Ventura: "C'è voglia di concretizzare la fase offensiva"
Un Ventura sereno e solo un po’ raffreddato si è presentato alla conferenza stampa che precede la gara con il Parma, che sarà la prima delle tre che impegnerà la squadra granata nei prossimi otto giorni.
Con il Parma inizia una settimana con impegni ravvicinati questo, avrà riflessi sulla scelta dei giocatori da utilizzare già a partire da domani?
“Stiamo tenendo conto che dobbiamo disputare tre partite in una settimana e delle caratteristiche sia tecniche sia tattiche della squadra avversaria, se riteniamo che Giovanni, per dire un nome, sia per caratteristiche tecniche più utile contro la Lazio lo facciamo riposare con il Parma per averlo poi a disposizione. Al momento non prendiamo in esame le tre partite, ma iniziamo con le prime due, dopo la gara con la Lazio faremo la conta e vedremo chi sarà disponibile per quella con il Napoli. Nel nostro modo di gestire le cose, che abbiamo messo in atto già dall’anno scorso i giocatori, sono assolutamente consapevoli di questo e non c’è nessun problema. Si lavora sul gruppo che è non solo disponibile, ma anche, per quella che è la nostra dimensione, affidabile. Con l’Udinese abbiamo giocato con cinque giocatori differenti rispetto alla partita precedente e abbiamo disputato una buona partita. A Palermo siamo andati in campo con trequarti della difesa diversa da quella solita e tutto sommato abbiamo fatto il nostro. Abbiamo una rosa di ventitre-ventiquattro elementi, anche se in realtà siamo trentuno, e in base a come stanno e alle caratteristiche degli avversari vengono utilizzati; spesso e volentieri lo stesso giocatore sa già che se si affronta una certa squadra è meglio che giochi lui o un compagno, quindi se non tocca a lui incita il compagno e si allena perché sa che poi nella partita successiva verrà il suo turno”.
E’ ipotizzabile che domani calciatori che non hanno ancora debuttato, come Agostini e Birsa, possano essere utilizzati?
“Sono convocati e sarà poi la partita a dire se potranno o meno andare in campo, ma non partono titolari per mille motivi, che però ci possa per loro essere la possibilità di entrare sì. Per gli unici tre che non hanno ancora esordito è dipeso da motivi precisi: Birsa si allena con il gruppo da quindici giorni e Agostini e Caceres sono arrivati prima, ma erano in condizioni non buone e hanno dovuto piano piano trovare la forma migliore, non hanno ancora i novanta minuti, ma se sono convocati è perché riteniamo che se dovessero disputare una parte della gara sono in grado di farlo”.
Ogbonna non è stato convocato, come sta?
“Sta lavorando e cerchiamo di averlo per la gara con la Lazio se i miglioramenti continueranno e potrà, come sta facendo, continuare a incrementare il lavoro. Avremmo potuto accelerare il suo recupero, però si è preferito non rischiare, meglio averlo con grandi certezze tre giorni dopo che forzare e poi non poterlo schierare per più tempo. Adesso si sta allenando con una buona intensità e vediamo se riesco per lunedì a organizzare una partitella in modo che riprenda un po’ l’occhio sulle distanze e sui meccanismi difensivi e poi spero che sia pronto per mercoledì, ma a oggi non ci sono certezze”.
Che tipo di partita si aspetta dal Parma?
“Non c’è una grande differenza quando il Parma gioca in casa o fuori, domenica scorsa ha cambiato modulo e non so se con noi lo manterrà o cambierà di nuovo, ma è una squadra che concede pochissimo; ha perso per infortunio Galloppa, però ha dei giocatori tipo Parolo, Amauri, Biabiany, che è sottovalutato, Valdes, per non parlare di Zaccardo o Lucarelli, elementi di assoluta serie A, e la società ha fatto investimenti importanti. Dicevo che concede poco e poi si affida alle qualità di questi giocatori, hanno battuto la Sampdoria e pareggiato con il Milan, non questo Milan, ma quando aveva ancora ambizioni. Il Parma è difficile da affrontare, ma lo sono tutte le squadre o per un motivo o per l’altro, per qualità o aggressività. Non è come in serie B che c’era qualche squadra che si sapeva che affrontandola si sarebbero, più o meno, portati a casa i punti, ma in serie A non è così se si centra la partita è possibile ottenere un risultato positivo, ma se non si centra la partita si ha quasi la certezza di essere sconfitti”.
In trasferta finora la squadra ha reso un po’ di più che in casa, dipende dall’atteggiamento degli avversari o da altro?
“L’anno scorso si diceva che la squadra segnava poco in trasferta, poi alla fine siamo stati tra quelli che hanno vinto di più, sono momenti. Se si analizzano i nostri pregi e difetti siamo una neo-promossa che ha un obiettivo ben dichiarato e questo obiettivo se analizzato con un minimo di equilibrio finora è stato centrato perché l’unica partita che abbiamo disputato sotto tono è stata quella con il Cagliari, poi è chiaro che in tutte le gare, anche in quella con il Pescara, si poteva fare meglio. Da neo promossa sia quella persa con l’Inter sia quella non vinta con l’Udinese, secondo me, sono state partite giocate alla pari e in alcuni frangenti anche meglio da noi. Ci sta che nelle prime dieci partite se ne possa toppare una, che tra parentesi si è persa per un episodio almeno discutibile, anche se resta il fatto che se l’avessimo pareggiata la prestazione sarebbe comunque rimasta sotto tono, l’anno scorso ero un po’ più preoccupato su queste riflessioni, oggi meno”.
Torino e Parma producono gioco più di quanto concretizzano, anche in previsione delle due trasferte con formazioni più forti è ipotizzabile che domani la fase offensiva possa essere maggiormente potenziata?
“Eh (sospira, ndr) come faccio a dirlo? Se a Palermo due-tre palle che abbiamo avuto, lasciando perdere l’occasione avuta da Bianchi, fossero state trasformate in gol non mi sarebbero state fatte né questa né la precedente domanda. Il calcio è fatto di episodi. C’è voglia, c’è voglia, la squadra si sta allenando con impegno, ma non deve essere messa sotto pressione, ma deve essere consapevole di quello che è, dei propri pregi e difetti e quindi interpretare le partite sapendo chi è e da dove viene e avendo l’idea di dove vuole arrivare. Si dice che il Parma è squadra più facile da affrontare della Lazio e poi magari effettivamente vinciamo con gli emiliani e perdiamo a Roma quindi chi lo sostiene ha ragione; ma da allenatore preferisco affrontare la Lazio e non il Parma, non perché la Lazio sia scarsa, è terza in campionato e sta facendo benissimo, ma sono le squadre come il Parma che mettono più in difficoltà, mentre la Lazio gioca sempre per vincere e di conseguenza concede qualche situazione che può essere sfruttata. Il Parma, invece, meno, quindi con la Lazio si può giocare più da squadra, mentre con gli emiliani si deve giocare anche individualmente e sotto questo aspetto noi siamo più competitivi come collettivo perché abbiamo imparato a giocare così”.
Parlava d’individualità, da chi si aspetta un apporto maggiore?
“Mi aspetto sempre che tutti diano il massimo”.
Questo in generale, ma in particolare ci si può aspettare di più da qualcuno che finora non è riuscito a esprimersi al meglio?
“Qualcuno ha pagato e sta pagando l’impatto con la categoria nel senso che a volte non ha il coraggio di fare qualche giocata. La serenità che alcuni potevano avere l’anno scorso in B non è stata ancora acquisita in serie A. Una volta che questa serenità sarà acquisita le situazioni verranno sviluppate con tematiche migliori. Io non mi aspetto i tre gol da Tizio, ma, ripeto, una maggiore serenità da tutti perché è un gruppo che sta lavorando assolutamente bene e ha dato totale disponibilità non tanto nei miei confronti, ma ai compagni e alla società. Questo è un gruppo positivo e deve solo essere consapevole che se vuole può essere competitivo e per riuscirci deve trovare equilibrio e serenità che gli permetta di realizzare quello che sa fare. In serie A si corre di meno, ma si leggono molto di più le situazioni e non bisogna avere lo stress di ricevere la palla, anzi bisogna essere l’opposto e voler ricevere sempre la palla e finora questo è sempre avvenuto, a parte un po’ con il Cagliari perché si voleva fare tutto e subito e con questo atteggiamento non funziona. In questo sta il nostro margine di miglioramento e su tutto il resto non posso dire una sola parola sull’impegno e la disponibilità, sotto questo aspetto ho un gruppo straordinario. Oggi Santana è andato a giocare il derby con la Primavera, ma non l’ho mandato io che gli avevo solo detto che doveva cercare di incamerare minuti di gioco dopo l’infortunio ora che è guarito per ritrovare la forma migliore e il ritmo partita e lui mi ha detto che voleva essere aggregato alla Primavera, questo per far capire la disponibilità e lo spirito con il quale questo gruppo lavora”.
La giocata del singolo dipenderà dalla scelta del modulo che lei adotterà a prescindere da come schiererà la squadra Donadoni?
“Specifico meglio quello che ho detto: presumo che la Lazio quando ci affronterà avrà l’obbligo di vincere e questo significa che quando avrà la palla sarà un problema per noi, ma quando la perderà spero che saremo noi a crearle problemi, quindi in questo senso sarà un discorso di squadra. Il Parma per come è strutturato concede pochissimo e quando perdono palla in tre secondi chiudono gli spazi quindi il discorso di squadra sarà leggermente inferiore e di conseguenza la giocata del singolo inciderà di più. Chiaramente se la giocata del singolo incide ben venga anche in partite come quella con la Lazio”.
Parlando di giocate individuali la partita con il Parma è adatta a un calciatore come Sansone?
“Ma sì, per caratteristiche potrebbe esserla. Noi affronteremo la questione di chi giocherà tenendo conto, come ho detto, delle due partite e non delle tre perché Parma e Lazio sono due gare completamente diverse e se dobbiamo dosare le fatiche lo si farà in base a quello che potrebbe essere più utile con il Parma e con la Lazio”.
Sansone lo potrebbe usare come punta o anche come esterno?
“Sansone a inizio stagione era utilizzato come esterno perché ci mancavano gli uomini e avevamo solo Stevanovic e Verdi, oggi lavora solo ed esclusivamente come punta, non è più preso in considerazione come esterno perché in quel ruolo ne abbiamo quanti ne vogliamo”.
L’utilizzo di Brighi con il Parma è certo?
“Sì, giocherà”.
Bianchi che è in scadenza di contratto e Cerci che ha avuto uno screzio in allenamento con Basha sono sereni e possono farsi carico di trascinare maggiormente la squadra?
“Se il rinnovo del contratto di Bianchi dovesse creare agitazione sarebbe assurdo, il capitano sa che il suo compito è quello di partecipare all’interno del gruppo dando una mano nella riconquista della palla e cercando di finalizzare le azioni offensive. Ed è quello che sta cercando di fare, l’ha fatto a inizio stagione, poi ha avuto una piccola pausa e mi auguro che riprenda a farlo velocemente. Non posso pensare che il rinnovo del contratto distrugga il giocatore o alteri l’ambiente altrimenti sarebbe autolesionistico per tutti e sciocco quindi non lo prendo neppure in considerazione. Non c’è solo Bianchi in scadenza, ma anche altri e tutti sanno perfettamente che il nostro è un discorso esclusivamente tecnico, tutto il resto deve essere affrontato con la dirigenza, sono problemi che io non mi pongo e neppure loro almeno a parole.
Per quel che riguarda Cerci è arrivato che era reduce da un periodo un po’ particolare e oggi posso finalmente dirlo in maniera ufficiale che sta lavorando come volevo che facesse e credo che abbia capito che questa è la strada e non va assolutamente giudicato per quello che ha fatto fino adesso e neppure per quello che farà nelle prossime partite, ma dovrà essere giudicato a fine campionato, se continuerà sulla strada intrapresa, quando avrà dimostrato nell’arco del tempo di essere tornato quello che è capace di essere. In questa settimana gli ho visto la gamba che quando parte, parte. Quello che Cerci fa in questo periodo è tutto di guadagnato, niente di più”.
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