Ventura: “Parlare degli episodi sfavorevoli per me significa sminuire la crescita della mia squadra”

24.02.2014 07:00 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Ventura: “Parlare degli episodi sfavorevoli per me significa sminuire la crescita della mia squadra”
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L’allenatore granata nonostante la sconfitta è orgoglioso della sua squadra perché nella gara con la Juventus ha visto il coronamento della crescita del gruppo. Ventura non vuole parlare di Europa League e ricorda il percorso fatto dal Torino da quando lui lo allena.

 

Ci commenta la prestazione della sua squadra?

“Quanti juventini ci sono qui?”

 

Qui in “zona mista” ci sono giornalisti non tifosi e comunque siamo dei professionisti.

“Non volevo fare polemica, ci mancherebbe. Volevo fare delle domande poiché in precedenza mi è stato chiesto perché dal primo minuto il Torino non ha attaccato la Juventus e allora chiedo: come mai la Roma che a livello di organico è leggermente superiore a noi, non moltissimo, ma poco poco, il Napoli, il Milan e l’Inter hanno tutti perso subendo tre gol allo Juventus Stadium? Quando si è sul tre a zero a dieci minuti dalla fine è partita chiusa. Ho chiesto se qualcuno è juventino perché è una cosa che serve a me per la mia crescita. Quante squadre da quando è stato inaugurato lo Juventus Stadium nell’ultima mezz’ora non hanno fatto passare la metà campo alla Juventus costringendola a buttare la palla in tribuna nella speranza di portare a casa il risultato? L’ho chiesto e mi è stato risposto che forse nessuna squadra, quindi questo è motivo di grande gratificazione per noi. Non entro nel merito del discorso arbitrale (Pirlo in area ha tenuto il piede allungato facendo cadere El Kaddouri, ndr) perché Rizzoli è un amico e lo ritengo un ottimo arbitro e gli faccio un in bocca al lupo per il Mondiale, per me sarebbe facile parlare di certi episodi: tre derby fa abbiamo perso con un gol all’87’ di Vidal e tre minuti prima c’era un rigore per noi con Jonathas tirato clamorosamente per la maglia, questo era stato detto da voi giornalisti e non da me poiché in realtà è difficile vedere queste cose dalla panchina; il penultimo derby è finito uno a zero e il primo tiro in porta della Juventus era stato fatto al 28’ della ripresa da Giovinco e poi c’era il fuorigioco di Tevez, anche in quell’occasione io dalla panchina non lo avevo visto, ma voi mi avevate detto appunto del fuorigioco; ieri sera, e questa volta ho visto le immagini in tv che c’era un rigore netto e che il fallo di Vidal (quando ha toccato la palla con il braccio, ndr) era d’ammonizione e il giocatore era già stato ammonito quindi sarebbe stato espulso. Parlare di queste cose per me significa sminuire la crescita della mia squadra, allora se ne volete parlare voi fatelo, ma io non lo voglio fare. Invece voglio dire che anno dopo anno, derby dopo derby, mesi dopo mesi …..  due anni e mezzo fa giocavamo con l’AlbinoLeffe, con tutto il rispetto per loro, ed eravamo una squadra di serie B e non avevamo neanche la certezza di fare risultato da nessuna parte; dopo appunto due anni e mezzo siamo andati allo Juventus Stadium costringendo la Juventus nell’ultima mezz’ora a cambiare il suo assetto togliendo una punta e mandando in campo un centrocampista in più e buttare la palla in tribuna, stiamo parlando della Juventus  che è la squadra prima in classifica, è la più forte del campionato e vincerà sicuramente lo scudetto, facendo gli scongiuri. La gara con la Juventus per noi la vedo sotto l’aspetto di una partita importante, sinonimo di crescita continua e chi non vuol vedere questo probabilmente ha problemi di vista. Il vero problema è un altro, lo dico, scusate il termine, senza “paraculismo”, domenica noi avremo la partita più importante da quando io sono arrivato a Torino. Non sapevo neanche che giocheremo con la Sampdoria, me lo hanno detto poco fa. Al termine del match con la Juventus ho detto ai giocatori di essere orgogliosi e di non avere rammarico per il risultato, sinceramente dispiace aver perso il derby, però fra il rammarico del non risultato e l’orgoglio della nostra crescita, quest’ultima conta sapendo che dobbiamo lavorare ancora così come si sa che si può fare sempre meglio nel calcio. La crescita non avviene con le mie dichiarazioni, con le parole, bensì attraverso il lavoro, il sacrificio, aumentando le proprie conoscenze, è una parola che non posso più dire purtroppo, allora diciamo attraverso la nostra capacità di capire le cose. Tornando al motivo per cui la partita con la Sampdoria sarà la più importante dico che dopo la gara con la Juventus se affronteremo la Sampdoria con superficialità sarebbe per me una grandissima delusione. Allo Juventus Stadium abbiamo giocato da squadra, abbiamo perso da squadra ecco perché sono orgoglioso e domenica vorrei che si vincesse da squadra, poiché questo sarebbe l’ufficializzazione che il Torino è tornato nel calcio che conta”.

 

Cerci e Immobile sono da Nazionale oppure riescono a fare certe prestazioni grazie al modulo che adotta il Torino?

“Sarebbe semplice: basta che Ventura sia l’allenatore della Nazionale e loro giocherebbero come fanno nel Torino. E’ una battuta sia ben chiaro altrimenti la gente pensa che mi sono bevuto il cervello, querelo chiunque dica o scriva che l’ho detto seriamente”.

 

Se domenica il Torino batterà la Sampdoria sarà salvo, poi si potrà pensare all’Europa League?

“C’è un errore di fondo che abbiamo cercato di cancellare in questi due anni e mezzo. Il Torino è fallito, è retrocesso, lo spogliatoio era spaccato e adesso si parla d’Europa. Se lo sente dire  uno che esce dalla neuro si chiede che cosa si stia dicendo, non c’è correlazione. Il vero problema è un altro: ci salveremo? Speriamo di sì; arriveremo più in alto? Non lo so, speriamo di sì. Ma dovunque noi arriveremo dovrà essere figlio di quello che siamo, non di quello che diciamo, di dove vorremmo arrivare. Fare programmi, fare proclami a Torino serve zero, anzi. Il vero problema di fondo è che si arriverà dove si riuscirà attraverso il lavoro, le capacità e soprattutto la consapevolezza che questa è la strada giusta per crescere e alla fine dovunque arriveremo sarà un successo. Se io dico che andremo in Europa e nessuno lo ha mai detto - a qualcuno è partita la scimmia e così si parla di Europa League - e poi non andiamo per due punti si parlerebbe di fallimento, ma assolutamente non lo è. Così come non è un fallimento aver perso il derby, ripeto, dispiace e se avessimo pareggiato non ci sarebbe stato nessuno di voi che poteva dire che avevamo rubato. Pensate a due anni e mezzo fa alla Sisport (contestazione il primo giorno del ritiro, ndr) e dove siamo arrivati oggi: c’è il rammarico di non aver portato a casa quello che avremmo meritato, dico che siamo sulla strada giusta”.