Ventura: “Il Verona è squadra pericolosa: ha ripartenze veloci”
Con il Verona la gara è importante per la classifica e per testare la continuità di prestazione dopo quattro partite disputate in crescendo. Rodriguez può giocare, Immobile è stato convocato, ma è ancora da valutare se potrà scendere in campo.
Quando una squadra vince di solito non la si cambia, però forse con il Verona è la necessità a imporre un po’ di turnover?
“Più o meno sì, nel senso che dobbiamo tenere presente chi abbiamo davanti, le caratteristiche dei giocatori e il fatto di dare la possibilità a chi gioca meno di scendere in campo, non tutti naturalmente perché c’è chi ha bisogno ancora di un po’ di tempo prima di poter essere schierato, però qualcuno verrà cambiato rispetto alla gara precedente”.
Poiché ci sarà il derby le scelte su chi far giocare con il Verona possono essere influenzate anche dalla diffida di Glik?
“No, dipende più dalle caratteristiche degli avversari. Quando allenavo il Bari Bonucci alla sesta di campionato era in diffida e vi è rimasto fino alla fine del torneo, quindi non si guarda chi è a rischio stop per somma di ammonizioni. Cercheremo di far recuperare i giocatori che sono leggermente più affaticati degli altri, dovendo disputare tre partite in otto giorni c’è gente che non è abituata e ha bisogno di recuperare”.
Rodriguez e Immobile sono stati convocati, ma hanno recuperato completamente e possono scendere in campo o saranno utilizzati solo in caso di estrema necessità?
“Rodriguez è in grado di giocare, Immobile non sta benissimo, ma è comunque convocato e valuteremo nelle prossime ore se riuscirà a recuperare oppure no”.
Pensa che Mandorlini possa studiare una marcatura particolare per arginare Cerci?
Il mister fa una brevissima pausa e poi dice: “ Il Verona ha vinto lo scorso campionato e ha fatto bene domenica facendo soffrire la Juventus, ha battuto il Milan ed è una squadra che ha una sua fisionomia e ha giocatori, secondo me, di grande qualità e rapidità. Oltre a questo non so se giocherà Toni che sta attraversando la quarta, la quinta giovinezza, quindi è una squadra difficile da affrontare e se dovessimo sbagliare ci punirebbe. E’ vero che contro la Juventus ha perso due a uno ed è chiaro che il Verona si è difeso nella sua metà campo, ma ha avuto tre-quattro contropiede che se fossero stati finalizzati la partita sarebbe cambiata radicalmente sia sull’uno a zero sia sull’uno a uno. Questo per dire che sarà una partita non facile, credo che sarà più difficile di quella con il Bologna”.
Il Verona con la Juventus ha cambiato il suo gioco, si aspetta che faccia altrettanto con voi?
“Non lo so quello che farà, con la Juventus ha cambiato radicalmente. Sulla carta noi siamo quasi in grado di poter accettare qualsiasi tipo di schieramento adottino e in base a come si comporteranno loro noi ci comporteremo di conseguenza. Non ho nessuna notizia del Verona perché anche loro sono blindati”.
Forse è la prima partita quest’anno dove affronterete una squadra particolarmente chiusa?
“Anche l’Atalanta era bella coperta, basta pensare che abbiamo giocato più della metà del tempo nella loro metà campo, però al di là di questo è una caratteristica del Verona difendersi in dieci e a volte anche in undici e poi ripartono con grandissima rapidità. Quella di domani sera è una partita che dovrà essere letta con grandissima attenzione e interpretata con altrettanta attenzione”.
Questa gara sta tra la vittoria con il Bologna e il derby, l’avete preparata come tutte le altre o dal punto di vista psicologico è diversa?
“E’ una partita, secondo me, di un’importanza notevolissima sia per la classifica, se vinta ci potrebbe dare una posizione importante, sia perché i nostri avversari sono diretti concorrenti per l’obiettivo finale, queste sono le cose del calcio. Per me è importante anche perché se affrontata nel giusto modo darebbe continuità alle prestazioni dopo quattro partite disputate in crescendo. Dopo una vittoria in trasferta c’è sempre il rischio che qualcuno sia soddisfatto e se lo si è alla quarta di campionato vuol dire che non si sarà mai dei protagonisti. Di solito quando facciamo la prestazione portiamo anche a casa qualche cosa. Se dovessimo ripetere le prestazioni delle partite precedenti significherebbe che siamo non solo sulla buona strada, ma anche capaci di poter diventare …”.
Il derby di domenica potrebbe distrarre qualcuno?
“Sinceramente fino ad oggi nello spogliatoio non ho sentito nessuno nominare la parola derby, abbiamo parlato solo ed esclusivamente del Verona, della Juventus se ne parlerà da giovedì. Sarebbe assurdo che parlassimo del derby dovendo affrontare prima il Verona”.
Quindi potrebbe essere un vantaggio per domenica questa partita infrasettimanale che ne distoglie l’attenzione?
“(Ride, ndr) di solito il derby ci capita in una settimana con un altro impegno a metà, non riusciamo mai a preparare questa partita con sette giorni a disposizione. Ma al di là di questo, Verona o qualsiasi altra squadra ormai abbiamo una visione le cose tale da cercare di fare calcio e imporre il nostro gioco se ci riusciamo, facendo ciò che sappiamo e provando a fare sempre meglio. Poi chi incontriamo incontriamo, è chiaro che i valori siano diversi e quello della Juventus è differente da quello del Sassuolo, è una battuta per dire che cercheremo di fare la stessa partita sapendo che ci sono valori, interpretazioni, qualità e conoscenze diverse in campo”.
L’anno scorso prima di affrontare la Juventus giocaste in Coppa Italia con il Siena e lei cambiò molti giocatori, avverrà anche domani?
“Quella era una partita di Coppa Italia che ci importava, ma non più di tanto, questa con il Verona obiettivamente c’importa”.
Al massimo cambierà quindi uno o due giocatori?
“Vediamo, vediamo. Qualcuno ha accusato qualche problemino, ci siamo allenati questa mattina e vedremo domani le condizioni di tutti. Lo sanno anche i giocatori che appena sapremo quello che farà il Verona oseremo una cosa oppure un’altra”.
Sono possibili cambiamenti di modulo?
“No, per il momento lavoriamo sul 3-5-2 e, come avevo già detto, il giorno che lo interpreteremo benissimo potremo passare alla fase successiva”.
A che punto è la crescita della squadra?
“Ognuno dà le interpretazioni che vuole guardando le partite. Credo che rispetto alla partita con il Pescara, che, ripeto, è stata una pagina assolutamente nera della storia del Torino (afferma con un po’ di ironia il mister, ndr), la gara con il Sassuolo sia stata leggermente migliore e quella di Bergamo nettamente migliore e che poi la partita con il Milan abbia confermato la crescita e la consapevolezza di questo gruppo e infine la gara con il Bologna, sotto certi aspetti, ha dato conferma di maturità. Ovviamente abbiamo margini di miglioramento, su questo non ci piove e dobbiamo lavorarci, lo sappiamo perfettamente e attendiamo che qualche giocatore che stiamo aspettando arrivi (fra quelli che non sono utilizzabili, ndr) e poi sarà il campo a dire, quello che affermo io lascia il tempo che trova”.
L’ultima volta che avete affrontato il Verona foste sconfitti in modo pesante, anche se è passato del tempo e sono cambiati molti giocatori quella partita può ancora servire da lezione?
“Quella fu una partita particolare che ci permise di vincere il campionato perché dovevamo dare una risposta e infatti arrivò e fu di una “violenza inaudita” in senso positivo all’interno dello spogliatoio e dalla partita successiva si capì che non avremmo perso l’opportunità di tornare in serie A perché c’era una volontà ferrea. Quella partita non fa molto testo nel senso che il Verona ci fu superiore a trecentosessanta gradi, loro giocavano e noi osservavamo, è stato un match che dopo cinque minuti era evidente che per noi non ci sarebbe stata partita. Di quella volta rimane il risultato, ma non si può trarre nessun insegnamento se non quello dell’approccio sbagliato, ma non si tratta neppure di approccio sbagliato: fu un momento particolare”.
Secondo la sua esperienza domani sera la partita potrà essere risolta più a centrocampo o in difesa con ripartenze in velocità?
“Non lo so. La forza del Verona è ripartire, non c’è dubbio, come anche la capacità su palla conquistata e la buona organizzazione. Per tutto il resto non so che atteggiamento adotterà il Verona. Il Sassuolo ci veniva a prendere alto, altri ci aspettano venti metri dietro, il Bologna ha cambiato dal suo solito in maniera corretta, secondo me. Sono scelte che si fanno, non so cosa farà il Verona, ma in base a quello che farà agiremo: se ci concederanno spazi vorrà dire che ci stanno attaccando e quindi saremo noi a sfruttare e se, invece, non ci concederanno spazi allora dovremmo essere bravi noi a leggere la situazione e a non concedere loro nulla perché se dovessimo farlo, dando loro spazio, giocatori come Cacia, Jorginho, Jankovic, Gomez, il più lento è veloce, non perdonerebbero. Sono una squadra pericolosa da affrontare se con loro si sbaglia si paga. Ripeto, se con la Juventus fossero andati sul due a zero o sul due a uno sarebbe cambiata la partita e questo vuol dire che il Verona ha dei valori”.
Cerci e D’Ambrosio se stanno bene sono difficilmente contenibili, sono affaticati o in condizione ottimale?
“Non lo so, vedremo domani, ma vale per tutti i giocatori. Di solito chi fa gol riesce a smaltire prima la fatica o forse chi segna può sedersi, dipende dalla maturità del giocatore, anche questo fa parte delle verifiche importanti di domani”.
Può sembrare un’eresia, ma si può dire che vincere con il Verona sarebbe più importante che riuscirci con la Juventus?
“Ho ascoltato la domanda con grande attenzione (sorride, ndr). Pensate se facessi una dichiarazione del genere: meglio vincere con il Verona e perdere il derby. Ufficializzo che non ho mai detto una frase del genere e non lo penso, a scanso di equivoci. Tutte le partite pesano, avevo detto che sarebbe stato meglio vincere con l’Atalanta che con il Milan e questo forse avrebbe avuto più senso, ma era più facile vincere con i rossoneri che a Bergamo. Il vero problema oggi è che la Juventus è superiore al Torino, ed è chiaro che la qualità del Milan, dell’Inter, del Napoli, della Roma e della Fiorentina è superiore alla nostra, ma sono convinto che tutte quelle partite ce le giocheremo poi le vinceremo o le perderemo, non so. Quando si gioca bene una partita si può mettere in difficoltà chiunque, lo dico con umiltà. Il Milan quando è venuto qui a Torino era reduce dall’aver segnato tre gol al Cagliari e altri tre nei preliminari di Champions League, sei gol in due partite in sei giorni, quindi non era reduce da un momento drammatico e c’era euforia e in più era arrivato Kakà quindi anche sul piano mentale viveva positività, ma noi lo abbiamo messo in difficoltà. Perché, come dicevo, se si fanno le cose per bene si mette in difficoltà chiunque, anche se un conto è avere di fronte Higuain e un altro Franceschetti Oreste, sono tutti e due attaccanti, ma hanno valori diversi e questo è giusto che la gente lo sappia. Consapevole di tutto ciò sono convinto che questo sia un gruppo che deve ancora lavorare per crescere ulteriormente, però sono dei ragazzi che dal primo giorno hanno dimostrato grande disponibilità e voglia di sapere e questo è bello. Mi diverto quando vado al campo ed era un po’ che non mi succedeva ed è positivo, mi diverto nel senso che ho la disponibilità di tutti”.
E’ soddisfatto per aver portato D’Ambrosio ai livelli che vediamo?
“Fa parte del nostro lavoro di allenatori. E’ una domanda che mi era stata fatta quando ho portato Ranocchia in Nazionale da esordiente in serie A o Alvarez al Mondiale dopo che aveva smesso da tre anni e vale per i giocatori del Torino che sono diventati nazionali. Non so se D’Ambrosio riuscirà anche lui a ottenere la convocazione in azzurro, ma deve lavorare e sapere che quando c’era il brusio ogni volta che la palla gli arrivava e tutti dicevano che bisognava darlo via io ero uno dei pochi che riteneva che fosse un giocatore sul quale si doveva lavorare, ma soprattutto era lui che doveva capire quale strada era meglio seguire. Il primo anno di D’Ambrosio con me è stata una stagione che, malgrado un po’ di fatica, gli ha permesso di svoltare e adesso sa che non era un discorso se giocava o no, ma come giocava, quindi ha iniziato a crescere e oggi è sulla strada per diventare un calciatore importante e non solo lui. Un conto è quello che io chiamo il chiacchiericcio da bar: vado via, non può giocare oppure è da Nazionale, non ci sono le vie di mezzo. La domanda vera è come si fa a dire che uno è da mandare via e la settimana dopo affermare che è da Nazionale, vuol dire che chi parla non ne ha il diritto perché dice delle sciocchezze. La crescita è possibile che avvenga da un momento di difficoltà, ma accade con il lavoro e non attraverso le dichiarazioni del giocatore, del procuratore, degli amici o degli amici degli amici. Avviene grazie alla crescita del giocatore dal punto di vista fisico, della mentalità e dell’umiltà della mentalità. Per umiltà della mentalità intendo: posso diventare se voglio diventare e per diventare si deve seguire un percorso preciso, sono concetti astratti che non interessano a nessuno, ma è importante che si raggiunga l’obiettivo e quando avviene il merito è del giocatore che ha percorso con grande umiltà la strada per arrivare all’obiettivo. Gli allenatori se ci riescono danno delle plusvalenze alla società e ottengono gratificazioni, io da questo punto di vista ne ho avute tante e spero di averne ancora delle altre. Quando Glik ha fatto gol all’Inghilterra mi sono ricordato le parole di molti qui a Torino quando Kamil era arrivato, per dire che fra le parole e i fatti c’è differenza, occorre lavoro, serietà, professionalità e quelle qualità che sono imprescindibili per raggiungere obiettivi importanti, per sopravvivere va bene tutto, ma per raggiungere traguardi importanti bisogna tirare fuori qualche cosa”.
El Kaddouri con il Bologna ha svolto compiti un po’ differenti capiterà ancora in futuro?
“Se perdiamo anche Cerci e Meggiorini non solo El Kaddouri giocherà in modo diverso, è stata più una necessità che una strada da percorrere. Anche Omar è un giocatore che non sa quali potenzialità ha, è un ragazzo intelligente che sta lavorando e credo che anche lui diventerà ….”.
Lo stesso vale per Bellomo, lo si potrà vedere in campo domani sera?
“Tutti possono andare in campo, vedremo in base a come sta. E’ un ragazzo giovane ed è all’inizio di un lungo percorso per far sì che segua le orme di quelli che hanno raggiunto i loro obiettivi, bisogna dargli il tempo sia che faccia bene o male sia che giochi oppure no. Se un giovane sogna di poter fare qualche cosa che non è ancora in grado di ottenere farà fatica e non sempre arriverà al traguardo, se invece sa quale strada deve intraprendere per diventare un calciatore può sbagliare e giocare, ma ha la stima dei compagni. Un giocatore prima di tutto deve avere la stima dei compagni poi il resto verrà di conseguenza”.