Ventura e Stramaccioni influiranno sull'esito di Torino-Inter

Tattica, conoscenza dell'avversario, fine psicologia nel cogliere gli umori dei propri giocatori e un pizzico di fortuna sono le armi a disposizione dei mister che con le loro scelte incideranno sulla gara dagli esiti non scontati.
14.09.2012 13:05 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Ventura e Stramaccioni influiranno sull'esito di Torino-Inter
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© foto di Giuseppe Celeste/Image Sport

A poco più di cinquantacinque ore dal fischio d’inizio di Torino-Inter la voglia di big match è tanta, infatti lo stadio Olimpico è quasi esaurito, restano a diposizione circa due migliaia di biglietti, e cresce sempre più la curiosità di vedere finalmente la partita e di capire se i ragionamenti  tecnico-tattici che l’hanno preceduta rispecchiano ciò che avverrà in campo. Il calendario della stagione permette di confrontare granata e nerazzurri attraverso il Pescara, perché la squadra di Stramaccioni ha affrontato gli abruzzesi il ventisei agosto e quella di Ventura il primo settembre, sei giorni dopo, ventun giorni fa per l’Inter e quindici per il Torino; un lasso di tempo non troppo ampio e in più in mezzo c’è stata la sosta per le partite della Nazionale e questo rende il confronto, per certi versi, ancora più attendibile.

Il caso ha voluto che Torino e Inter, l’una in casa e l’altra in trasferta, infliggessero entrambe tre reti al Pescara e non ne subissero nessuna. C’è da ricordare che gli abruzzesi contro il Torino hanno giocato sessantanove minuti in dieci, per l’espulsione al 27’ di Terlizzi, e che hanno subito il primo gol dopo l’espulsione (34’ Sgrigna) e che al 28’ Bianchi ha battuto un calcio di rigore e non ha segnato. L’Inter era scesa in campo con il 4-3-2-1 composto da Castellazzi, Zanetti, Ranocchia, Silvestre, Nagatomo, Guarin, Gargano (86’ Duncan), Cambiasso, Cassano (67’ Coutinho), Sneijder, Milito (83’ Livaia) e a segno erano andati Sneijder (17’), Milito (19’) e Coutinho (81’); mentre il Pescara era schierato con il 4-3-3 formato da Perin, Zanon, Romagnoli, Capuano, Balzano, Nielsen (61’ Quintero), Colucci, Cascione, Caprari, (65’ Celik), Jonathas (75’ Abbruscato), Weiss. Il Torino si era presentato con il 4-2-4 composto da Gillet, Darmian, Glik, Ogbonna, Masiello, Gazzi, Brighi, Stevanovic (72’ Cerci), Bianchi (78’ Sansone), Sgrigna (64’ Meggiorini), Santana e i gol erano stati realizzati da Sgrigna (34’), Brighi (59’) e Bianchi (62’); il Pescara di base era sceso in campo con un 4-3-3 (ma a seconda se si difendeva o attaccava infoltiva la mediana o la difesa, soprattutto quando era rimasto in dieci) formato da Perin, Zanon, Terlizzi, Capuano, Bocchetti, Blasi Cascione (75’ Colucci), Bjarnason, Caprari (30’ Romagnoli), Jonathas (48’ Vukusic), Weiss.
Confrontando l’andamento, utilizzando i dati di Panini Digital, di Torino e Inter contro il Pescara: il possesso palla è stato quasi identico 59 per cento per i granata e 58 per i nerazzurri; non si discostano molto anche i tiri verso la porta 15 (i più assidui sono stati Sgrigna 5, Santana 4, Bianchi 2, Sansone 2, Brighi 1) a 13 (Guarin 4, Sneijder 3, Coutinho 2) e i tiri nello specchio 10 a 6; le palle giocate 741 a 779; quasi identica la percentuale dei passaggi riusciti 74 (Glik 85, Gazzi 72, Brighi 67, Ogbonna 66, Darmian 63, Masiello 56) a 76 (Gargano 83, Sneijder 79, Cambiasso 74, Zanetti 63, Guarin 50); meglio il Torino per supremazia territoriale 15’:02’’ (Pescara: 05’:06’’) a 14’:28’’ (Pescara 11’:49’’), tenendo anche conto che gli avversari erano in dieci; un po’ superiore sempre a favore dei granata pure la protezione dell’area 65.2 per cento a 59.7; più incisivi i nerazzurri per l’attacco alla porta 50 per cento a 54.9; però superiori i granata per pericolosità 83.2 per cento a 77.7; entrambe le formazioni molto corrette i falli commessi sono stati 11 a 12 e un ammonito per parte Darmian (18’) e Gargano (14’); più angoli battuti per il Torino 5 (Pescara 0) a 2 (Pescara 10); un po’ superiori i granata nel recuperare palle i migliori sono stati Glik 19, Gazzi 18, Ogbonna 17 e Brighi 16, per l’Inter Ranocchia 17, Zanetti 17 e Guarin 16.


Quindi è lecito pensare che il Torino affronterà l’Inter o con un 4-2-4, con richiesta di gran sacrificio in fase di copertura agli esterni e agli attaccanti e a quest’ultimi l’ulteriore compito di procurarsi palla arretrando un po’ per poi ripartire, o con il 4-3-3 e che i nerazzurri opporranno un 4-3-2-1; entrambi gli allenatori così avrebbero una difesa abbastanza blindata, un centrocampo dove gli spazi non dovrebbero essere troppo intasati e un attacco con uomini parecchio liberi di trovare il colpo vincente. Sono i giocatori quelli che scendono in campo e dipende da loro l’esito della partita, ma soprattutto in alcune gare, come questa fra Torino e Inter, le idee e le capacità degli allenatori nel prevedere le mosse altrui, nel capire quali sono i calciatori più adatti da mandare in campo e all’occorrenza la bravura nel saper modificare tempestivamente l’assetto tattico della propria squadra per scongiurare pericoli o mettere in ulteriore difficoltà l’avversario fanno la differenza, il tutto condito da un pizzico di fortuna che aiuta sempre gli audaci.