Ventura: "A Livorno ci giochiamo una fetta della stagione"
“Massa (il quarto uomo di Torino-Crotone, ndr) è un buon arbitro e sono contento che arbitri lui la partita di domani. Io faccio l’allenatore e non parlo di chi o in quali occasioni viene designato ad arbitrare o a fare l’assistente o il quarto uomo”.
“Sono contrario al fatto che si parli che da quando è nato il Toro è martoriato, che c’è una cappa che incombe che è difficile da spiegare e forse da capire per chi arriva da fuori, questa conferenza stampa è perfetta: il tempo è brutto, sta piovendo, fa freddo, quindi piano piano mi sto torinizzando e mi sento bene, mi hanno rigato la macchina e sono felice, per dire tutte cose da Toro, diciamoci la verità. No, io sono esattamente il contrario, so che è così, so che è la settimana di Superga, ma vorrei che fosse la settimana o fossero le prossime settimane, mesi, anni non da Toro per le cose negative che succedono, ma da Toro per le cose positive che spero succederanno. Continuiamo a parlare sempre del passato, dico che invece bisogna parlare di futuro in senso positivo e propositivo, se è possibile. Non so se ci riuscirò perché qui c’è un passato importante da scalfire, però credo che la positività uno debba andarsela a cercare, la debba desiderare, volere e debba lavorare perché si concretizzi. Ma questo non centra niente con la partita di domani, questo è un discorso generale, è un ambiente che ho trovato quando sono arrivato, lo dico senza polemiche o significati contrari, è una presa di coscienza della realtà dopo averla vissuta e analizzata, però poi bisogna pensare positivo perché non si può pensare che tutto quello che accade avviene perché siamo il Toro, accade come accade a molte altre squadre, è chiaro che se si vede sempre negativo, il bicchiere mezzo vuoto, diventa difficile. Tempo fa ho detto che ci vuole equilibrio e trovarlo vuol dire vedere il bicchiere mezzo vuoto e mezzo pieno, all’inizio non c’era neppure il bicchiere, adesso c’è e c’è anche dentro un po’ di roba e speriamo di riempirlo, in questo momento bisogna vedere il bicchiere in un’ottica propositiva visto che manca poco per riempirlo e quindi bisogna lavorare in tal senso, tutto il resto sono le solite frasi fatte che lasciano il tempo che trovano”.
“Il Livorno è una squadra che lotta per non retrocedere, ma ha giocatori superiori alla classifica che ha, Dionisi, Paulinho, Siligardi, Schiattarella, Barone e Knezevic sono giocatori che hanno giocato in serie A, è una formazione che ha la rabbia di chi deve lottare per salvarsi e quindi sarà una partita difficile. Come sarà difficile la gara con il Padova perché è una buona squadra, quella con il Pescara che è un’ottima squadra, così come quella con il Sassuolo e il Modena che è la squadra più in forma del momento. Speriamo che l’ultima partita con l’AlbinoLeffe non sia difficile. Gestire una vigilia così corta come questa è l’ultimo dei problemi, perché non abbiamo neppure il tempo di spegnere la spina, sarà più difficile gestire il tempo che ci sarà fra la gara di domani e quella con il Padova. Domani ci giochiamo tanto, una fetta di questo campionato, non abbiamo il tempo di scaricarci e il problema è che ho promesso ai giocatori un giorno di riposo dopo Livorno e quello mi spaventa perché è evidente che di qui alla fine non possiamo più permetterci di spegnere l’interruttore, per riaccenderlo ci sarà una full immersion di ventisei giorni in cui prima ogni due giorni, poi ogni quattro giocheremo. Il giorno di riposo ci sarà a prescindere da quello che accadrà a Livorno i giocatori sono esseri umani hanno lavorato e sono dieci mesi che lavorano ed è giusto che abbiano un giorno per recuperare”.
“Abbiamo l’emergenza dovuta a quello che ci è successo, penso all’ammonizione di Vives (entrato in diffida, ndr) abbiamo un sacco di diffidati (Parisi, Darmian, Basha, Surraco e Ogbonna, ndr) e si avvicinano gli scontri diretti e se dovessimo affrontarli senza alcuni giocatori …… , questo è il vero problema, per il resto siamo in ballo e balliamo. A parte Verdi che ieri si è fatto male in uno scontro con un compagno, gli altri giocatori stanno più o meno bene, non esiste più il turnover tutti sono in grado di giocare, me è evidente che chi ha preso il ritmo gioca e se poi è in affanno riposerà, vedasi Parisi che ha disputato tre partite in sette giorni ed è chiaro che non è in grado di fare la quarta, quindi non l’ho convocato e lo faccio riposare, sperando di averlo a disposizione per la prossima partita. A oggi se c’è qualcuno che accusa stanchezza abbiamo più o meno l’alternativa per tutti”.
“Per la partita con il Pescara non ho grandi dubbi, per quella con il Padova qualcuno ce l’ho perché hanno cambiato il modulo ultimamente e bisognerà sapere come si schierano, il Livorno occhio e croce fa il 4-3-3 però c’è stata una riunione fiume ieri e ritengono la gara di domani la partita della vita quindi non so ancora se noi giocheremo con il centrocampo a due o a tre dipenderà da come si schiererà il Livorno, noi siamo pronti per scendere in campo in tutti i modi possibili. Oggi ho a disposizione esterni, centrocampisti e punte e quindi possiamo schierarci come vogliamo. Per noi è una partita importante, ma è anche delicata e importante per loro, può succedere di tutto e non ho nessuna certezza su chi giocherà domani nel Livorno e allora aspetto e decido all’ultimo chi mandare in campo”.
“Sono d’accordo con Abodi sul fatto che occorra correttezza e professionalità, su questo non c’è il minimo dubbio. Come in tutte le cose così nel calcio vivendo dei momenti di stress si possono avere dei comportamenti non perfetti e può scattare un minimo di nervosismo, come mi è accaduto durante la partita con il Crotone, questo dovrebbe essere evitato, ma va qualche volta “capito”, vedo allenatori che vanno in campo, si spogliano, tirano la giacca contro la panchina, vedo fare cose terribili, io in trent’anni di calcio non ho mai rilasciato una dichiarazione contro un arbitro o chicchessia e ogni volta che si sono verificate delle situazioni che potevano portare a delle discussioni non ho mai detto una frase. Quindi credo che se ho avuto un momento di nervosismo perché mi sembrava una cosa evidente quello che era successo, ripeto, va evitato, ma andrei “capito”. Obiettivamente mi sento importante se il presidente di Lega si preoccupa per un mio gesto e vuol dire che sono sotto la lente d’ingrandimento ed è gratificante”.
“Nessuno ha mai parlato di complotto, di accerchiamento o di torti. Ho incontrato negli spogliatoi il presidente Abodi la settimana dopo la partita di Varese (atterramento di Meggiorini in area da parte di Bressan senza che venisse fischiato il rigore per il Torino, ndr) che mi ha chiesto se pensavo che ci fosse qualche cosa di simile e gli ho detto di no e lui mi ha detto che apprezzava la mia sincerità nel rispondergli, quindi c’è un rapporto di grande professionalità e schiettezza. Era abbastanza evidente che quello che era successo a Varese era abbastanza difficile da spiegare, così come altri episodi, ma direi di non parlarne più pensiamo a giocare come avevo già detto dopo la prima sentenza sulle vicende di Padova. Leggo e sento di tante polemiche e cose dette, ma dal Torino non sono uscite mai polemiche o frasi fuori luogo”.
“Stiamo lavorando per battere il record del Milan di Capello di non avere un rigore a favore per quarantasette giornate (ride con una punta d’amarezza, ndr) e spero di essere ricordato non più per la cellula granata, per aver riportato un po’ d’orgoglio, ma semplicemente per essere quello sfigato che non ha mai avuto un rigore a favore se non nella prima giornata, per chi legge sto cercando di tirar su il morale della truppa”.
“Non si deve parlare di un pizzico di rabbia in più nei giocatori per le sentenze o per gli arbitraggi, sono frasi fatte, il discorso è più serio: hanno lavorato per dieci mesi facendo sacrifici giganteschi con enorme voglia e disponibilità ed è quasi naturale e ovvio che abbiano voglia di andarsi a prendere quello che ritengono sia giusto spetti loro, nonostante tutte queste situazioni che in più di un’occasione obiettivamente possono tarpare le ali sotto l’aspetto psicologico e dei numeri. Se riusciremo a fare qualche cosa di buono sarà perché alla base c’è una mentalità credo nettamente migliorata, un modo di vedere le cose diverso rispetto agli scorsi anni e c’è la voglia di diventare ogni giorno un piccolo pezzo di storia che stiamo cercando di scrivere quest’anno, tutto qua. Continuo a ripeterlo che se centriamo l’obiettivo sarà la vittoria di questi giocatori e spero che riescano così potrò dirlo a voce alta ai quattro venti che questo è il loro campionato e poi spiegherei nella conferenza stampa di fine stagione il perché di queste affermazioni. I giocatori questa stagione hanno superato difficoltà che pochi altri hanno dovuto passare fuori e dentro dal campo, qui nessuno prima, ecco perché se centreranno l’obiettivo è loro diritto diventare lo zoccolo duro delle fondamenta di questo Torino”.
“Se si centrerà l’obiettivo non avrà senso se non si sarà capito che il calcio è cambiato radicalmente, se si continuerà a vivere di Tizio e Caio e che bisogna comprare questo giocatore e che quello che arriva non va bene perché bisognava prenderne uno più forte, se si parla di nomi e non di programmi, di persone e non di strutture, allora sarà tutto inutile. Bisogna cambiare un po’ tutti quanti l’approccio. Se si va in serie A e poi si retrocede è un fallimento, su questo non c’è dubbio. Non entro nel merito delle cose altrui, ma vorrei andare nella sede del Cesena per capire quali problemi hanno avuto quest’anno, per non parlare di Lecce, del Novara che era un’isola felice. Perché non sia fallimento e poiché non si può pretendere di avere giocatori di livello come Ibrahimovic o Vucinic è evidente che bisognerà fare un discorso di ambiente, programma, forza societaria, di strutture. Se non verrà fatto questo si parlerà tanto, ma si sarà razzolato male. Questo è l’anno zero del Torino, se la stagione dovesse andare bene ci dovrebbe inorgoglire e se l’anno successivo si riuscisse ad ottenere questo tipo di cambiamento allora quella sì sarebbe una pagina di storia per come il calcio si è evoluto ed è cambiato, questa è la mia opinione, non deve essere quella di tutti. Ricordandoci sempre da dove si è partiti c’era da scalare una montagna, ma poi quando si arriva in cima e non si trova nulla allora ci si chiede perché si è fatta tanta fatica, se invece si porta su del materiale per poter costruire qualche cosa allora ne è valsa la pena. Io ho piacere di restare al Torino perché ho la possibilità di fare, è motivo di orgoglio tanto perché il Torino è Torino, motivo d’orgoglio perché si allena un pezzo di storia, è motivo d’orgoglio perché ho la possibilità veramente di dare, essendo l’anno zero, una svolta nel futuro di una società ed essere parte integrante di questa svolta sarebbe per me non motivo d’orgoglio, ma una gratificazione straordinaria. Stiamo parlando di se, se, se e con i se non si va da nessuna parte, prima andiamo in un'altra categoria poi parliamo di tutto il resto”.