Vecino-Izzo, scambio alla pari realistico e conveniente?
Conquistato lo status di giocatore di primo piano soltanto in parte, nelle ormai quasi tre stagioni trascorse in maglia Inter, Matias Vecino, 28enne centrocampista della nazionale uruguaiana, è uno dei nuovi nomi accostati al Toro, dagli spifferi di mercato a margine dei ripetuti contatti tra le nuova dirigenza granata e quella meneghina.
Ventinove anni da compiere il prossimo 24 agosto, l'ex-Cagliari e Fiorentina, munito di doppio passaporto italiano, potrebbe rappresentare un toccasana per il centrocampo granata. Stilisticamente non troppo lontano da Daniele Baselli, ma in generale più incline a utilizzare la prestanza fisica come strumento di lotta per la supremazia sulla mediana, Vecino è interno se si gioca a quattro, mezzala se si gioca a tre o a cinque, "elastico", in maniera non dissimile dal playmaker di Manerbio, con un 4-2-3-1. Più di lotta che di governo rispetto allo stesso Baselli, con analoga propensione agli inserimenti senza palla nei territori d'area avversaria.
La prospettiva concreta, tuttavia, non appare così lontana da quella profilatasi, nelle scorse settimana, rispetto a Roberto Gagliardini. Come il 26enne ex-Atalanta, è plausibile che Vecino non si senta pronto ad accettare il calo di prestigio e di palcoscenici internazionali da solcare, a meno che in casa Toro non si costruisca un progetto in espansione, con tutti (o quasi) i big confermati, e una rosa all'altezza di almeno un sesto-settimo posto in tutti i reparti. E Vecino, dopo tre anni di Inter, può realisticamente candidarsi a un posto da titolare in una immediata inseguitrice delle big: Lazio, Milan, Siviglia, Valencia, Everton, tutte società interessatesi a lui negli ultimi mesi.
E l'ipotesi di uno scambio alla pari con Armando Izzo? Età, valutazioni di mercato, richieste per i rispettivi cartellini essenzialmente allineate, sulla carta l'affare non appare, al netto delle ragioni di cui sopra, così implausibile. E con un nuovo allenatore, magari propenso a un nuovo modulo, l'ex-difensore del Genoa potrebbe effettivamente risultare il "sacrificio" più logico e consequenziale. Inoltre, se un elemento di buon rilievo internazionale come Vecino accettasse di aderire al nuovo progetto di casa Toro, il proverbiale buongiorno visibile sin dal mattino inizierebbe a sorridere.
Ostacolo ancor più grande, però, i due milioni e mezzo di euro di ingaggio annuo, cifra attualmente percepita dall'uruguagio. Che, a meno di essere "scaricato" dall'Inter anche come riserva, in totale assenza di proposte dai succitati club di seconda fascia, non sarebbe disposto a una riduzione d'ingaggio. Per ora, Cairo non sembra pronto ad alzare quel salary cap che, nel bene e nel male, ha contribuito a mantenere sani gli equilibri finanziari della società, lungo l'ultimo quinquennio. A meno che il progetto, tra partenze illustri e arrivi in grado di dare maggior respiro alla squadra, non muti davvero la propria attuale natura.