Ventura: “Non mi preoccupa la sconfitta con il Pescara, mi spiace per i tifosi”
Il mister granata è dispiaciuto per i tifosi per la sconfitta, però non è preoccupato e sottolinea che ci vuole tempo per ricreare una mentalità comune fra tutti i giocatori perché ce ne sono undici nuovi di cui alcuni stranieri e altri giovani.
Quali indicazioni si possono trarre dalla sconfitta con il Pescara, che ha significato l’eliminazione dalla Coppa Italia, in vista della prima partita di campionato?
“Ci sono state indicazioni positive e negative. E’ stata una serata estremamente importante per noi perché ci dà la possibilità di analizzare le cose che sono state fatte bene come, ad esempio, nei primi cinque minuti quando abbiamo avuto tre palle gol o alla fine quando negli ultimi dieci minuti abbiamo avuto altre tre palle gol, ma anche analizzare le molte altre cose che sono state eseguite non bene. Molti degli errori concettuali che sono stati fatti con il Pescara sono facilmente eliminabili, altri come la non sufficiente personalità in alcune situazioni ci vorrà del tempo perché sia acquisita. In qualsiasi altra piazza si potrebbe dire che ci sono undici giocatori nuovi, che è stato cambiato il modulo e altre cose come il fatto che ci sono dei calciatori stranieri, quindi non si può pensare che in trenta giorni di ritiro si sia raggiunta la perfezione. Spiace perdere, ed è normale che sia così perché l’obiettivo era di passare il turno di Coppa Italia, però l’obiettivo principale era quello, come dicevo, che a fine gara ci potessimo sedere e analizzare su quali fronti si deve ancora lavorare e la gara con il Pescara ci indica un sacco di cose sulle quali dobbiamo ancora concentrarci”.
Alla fine il pubblico era deluso e vi ha fischiato, i tifosi hanno ragione o devono avere maggiore pazienza?
“Chi viene allo stadio vuole vedere vincere la propria squadra, quindi è normale che sia deluso dopo una sconfitta. Poi ci sono i se e i ma e con questo intendo dire che c’era anche delusione per come avevamo giocato la prima partita di Coppa Italia due stagioni fa e c’era scetticismo, però alla fine abbiamo vinto il campionato (sorride, ndr). Ripeto, ma non per trovare delle giustificazioni, che ci sono undici giocatori nuovi e alcuni stranieri che non hanno mai giocato nel campionato italiano e bisogna dare loro tempo per ambientarsi così come ci sono giovani come Bellomo che ha disputato venti partite in serie B in tutta la sua carriera e non si può pretendere che sia …. dobbiamo concedergli del tempo e stiamo lavorando per farlo crescere piano piano. Non dobbiamo avere premura, abbiamo un giocatore come Maksimovic, che secondo me ha delle enormi potenzialità, però a vent’anni e non parla l’italiano e bisogna dargli il tempo per crescere. Così vale per Farnerud e per tanti altri. Non sono preoccupato. Mi dispiace per il pubblico, perché quando si perde i tifosi non possono essere contenti, però il pubblico deve sapere che i nostri obiettivi sono formare prima di tutto una squadra e formare una mentalità per gli undici giocatori nuovi poiché quello che avevamo creato è rimasto per i calciatori che c’erano già, ma il numero di quelli che sono arrivati da poco è elevato e quindi bisogna ricreare una mentalità comune e la partita con il Pescara ha evidenziato che una mentalità comune è effettivamente da ricreare e per farlo ci vuole il tempo necessario.
Gli abruzzesi sono una squadra che dal punto di vista fisico era nettamente più veloce di noi e, infatti, sulla palla arrivavamo sempre secondi, ma probabilmente abbiamo fatto due tipi di preparazioni alla stagione diverse: si è visto lontano un miglio che dal punto di vista fisico, cioè della rapidità, eravamo decisamente sotto rispetto a loro. Ci sono mille se e mille ma che non servono a giustificare il risultato e poi ci sono le riflessioni, se avessimo segnato nel primo tempo o nel finale magari passavamo il turno, però l’analisi della partita sarebbe stata la stessa”.
Cerci è forse ancora un po’ in ritardo nella preparazione, è dovuto agli impegni con la Nazionale o ad altro?
“Cerci è in ritardo rispetto agli altri, ma è normale che sia così, si è allenato la metà degli altri perché è arrivato dopo e poi è stato quattro giorni via con la Nazionale. Di lui si parla molto soprattutto sul ruolo, ma questo fa sorridere perché già l’anno scorso Cerci aveva giocato quattro partite da punta e in quella a Milano aveva creato palle gol, in altre aveva segnato. Il problema non è il ruolo di Cerci, ma questo fa parte delle chiacchiere del calcio, questo sport va fatto da chi sta bene fisicamente in modo che possa essere esplosivo e metta a frutto le proprie potenzialità e quelle di Cerci sono notevoli, però deve stare bene fisicamente e questo vale per lui e per tutti gli altri”.
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