Ventura: “Sappiamo che la partita con lo Spalato è importante”
Il mister granata nella conferenza stampa di presentazione della partita di ritorno d’Europa League con il Rnk Split non ha sciolto tutti i dubbi su chi giocherà in attacco fra Quagliarella, Barreto e Martinez e ha spiegato perché non ha convocato Cerci.
Si può definire quella di domani la partita più importante della storia recente del Torino, ma anche della sua carriera?
“Obiettivamente non la vedo così, perché sembra un’esagerazione. Dire che la partita di domani può cambiare la stagione quando la stagione deve ancora iniziare indubbiamente, come dicevo, mi sembra un’esagerazione. E’ una partita importante soprattutto perché il Torino manca da tanto tempo nelle competizioni internazionali e sotto questo aspetto capisco sia l’importanza sia l’attesa, di conseguenza non ci tiriamo indietro, ma stiamo parlando, dal mio punto di vista, del quarto anno della mia permanenza qui. Il primo anno eravamo in serie B, il secondo anno siamo andati in serie A, il terzo siamo andati in Europa e quest’anno cercheremo di proseguire. Come proseguiremo lo dirà la stagione a fine anno non può dirlo una partita, come in tutte le cose il risultato alle volte fa drammatizzare delle situazioni e quindi rallenta la crescita che è l’obiettivo principale nostro. Prendiamo atto dell’importanza della partita e cerchiamo di farla al meglio”.
La non convocazione di Cerci fra mercato e condizione fisica non al top, in percentuale quanto hanno pesato queste due motivazioni?
“Non c’è nessuna percentuale, semplicemente il mercato finirà fra cinque giorni e credo che Cerci sia stato più sui giornali di Obama, nel senso che tutti i giorni ci sono paginate su di lui e siamo ormai arrivati alla settantunesima squadra che vuole Cerci, quindi penso che in questo momento la testa di Cerci non possa essere concentrata sulla partita, non lo dico io penso che tutti possano presupporlo, di conseguenza è un’ovvietà il fatto che non ci sia. Aspettiamo la fine del mercato e poi affronteremo il problema, adesso non avrebbe neanche senso”.
Quagliarella, Barreto e Martinez: ha solo tre attaccanti a disposizione, un problema?
“Mancano dei giocatori e non possiamo farci niente, ce ne sono tre che stanno lavorando per raggiungere condizioni varie e divideremo la fatica tenendo presente che ci sarà da giocare anche domenica sera. Sarebbe stato meglio che ci fossero tutti i giocatori a disposizione, ma non essendoci faremo di necessità virtù, non è un problema questo”.
Per le caratteristiche dello Spalato e degli attaccanti che ha a disposizione qual è il criterio che la porterà a scegliere uno anziché un altro giocatore?
“Fossimo durante il campionato con un bel po’ di partite disputate scegliere uno o l’altro avrebbe un senso, oggi con il campionato non ancora iniziato da una parte ci sono giocatori che devono trovare la condizione fisica e altri anche dal punto di vista psicologico o dell’adrenalina allo stato puro. Siamo agli inizi non c’è un motivo al posto di un altro, dobbiamo semplicemente coinvolgere tutti perché se per assurdo o per fortuna o per capacità passeremo il turno si dovranno disputare nove partite in quindici giorni ed è evidente che tutti si devono sentire coinvolti. Naturalmente tutto questo deve avvenire all’interno di un processo di crescita che necessita del tempo. Oggi è semplicemente un alternarsi di situazioni, durante il campionato è meglio Tizio di Caio per caratteristiche, per queste partite la scelta ricade su chi sta meglio o su chi ha bisogno di un pizzico di responsabilità in meno rispetto ad altri, sono queste le motivazioni e non ce ne sono altre, in modo da dare la possibilità di avere serenità e crescere ulteriormente. Sembra già che il campionato finisca domenica invece deve ancora iniziare”.
Vista la carenza d’attaccanti ha pensato di far giocare El Kaddouri come punta? Il calciatore aveva ricoperto questo ruolo qualche volta nel Brescia e anche nel Napoli, oppure ormai il giocatore non ha più i tempi d’inserimento per ricoprire il ruolo d’attaccante?
“E’ successo anche l’anno scorso che in alcuni spezzoni di partita El Kaddouri ha agito venti metri più in avanti, nel contesto di una partita può succedere, non dall’inizio della gara, questo è certo. Poi mai dire mai perché se devo sostituire due punte e ne ho una sola è evidente che devo fare di necessità virtù. El Kaddouri può giocare in attacco, chiaramente cambiano le situazioni, ma uno spezzone in quel ruolo può giocarlo”.
Come ha vissuto la prima partita a Spalato?
“Ho fatto i complimenti allo Spalato perché al di là che erano un po’ più tonici di noi, nel senso che erano più allenati rispetto a noi, avevano preparato bene la partita anche dal punto di vista tattico. E’ vero che potevamo segnare, però è altrettanto vero che abbiamo incontrato delle difficoltà non solo per il terreno di gioco e il pallone, ma soprattutto dal punto di vista comportamentale lo Spalato mi ha fatto una buona impressione”.
Cambierà qualche cosa anche nell’approccio psicologico alla partita dopo lo zero a zero dell’andata?
“Sono contento, tra virgolette, dello zero a zero nel senso che ci ha costretto ad analizzare la partita e ad affrontare quella di domani come dovremo poi fare durante il campionato, quindi sia ben venuto questo al di là delle difficoltà o delle insidie che il risultato dell’andata può avere. Per noi sarà una verifica importante non solo per il risultato finale, ma anche come approccio e tante altre cose”.
Quale insegnamento avete ricevuto dalla gara d’andata e quindi su quale aspetto principale ha lavorato in vista della partita di domani?
“Prima della gara d’andata affrontare lo Spalato era come fare una passeggiata, invece il campo ha detto che a livello europeo le passeggiate le si va a fare sui lungomare e non sui campi di calcio. La dimostrazione è che non solo avevamo di fronte buoni giocatori, ma che c’erano conoscenze tattiche e una buona organizzazione. A volte se si fa una grandissima prestazione le squadre avversarie sembrano meno di quello che in realtà sono, però basta abbassare il livello della prestazione e puntualmente si scopre che non è tutto così semplice, non parlo di noi ma in generale. L’insegnamento che può essere tratto non è tanto nei miei confronti, ma per l’ambiente in generale, compresi i miei giocatori”.
A che punto è la squadra che quest’anno da lei è stata impostata con un gioco un po’ modificato?
“Come tutti gli anni ripetiamo le stesse cose: quest’anno ci sono stati molti cambiamenti e sono arrivati molti giocatori nuovi tanti dei quali stranieri, quindi come sempre bisogna dare il tempo necessario perché capiscano che cosa occorre per emergere in un campionato difficile com’è quello italiano. Non si può mettere pressione a Tizio o a Caio perché in questo momento non sono in grado di ricevere pressioni, poiché sono in una fase di crescita nell’apprendere e nel cercare di capire sempre di più che cosa occorre per realizzarsi in questo campionato. Siamo in una fase interlocutoria, poi è chiaro che una buona prestazione e un buon risultato accelerano la crescita o in caso di cattivo risultato la rallentano. L’obiettivo di domani (accedere alla fase a gironi dell’Europa League, ndr) è assolutamente importante, ma il nostro vero obiettivo è decisamente più ampio rispetto alla partita”.
E’ soddisfatto da quello che finora ha fatto in ottica del progetto per questa stagione?
“Ma sì, tenendo presente quello che è successo. Vediamo come finirà il mercato. Questa è una squadra che oggi è ancora in fase embrionale di crescita, quando avrà raggiunto la giusta coesione non solo tecnico-tattica, ma soprattutto mentale, come era quella dello scorso anno, sono convinto che sarà una squadra decisamente superiore a quella della scorsa stagione. Non posso, quindi, che rispondere affermativamente alla domanda”.
Cairo le ha promesso un premio in caso di passaggio del turno?
“No, forse ai giocatori”. Si volta verso Vives che è seduto al suo fianco, (risate generali, ndr). “Ai giocatori non lo so perché non mi riguarda, personalmente non avrò nessun premio, ma sono d’accordo con Matic (al quale era stata fatta la stessa domanda, ndr) che passare il turno è motivo d’orgoglio”.