Ventura: "Abbiamo giocato un po' sotto il nostro livello"

07.10.2012 20:28 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Ventura: "Abbiamo giocato un po' sotto il nostro livello"
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Gli episodi hanno cambiato il risultato e per questo c’è rammarico. Siamo stati anche leggermente sotto dal punto di vista fisico, ma è stata una partita abbastanza equilibrata. Oggi abbiamo regalato una marea di palloni forse per troppa ansia e ci ha creato problemi la qualità dei singoli giocatori del Cagliari. Sappiamo che ci sono delle difficoltà, però questo era cosa nota già prima di iniziare. Durante la sosta lavoreremo per ritrovare la brillantezza e certe dinamiche che ci possono permettere di essere competitivi contro squadre importanti.

La sconfitta con il Cagliari dovuta in parte a episodi, ma non solo. Anche a lei il Torino è apparso meno brillante rispetto ad altre partite?
“Da un lato è stata la partita che forse abbiamo giocato leggermente sotto il nostro livello rispetto a tutte le precedenti gare e secondo me eravamo anche leggermente sotto dal punto di vista fisico, meno brillanti del solito. Abbiamo incontrato una squadra che ha finito con i crampi e ha dato il centodieci per cento, li abbiamo incontrati nel momento peggiore. Però pur tenendo presente tutte queste cose è stata una partita, più o meno, equilibrata e quando capitano questo tipo di gare in serie A vengono decise da episodi. Oggi sono successi due episodi al di là di alcune situazioni, il rigore lo devo rivedere, ma a quello che mi hanno detto non era così netto il tiro è stato molto violento e Glik aveva le braccia vicino al corpo; il gol annullato a Bianchi, sempre a quello che mi è stato riferito, era regolare. Questi sono stati due episodi che non cambiano la prestazione che rimane quella, però hanno determinato il risultato e quando cambia il risultato sono differenti anche i giudizi, se i due episodi fossero invertiti adesso saremmo quinti e si parlerebbe di qualche cosa di straordinario per una neo promossa, invece non è così e dobbiamo semplicemente fare quello che una squadra che arriva dalla serie B deve fare: riflettere su quello che abbiamo fatto e su ciò che dobbiamo fare per migliorarci e evitare certe situazioni e continuare a lavorare con grande serenità. Per raggiungere i quaranta punti (quota che secondo il mister serve per salvarsi, ndr) forse ci saranno nove-dieci sconfitte o anche più, però basteranno sette-otto-nove vittorie ed ecco che si avrà praticamente in mano la salvezza. Noi dobbiamo lavorare in questa direzione senza lasciarci stressare né da una vittoria né da una sconfitta, come non bisognava esaltarsi dopo Bergamo così non ci si deve deprimere oggi. Sono dispiaciuto per il risultato come lo sono i giocatori, c’è un po’ di rammarico, ma finisce lì; adesso c’è la sosta e abbiamo la possibilità di lavorare per ritrovare la brillantezza che avevamo avuto fino a ieri e certe dinamiche che ci possono permettere di essere competitivi contro squadre importanti. Il Palermo, visto almeno nel primo tempo di ieri, si preannuncia come una partita difficile. Sappiamo che ci sono delle difficoltà, ma questo era cosa nota già prima di iniziare e non è un problema”.

Le maggiori difficoltà incontrate all’inizio di questa partita possono essere spiegate dall’euforia provata in settimana per la vittoria sull’Atalanta e per la possibilità che il Torino aveva di spiccare il volo?
“Qui si continua a vivere di queste cose e io non posso bloccarle, posso dire la mia opinione, ma poi rimane lì. Il Cagliari era visto come la squadra ultima in classifica e chi oggi è venuto allo stadio ha visto giocare da vicino Ibarbo, Nenè, Ekdal, Nainggolan, Conti, ma questi sono giocatori da squadra ultima in classifica? Il Cagliari è una squadra che da dieci anni è in serie A e come ci è rimasta? Ci è rimasta con questi giocatori. Quindi nel momento che si crede che il Cagliari è squadra da ultimo posto in classifica si è presuntuosi  e si dimentica da dove si arriva, che cosa si è passato, e dal momento che si dice questo vuol dire che non si è sentito che stiamo lavorando per il futuro, quindi è inutile che parliamo, è stato detto e ridetto e ognuno fa le proprie riflessioni”.

Nei dieci minuti finali si sono viste delle combinazioni fra Bianchi e Sansone, c’è la possibilità che questi due giocatori giochino di più assieme?
“E’ una possibilità come lo è la combinazione di tutti gli altri giocatori. Nel momento che giocheranno Bianchi e Sansone e perderemo questa domanda diventerà negli ultimi trenta secondi si sono visti Meggiorini e Sgrigna fare delle belle cose quindi c’è futuro per loro due? Io continuo a dire che non funziona così, accetto qualsiasi domanda e rispondo, però sono quindici mesi che lotto disperatamente, e mi sento un po’ solo in questa battaglia, per dire che il problema non è se giocano Bianchi o Sansone perché nel momento che si produce calcio e si è lavorato dallo scorso anno per far diventare il Torino una squadra non si parla di singoli, ma del gruppo poiché se si parla dei singoli si torna al passato e se questo è l’obiettivo che sia ufficializzato e io ne prendo atto e faccio un passo indietro ed esco. E poi se noi dipendessimo da Sansone saremmo rovinati: un esordiente che prende in mano il Torino e lo trascina, non facciamo ridere altrimenti veramente oscurano le televisioni”. 

La disposizione a rombo che ha adottato il Cagliari a centrocampo può essere una disposizione un po’ fastidiosa per il Torino?
“Assolutamente no, anche l’anno scorso avevamo incontrato una marea di squadre che giocavano così a rombo”.

Ma in serie A è un po’ diverso.
“E’ un problema che non si pone, vedremo se il prossimo rombo sarà fastidioso o meno. Il problema di fondo  è quando si ha o no serenità, anche oggi abbiamo regalato una marea di palloni forse per troppa ansia o troppa voglia di fare, diciamo così, non è stato il modulo degli avversari a infastidirci perché potevamo fare molte altre cose rispetto a quelle che abbiamo fatto. Basta pensare a quel contropiede quattro contro due e se avessimo fatto il passaggio giusto ci saremmo trovati con il giocatore solo davanti al portiere, quindi il rombo conta poco, il problema è quello che si fa, noi, credo, siamo in grado di giocare, più o meno, al cospetto di qualsiasi modulo quello che conta è come si gioca e come si interpretano le cose non chi gioca”.

Come ha visto il Cagliari?
“Con quella formazione era evidente che avrebbe giocato come ha fatto. Oggi ci ha creato problemi la qualità dei singoli perché quando un avversario in mezzo a tre nostri giocatori esce palla al piede …. (accenno di risatina, ndr) obiettivamente la stessa cosa per noi non è facile farla, Conti in mezzo a tre ha stoppato la palla, ha mosso la situazione e appena gli si è dato mezzo metro ha fatto la giocata, ma questi sono i giocatori che da dieci anni militano in serie A e questa è la categoria nella quale giochiamo, altrimenti sarebbe troppo semplicistico. Giocheremo a rombo e vinceremo tutte le partite (voce sarcastica e sorrisetto, ndr)”.