori in modo che Stevanovic e Vives potessero stare fra le linee. Con l’Ascoli sono state create molte palle gol e si potevano segnare anche un numero maggiore di reti.

Un commento alla partita.
“Avevamo l’obbligo di vincere e abbiamo vinto, avevamo l’obbligo, tra di noi, di farlo attraverso una prestazione che avesse un senso e l’abbiamo fatta. Nel primo tempo l’Ascoli è andato in parità sull’uno a uno battendo un calcio d’angolo e non si può pensare di non subire neanche un calcio d’angolo in quarantacinque minuti. Però è un momento così, Bianchi di testa non fa gol su una palla che mediamente su dieci volte la butta dentro undici e viene il momento che l’avversario batte un solo calcio d’angolo e fa il gol del pareggio nel primo tempo. Come ho detto ai giocatori nell’intervallo sono queste le partite che ci fanno diventare sempre più squadra. E’ inutile avere ansie da risultato, si può anche pareggiare se si creano dieci palle gol, è chiaro che sono fondamentali i punti, però è ancora più fondamentale la consapevolezza di quello che sei, di quello che stai facendo e di quello che vuoi diventare. Non si può essere figli di un risultato. Lo capisco che per i giornalisti il risultato incide sui giudizi, ma il pubblico ha capito e credo che abbia apprezzato perché abbiamo liberato innumerevoli volte l’uomo. Poi è chiaro che alle volte riesce e altre no, ma abbiamo creato sei-sette occasioni da gol clamorose, mi viene in mente fra le tante quella di Surraco: da quella posizione su dieci tiri è impossibile non inquadrare lo specchio della porta, a parte le traverse colpite. Il problema era fare calcio senza avere l’ansia da risultato, questo era l’obiettivo primario, e alla fine un po’ di ansia c’è stata perché volevamo portare a casa la partita e se fossimo stati più lucidi in tre o quattro occasioni bastava fare un passaggio in verticale e saremmo andati in porta. Dopo essere stati in testa dalla prima di campionato il Sassuolo giocando nell’anticipo del venerdì ci è passato davanti e quindi i commenti e l’ansia mettono pressione. Credo che con l’Ascoli abbiamo fatto una buona partita, come ho detto anche ai giocatori, e questa gara ci ha dato la risposta di una valenza di squadra e dovevamo giocare da squadra e non pensare alla classifica, dovevamo giocare per creare palle gol e poi  sulle palle gol avremmo tirato le somme per vedere quante reti saremmo riusciti a fare. Di palle gol ne abbiamo create tante e di reti ne abbiamo fatte un po’ meno di quelle che avremmo potuto, però sotto questo aspetto non possiamo che essere soddisfatti”.

E’ stata una delle migliori partite dell’ultimo periodo, la squadra è in crescita e si vede il lavoro svolto a Malta?
“Soprattutto l’interpretazione, abbiamo cambiato qualche cosa mettendo due uomini fra le linee, i marchigiani giocavano cinque più tre e a tratti cinque più quattro e con nove avversari all’interno dell’area di rigore è difficile, ma siamo riusciti a stare sfalsati liberando gli esterni sempre e anche sulla trequarti. In alcuni casi il passaggio finale non è andato a buon fine, penso alla prima palla giocata da Antenucci che ha stoppato e poi il tiro è finito fuori, quella palla mediamente dopo averla messa giù ed essendo davanti al portiere la si manda in rete. Gli episodi passano in secondo piano, ma sono palle gol clamorose. E’ merito dei giocatori che hanno letto le situazioni e hanno provato le giocate. L’Ascoli nelle ultime quattro partite aveva vinto tre volte, è ultimo in classifica perché sta vivendo un momento particolare, gli hanno tolto sette punti, ma è una squadra che è andata a vincere a Brescia, a Crotone e, mi sembra, a Livorno, quindi è una formazione che se sbagli ti punisce. Noi praticamente non abbiamo concesso niente e creato molto, quindi bisogna fare i complimenti ai giocatori”.

Cosa è successo in occasione del secondo gol quando è entrato in campo andando da Parisi e poi il quarto uomo l’ha marcata stretta?
“Semplicemente dopo il primo gol nel primo tempo avevamo avuto cinque minuti di minor tensione come se fossimo contenti di aver sbloccato il risultato e abbiamo mollato, ma noi non siamo una squadra che può mollare e in quei cinque minuti c’è stato un pizzico di determinazione e di concentrazione minore rispetto a prima, allora ho detto a Parisi che non dovevamo rifare lo stesso errore, e non lo hanno fatto”.

La scelta di utilizzare De Feudis per impostare il gioco da cosa è stata determinata?
“Non era tanto per impostare la manovra, ma per avere due giocatori tra le linee, Stevanovic e Vives, allora avevamo bisogno di un altro centrocampista per svolgere il ruolo che di solito fa Iori, nulla di più”.