Ventura: “Le prestazioni dicono che siamo sulla buona strada”

21.09.2013 12:14 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Ventura: “Le prestazioni dicono che siamo sulla buona strada”
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© foto di Federico De Luca

Turnover sì non perché ci siano gare più importanti di altre, bensì perché gli avversari giocano in maniera differente. Il Bologna è una squadra temibile perché ha buoni giocatori e non solo perché Bianchi potrebbe volere una rivalsa sportiva.

 

La preparazione in settimana è stata differente dal solito poiché ci saranno tre partite in otto giorni?

“No, abbiamo solo caricato un po’ di più perché la prossima settimana non ci sarà la possibilità di svolgere gli allenamenti come quando non c’è il turno infrasettimanale, ma direi che siamo nell’assoluta normalità”.

 

Questo tour de force inciderà nelle scelte dei giocatori da mandare in campo che effettuerà già a partire dalla gara di domani?

“Ma sì, incideranno dal punto di vista fisico. Ho a disposizione una rosa di uomini di pari livello e quindi si dividerà la fatica nelle tre gare, così come abbiamo sempre fatto negli anni passati in occasioni come questa. Di volta in volta sarà valutata la condizione fisica e mentale di ogni giocatore”.

 

E’ rimasto nella testa dei giocatori qualche strascico degli episodi che hanno condizionato la gara con il Milan?

“Spero proprio di no, le scorie devono esaurirsi la domenica sera. E’ rimasto un po’ di rammarico, ma quando si riprendono gli allenamenti si deve pensare alla partita successiva. E’ un peccato perché avevamo fatto una prestazione che meritava la vittoria che ci avrebbe permesso di cancellare la casella che riporta l’assenza di vittoria con le grandi”.

 

Alla luce delle tre partite, visto che le prime due sono con squadre alla portata e la terza è il derby, le scelte dei giocatori da utilizzare ogni gara saranno influenzate dal valore dell’avversario?

“Incideranno non nel senso che una partita è più importante dell’altra, ma sul piano delle caratteristiche dei giocatori. Ci sono dei calciatori che magari contro la Juventus hanno delle caratteristiche migliori rispetto ad altri e allora forse avranno la possibilità di riposare con il Verona e poi giocare il derby o viceversa. Non c’è una partita più importante che vada affrontata in maniera diversa. Fra Verona e Juventus ci sono caratteristiche completamente differenti, siamo ai due poli opposti poiché giocano in maniera diversa, e in base a questo cercherò di fare le scelte migliori, i giocatori lo sanno”.

 

Il Bologna in questo inizio di campionato ha cambiato l’assetto tattico, questo vi ha creato dei problemi nel preparare la gara?

“Ogni partita ci crea sempre dei problemi, perché purtroppo oggi tutte le quadre si allenano sette giorni su sette a porte chiuse, tranne quando fanno le amichevoli, ma questo lascia il tempo che trova, quindi andiamo al buio più totale sempre. Non sappiamo che modulo utilizzerà il Bologna, però la nostra è una squadra che comincia ad avere delle conoscenze e in base a come si schiereranno i nostri avversari cercheremo di comportarci al meglio”.

 

In attacco ha gli uomini contati dopo l’infortunio di Larrondo, ha pensato delle alternative magari utilizzando qualche giocatore che ha caratteristiche che gli permettano di fare anche la punta?

“Avevo pensato a El Kaddouri prima di Bergamo, ma non ha portato bene e si sono fatti male tutti, quindi evito. Questi siamo e ci giostriamo. Abbiamo perso Larrondo per un lungo periodo e questa è una perdita pesante non solo sul piano numerico perché il giocatore stava lavorando benissimo, per fortuna fra quattro partite potrò riavere a disposizione Barreto che sta molto bene e di conseguenza dobbiamo tamponare per questo periodo. Speriamo che la salute ci assista. L’infortunio di Rodriguez sembrava una banalità e invece il recupero va un po’ più per le lunghe e anche per la gara di domani non credo che sarà disponibile. Lo stesso discorso vale per Larrondo che dovrà stare fermo per dei mesi, questo ci crea qualche piccolo problema, però se gli altri stanno bene siamo in grado di sopperire”.

 

Ricollegandosi al discorso che faceva sulla crescita dei singoli e del gruppo, questa è un vantaggio concreto rispetto alle altre squadre che non sembrano ottenere gli stessi margini di miglioramento?

“Come dico sempre per colmare il gap con le squadre che hanno organici superiori bisogna farlo attraverso l’organizzazione, il modo di stare in campo e la mentalità e questo non avviene dall’oggi al domani, ma attraverso il lavoro quotidiano settimana dopo settimana. Spesso si usano parole come crescita pensando che possa avvenire dalla sera alla mattina, ma sarebbe sconvolgente se accadesse. I giocatori fin dal ritiro hanno lavorato con disponibilità a voler capire e partecipare e ci ha permesso di aver dominato la partita con il Milan, anche se alla fine non abbiamo vinto. Non è il risultato di una partita a poter incidere positivamente o negativamente sulla crescita dei giocatori, il gruppo è assolutamente sano e ha voglia di lavorare ogni giorno sempre di più perché vuole e ha la consapevolezza di potersi ritagliare uno spazio in questo campionato, non possiamo vivere alla giornata: se vinciamo siamo bravi e se perdiamo non lo siamo ed è tutto da rifare, considerazioni di questo tipo le lasciamo fare a chi frequenta  il bar dello sport. Il discorso sulla crescita generale è di un gruppo che attraverso esperienze positive e negative diventa sempre più forte e consapevole delle proprie qualità”.

 

Prima della partita con il Milan aveva detto che avrebbe preferito vincere con l’Atalanta, concorrente diretta per l’obiettivo finale, piuttosto che con il Milan, oggi prima delle gare con Bologna, Verona e Juventus c’è qualche squadra che preferirebbe battere?

“Mi diventa difficile dire che preferirei vincere con il Bologna piuttosto che con la Juventus, non posso dirlo. Noi giochiamo sempre per vincere, purtroppo le passate partite sono state estremamente chiarificatrici: a Bergamo avremmo potuto non vincere, ma stra-vincere e, invece, abbiamo perso; con il Milan non dico che avremmo potuto stra-vincere, però almeno vincere e abbiamo pareggiato. Nel calcio non ci sono certezze ed è inutile fare previsioni. Secondo me abbiamo disputato tre partite nelle quali potevamo tranquillamente conquistare nove punti e, invece, ne abbiamo quattro e con il rammarico che avremmo meritato di averne molti di più. Però ci sono delle prestazioni che dicono che siamo sulla buona strada, durante il campionato ci saranno degli alti e dei bassi, ma, ripeto, questo è un gruppo che merita considerazione e affetto perché sta lavorando bene”.

 

Questo è il miglior gruppo che ha mai allenato?

“Qui a Torino sì, è un gruppo di giocatori estremamente disponibile, sicuramente uno dei migliori”.

 

In cosa è migliorato rispetto all’anno scorso?

“E’ migliorato sotto l’aspetto della consapevolezza che il lavoro svolto in una certa direzione porta a far contare più i fatti delle parole e che la disponibilità è più importante di altre cose e  tutti i componenti danno il cento per cento della disponibilità, questo è ciò che un allenatore auspica e si augura sempre”.

 

La squadra a che punto di forma è?

“Abbiamo giocato sei giorni fa, sicuramente perderemo a Bologna (ironizza, ndr), ma sono assolutamente sereno perché questa è una squadra che arriva alla vigilia della partita e io non ho stress, quindi se in campo facciamo le cose bene siamo in grado di fare risultato contro chiunque, nessuno escluso. Come sempre se non centriamo la partita o se regaliamo due-tre gol possiamo perdere contro tutti, su questo non c’è il minimo dubbio. Credo che rispetto agli anni passati siamo molto più artefici del nostro futuro”.

 

Teme la voglia di vendetta sportiva di Bianchi?

“No, temo il Bologna perché è una buona squadra e ha giocatori come Diamanti che secondo me è straordinario per il livello dei rossoblu, così come altri tipo Kone che ha avuto meno di quello che finora ha ottenuto in quanto è un giocatore di grande quantità e qualità. Il Torino se sbaglierà approccio e scenderà in campo con un pizzico di pancia piena da prestazione precedente pagherà, così come sono convinto che se centrerà la partita se la può giocare sempre”.

 

La sensazione che ha avuto in questa settimana è che la pancia sia piena o che i giocatori abbiano ancora molta fame di affermarsi?

“Se avessimo la pancia pieno alla terza di campionato saremo davanti al fallimento. Oggi, magari a livello inconscio, qualcuno è contento di quello che ha fatto, però ha la possibilità di confrontarsi con se stesso e se vuole essere protagonista non solo non deve avere la pancia piena, ma deve avere la rabbia di quello che è stato tolto (episodi sfavorevoli  nelle precedenti gare, ndr)”.

 

L’ha sorpresa l’applicazione e la voglia di lavorare di Immobile?

“Non mi ha stupito. Ripeto, sono giocatori che si mettono a diposizione e quando parlo di disposizione intendo che giocano tutti per la squadra e per i compagni e devono essere lì e solo se lo sono possono essere importanti in quel preciso istante della partita. Dopo la gara con il Pescara qualcuno aveva detto che era stata la pagina più nera della storia del Torino, obiettivamente mi sembrava un’esagerazione, ma avevo detto che era stata una partita importante perché aveva messo a fuoco delle cose sulle quali stavamo lavorando e la partita successiva con il Sassuolo ha eliminato molte problematiche che c’erano state, quella di Bergamo ha tolto difetti che c’erano stati con il Sassuolo e con il Milan abbiamo disputato la miglior gara, quindi c’è stata una crescita continua settimana dopo settimana e questo si ricollega a quello che dicevo prima: la crescita non avviene attraverso parole, commenti o considerazioni”.

 

Immobile in passato giocava sempre all’interno dell’aria di rigore avversaria oggi parte più da lontano, sta avvenendo una trasformazione nel suo modo di stare in campo che lo renderà più completo?

“Immobile giocava nell’area avversaria in serie B, ma in A non è possibile permettersi di fare altrettanto”.

 

La difesa del Torino ha bisogno di qualche aggiustatina nei movimenti perché sembra avere ancora una sicurezza inferiore a quella che si era vista per tutto il girone d’andata e in parte all’inizio di quello di ritorno dello scorso campionato?

“Non sono tanto d’accordo su questo perché se analizziamo queste tre gare: nella prima partita con il Sassuolo abbiamo subito si e no un tiro in porta, con l’Atalanta ha tirato in porta solo Denis a metà del primo tempo e con il Milan il primo tiro nello specchio della porta è stato quello di Balotelli a dieci-otto minuti dalla fine. Obiettivamente siamo il Torino e non il Real Madrid e possiamo anche concederlo un tiro agli avversari, altrimenti perdiamo di vista la realtà. Bisogna tenere presente che sono stati cambiati tanti giocatori e anche il modulo e soprattutto è cambiato il modo di interpretare il gioco in quanto le posizioni in campo possono sembrare similari, ma l’atteggiamento è completamente diverso, opposto e i compiti che un determinato giocatore aveva l’anno scorso sono ora molto differenti. E’ lo stesso problema che ha Ogbonna alla Juventus, giocano in maniera diversa rispetto a come facevamo noi e quindi al giocatore bisogna dare il tempo necessario per adeguarsi alle situazioni nuove. In questo breve lasso di tempo i miei giocatori sono stati bravissimi e hanno fatto passi giganteschi, certo possiamo migliorare, ma a oggi non c’è un giorno in cui non sono stato soddisfatto e orgoglioso di loro, non parlo delle partite, bensì di ogni singolo allenamento”.