Ventura: "Siamo inferiori alla Juve, ma giocheremo da Toro"
Conte in conferenza stampa questa mattina ha detto che hanno preparato la partita ovviamente sotto tutti gli aspetti, ma soprattutto sotto quello motivazionale e che l’aspetto tattico è quello che conta meno. Anche per il Torino l’aspetto tattico conta meno?
“Credo che l’aspetto tattico un po’ conti, perché l’organizzazione della Juventus c’è, esiste e ha un valore. Sotto l’aspetto tattico se non si ha la capacità di leggere le situazioni o le conoscenze si dà loro un vantaggio assoluto. E’ evidente che quando si parla dell’aspetto motivazionale trattandosi di un derby e poiché loro potrebbero vincere lo scudetto nella stessa giornata è facile che per questo le motivazioni siano molto elevate, così come è normale che anche noi abbiamo motivazioni molto importanti poiché c’è un obiettivo da raggiungere e giochiamo il derby”.
La Juventus ultimamente sta giocando con il 3-5-1-1 per voi cambia qualche cosa? Avete studiato delle contromisure particolari, magari i bianconeri devono preoccuparsi degli esterni del Torino?
“Credo che la Juventus non si preoccupi di nessun avversario, ormai ha un suo modo di giocare che è imperniato sulla qualità dei singoli che fanno la differenza. Credo che la Juventus abbia vinto lo scudetto meritatamente per quello che ha fatto vedere sul campo sia a livello di mentalità sia a livello di gioco oltre che per le qualità dei singoli giocatori. Sotto questo aspetto faccio i complimenti alla Juventus, d’altra parte noi abbiamo i nostri problemi, abbiamo valori diversi, possiamo essere inferiori per alcuni aspetti, ma non sicuramente per la fame di prestazione, di risultato e per la voglia di giocare da Toro. Ho imparato questo quando ho messo piede a Torino: ci sono delle partite che non si possono giocare solo come è consono nel calcio, ma devono essere disputate da Toro quindi con grande concentrazione e applicazione dal primo al novantesimo, dovrei dire al novantacinquesimo visto che in alcune partite abbiamo lasciato qualche cosa per strada negli ultimi minuti, al di là di ciò noi siamo questi e loro sono quelli e non cambiano. Solo all’andata quando ci affrontarono cambiarono modulo per la prima volta, ma credo che domani giocheranno come hanno fatto nelle ultime gare”.
Se il Torino potesse cancellare qualche finale di partita avrebbe una classifica diversa, dovete dimostrare proprio nel derby di non commettere errori nei minuti finali?
“Sono e rimango dell’idea che il nostro campionato è importante, è vero che abbiamo regalato dei finali di partita, infatti, vincevamo due a uno a un quarto d’ora dalla fine a Cagliari, uno a zero a nove dal termine a Parma, tre a due con il Napoli quando mancavano dieci minuti, eravamo sul tre a tre sbagliando due volte il quarto gol a cinque dalla fine a Firenze, quindi se avessimo centrato una o due di quelle partite oggi avremmo una classifica assolutamente sopra le righe e soprattutto avremmo un’immagine straordinaria perché per essere riusciti a segnare tre reti al Napoli e alla Fiorentina è evidente che si era fatto qualche cosa di buono, ma del momento che non ci siamo riusciti è giusto mettere a fuoco queste situazioni”.
Il Torino ha sempre patito le squadre che si schierano con una punta e la seconda o il trequartista a supporto e un centrocampo a cinque, questo potrebbe essere un vantaggio per la Juventus?
“In questo contesto si può dire tutto e il contrario di tutto, però è un dato di fatto che oggi noi non possiamo avere delle alternative perché non sono in grado di far giocare Vives (squalificato, ndr), Brighi (rientra dall’infortunio e non è ancora la top, ndr) e Bakic, quest’ultimo è un ragazzo giovane e non può essere mandato allo sbaraglio. Per il resto sono chiacchiere da bar perché è come dire perché non ti compri la Porsche, ma se non ho un centesimo in tasca come faccio a comprarla?”
Da allenatore veterano quale lei è, in cosa Conte ha dimostrato in questi anni di essere più bravo degli altri allenatori giovani come lui?
“Conte ha iniziato un percorso a Bari quando ha vinto il campionato, poi l’ha continuato a Siena e quando è arrivato alla Juventus ha vinto lo scudetto, anzi due. E’ evidente che tutto ciò non può essere dovuto al caso e che ci sono dei valori, delle conoscenze e la capacità di trasmettere entrambe le cose. Oggi come oggi Conte è un allenatore del quale si può dire tutto e il contrario di tutto, ma è un dato di fatto che ha delle idee e ha la capacità di metterle in pratica e soprattutto ha la capacità di far si che i giocatori si rendano disponibili a mettere in pratica quello che lui chiede loro. Conte è un allenatore destinato a raggiungere non solo risultati, ma forse anche piazze importantissime”.
Al termine della rifinitura di questa mattina, molti tifosi sono venuti alla Sisport, quanto vi hanno caricato per domani?
“Molti giocatori disputano il derby per la prima volta o forse per la seconda visto che se n’è giocato uno anche all’andata, ed è stato un assaggio dell’affetto che i tifosi del Torino hanno nei confronti della squadra. Spero che l’aver aperto i cancelli per questo contatto abbia fatto piacere ai tifosi, ai giocatori senza ombra di dubbio è piaciuto e si sono sentiti tutti radunati in un unico gruppo. Ho ringraziato i tifosi presenti alla Sisport e li ringrazio nuovamente adesso pubblicamente. Erano in tanti e ho capito cosa significa la voglia di Torino e se devo essere sincero anche la voglia di derby”.
Bianchi è al suo quarto derby, la sua voglia di rivalsa per non averne mai vinti può essere determinante domani?
“Come posso saperlo (sorride, ndr). Ci auguriamo sempre che i giocatori diano il massimo sia come gruppo sia come capacità dei singoli, poi ci vuole la capacità per arrivare a queste partite con serenità perché se si aspetta con troppa ansia una gara si arriva a giocarla scarichi. Lo stress e l’ansia devono essere un’adrenalina, la voglia di risultato deve esserci sugli spalti, ma un giocatore per disputare un certo tipo d’incontro deve avere consapevolezza, serenità, conoscenza delle difficoltà, ma anche la consapevolezza che se vuole può mettere in difficoltà la squadra avversaria e tutto questo deve avvenire senza uno stress esagerato, che non paga mai”.
In settimana molti giocatori sui social network o nelle interviste hanno parlato di questa gara e si è capito che erano molto carichi. Tra di voi avete parlato del derby?
“Non lo so se ne hanno parlato tra di loro perché per me lo spogliatoio è sacro e non ci metto piede. Abbiamo parlato della Juventus e di come affrontarla, ma ripeto ci sono delle partite che devono essere motivate e altre come questa in cui bisogna smussare la tensione. Ad esempio la partita della Roma con il Pescara doveva essere motivata perché i giallorossi avevano raggiunto la finale di Coppa Italia e inconsciamente potevano aver abbassato la tensione positiva. Se al martedì un giocatore definisce la settimana di avvicinamento alla partita una settimana santa più che farlo allenare si deve farlo riposare altrimenti arriva al riscaldamento pre-gara e deve essere sostituito”.
Brighi è fra i convocati, ma rientra dopo un infortunio e si è allenato poco con i compagni, è nella condizione di disputare novanta minuti?
“Brighi è convocato e può giocare altrimenti sarei da ricovero se convocassi calciatori che non possono giocare. C’è chi ha una condizione buona e chi si sta avvicinando alla forma migliore, se Brighi dovrà disputare mezz’ora di gara la farà a buon livello, non gioca da un mese e mezzo e non può essere al top. Lo stiamo recuperando e sarà sicuramente utile nelle ultime partite che saranno fondamentali per noi”.
Nell’avvicinamento al derby ci sono state polemiche sui biglietti e sul fatto che lo stadio non sarà tutto granata. La poca tranquillità fra le tifoserie può influire sull’approccio alla partita?
“Il derby dovrebbe essere la festa dello sport e l’immagine della città. L’anno scorso la Juventus aveva l’obiettivo di vincere il campionato e ci è riuscita e il Torino aveva nella sua categoria anche lui lo stesso obiettivo e lo ha centrato, quest’anno la Juventus aveva lo stesso obiettivo dello scorso campionato e direi che è riuscita nell’intento, il Torino aveva come traguardo il mantenere la categoria e non ci è ancora riuscito, ma spero che presto ci sia la certezza di esserci riusciti. Questa è una partita particolare, chiaramente sentita e dove c’è la voglia di fare bene e presumo che la Juventus abbia grande determinazione nel fare risultato e per noi non sarà una gara facile. Ci sono quaranta punti di differenza (per la precisione quarantuno, ndr), però, come ho già detto, se dovessimo disputare dieci derby la maggior parte li vincerebbe la Juventus, ma dovendone giocare uno solo vale la pena giocarcelo dal primo al novantesimo”.
Conte ha detto che è vergognoso che in Italia ci si debba preoccupare che avvengano episodi di violenza fra le tifoserie. Secondo lei nel nostro paese c’è una cultura dello sport particolare?
“Ogni volta si ripetono le stesse cose, come in tutto bisogna iniziare dal basso: quando si parla di cultura del lavoro si deve iniziare a lavorare per formarla, per parlare di rapporto fra le tifoserie bisogna iniziare a non aizzare. Queste sono frasi qualunquiste che vengono quasi sempre ripetute prima per poi sperare che non accada nulla dopo, non credo molto alle parole, ma di più a un lavoro di qualità fatto da tutte le parti. Detto questo mi auguro, veramente con il cuore, che domani al di là del risultato ci sia l’immagine di Torino come città sportiva che sta riemergendo e vuole tornare ad essere all’apice e si torna al vertice attraverso un’immagine di sport e non sicuramente di fatti violenti o altre cose”.
La conferenza stampa è poi proseguita solo per i giornalisti della carta stampata e il mister ha ribadito il concetto che con la Juventus serve una partita di grande attenzione, disponibilità, senza timore reverenziale e paura di sbagliare, ma con raziocino, conoscenze e cuore. Ha anche detto che il Torino ha la possibilità con la Juventus di disputare una partita sopra le righe e che servono ancora tre-quattro punti per centrare l’obiettivo stagionale. Sulla possibilità di variare il modulo il mister in teoria non mette preclusioni, ma su quanto poi risulti efficace farlo dipende da come si sviluppano le tematiche e da quello che si ha intenzione di fare. Sull’utilizzo di un giocatore o di un altro oppure sul cambiare il ruolo di un calciatore Ventura ritiene che non si modifichi niente se non che alcune situazioni vengono vissute un po’ differentemente per le caratteristiche del giocatore utilizzato. Il risultato è importante, ma non si può guardare solo quello, conta soprattutto come lo si ottiene.