Una vittoria fa morale ma non può cambiare le strategie di mercato

Una prima e una seconda punta, un regista e una mezz’ala destra. Con quattro innesti di discreto valore il Torino può guardare nel 2015 avanti e non pensare che deve controllare chi c’è alle sue spalle.
23.12.2014 07:00 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Una vittoria fa morale ma non può cambiare le strategie di mercato
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© foto di Federico De Luca

Una rondine non fa primavera tanto più se l’inverno è appena iniziato, anche se la temperatura non è ancora gelida. La vittoria del Torino sul Genoa è sicuramente un raggio di sole per il risultato, ma non deve ingannare o far pensare che il periodo più nuvoloso è sicuramente alle spalle. Per non farsi troppe illusioni basta ripensare al primo tempo quando i granata sono andati vicini al gol in occasione della traversa colpita su calcio di punizione da Farnerud, ma hanno anche subito il gol di Falque (42’), non esente da un concorso di colpa da suddividersi fra Glik, Farmerud e Gillet, e in precedenza due tiri consecutivi di Roncaglia e Falque (14’) con doppio intervento del portiere granata a mantenere inviolata la porta. E se nella ripresa non fossero arrivate le due reti di capitan Glik altro che un Natale di relativa tranquillità grazie ai diciassette punti e tredicesimo posto, seppur in coabitazione con Empoli e Verona. E’ evidente quindi che le lacune che il Torino aveva non possono essere svanite in un pomeriggio dove per altro, soprattutto nei primi quarantacinque minuti, qualche palla di troppo persa nella propria trequarti e a centrocampo ha fatto e non poco pensare Ventura, che in più di un’occasione ha scosso la testa con espressione sconsolata come a dire: “Ma come si può!”.

 

Facendo un passo indietro e andando alle convocazioni per la partita il fatto che Nocerino e Sanchez Miño non siano stati convocati, senza che venisse specificato che avevano accusato problemi fisici particolari, è suonato come almeno una parziale bocciatura dei due nuovi arrivi estivi e al tempo stesso un segnale al presidente e al direttore sportivo che agiscano nella sessione di mercato di gennaio e trovino due rinforzi per il centrocampo. Visto poi che mercoledì scorso alla ripresa degli allenamenti, dopo la gara con l’Empoli, sul sito ufficiale della società c’era scritto che Sanchez Miño si era completamente riaggregato ai compagni, dopo l’affaticamento al quadricipite femorale della coscia destra occorsogli il 9 dicembre, e di conseguenza doveva avere superato l’infortunio.  Mentre Nocerino si era già riunito al resto della squadra sabato 13 dicembre, prima della gara con l’Empoli e va da sé che anche lui  doveva essere guarito dalla sofferenza tendinea del muscolo semimembranoso della coscia destra del 25 novembre scorso. L’esclusione di Ruben Perez, ancora un centrocampista, non ha fatto altro che allungare la lista dei nuovi calciatori estivi che non hanno convinto Ventura. Discorso diverso per Basha alle prese con problemi fisici alla caviglia e al piede dallo scorso campionato e parzialmente anche per Benassi che nei giorni precedenti la sfida con il Genoa stava  recuperando dalla distrazione al muscolo sartorio della coscia destra. Non per nulla domenica pomeriggio a disposizione per il centrocampo c’erano solo El Kaddouri, Farnerud, Gazzi e Vives. Vives è un po’ di tempo che viene centellinato dall’allenatore forse perché non è più brillante come nello scorso campionato, ma a trentaquattro anni può anche capitare. Gazzi per fortuna regge tutti gli impegni fra campionato ed Europa League e con prestazioni che possono definirsi più che sufficienti. Farnerud, superato l’infortunio della scorsa stagione al legamento del ginocchio, ha dimostrato di essere decisamente migliore di El Kaddouri, infatti lo svedese calcia la punizione che si stampa sulla traversa, sempre su punizione recapita a Glik la palla per il gol del pareggio e batte l’angolo che termina con il gol del vantaggio, alle volte sbaglierà anche qualche passaggio e non sempre sceglie la giocata migliore, però se fosse impiegato con continuità sicuramente avrebbe maggiore lucidità risultando ancora più incisivo. El Kaddouri al più fa vedere qualche lampo come le due giocate a servire Martinez domenica, ma non sembra neppure essere un lontano parente del calciatore che nel campionato passato, soprattutto nella seconda parte, aveva convinto Ventura e la dirigenza granata a puntare ancora su di lui, dopo che Benitez, come prima di lui Mazzarri, lo avevano bocciato nel Napoli.

 

E’ lampante che per dare continuità alla vittoria sul Genoa il Torino dovrà continuare a conquistare punti già a partire dalla gara con il Chievo, il giorno della Befana, e che al più presto, quindi già nei primissimi giorni di riapertura del mercato, vengano ufficializzati rinforzi per il centrocampo e l’attacco. Per rinforzi s’intende non giocatori che siano delle scommesse e spesso per non prendere fregature basta guardare il curriculum, se ci sono stati infortuni nel recentissimo passato, panchine a ripetizione il più delle volte l’inserimento sarà faticoso e richiederà parecchio tempo, quindi non si tratterà di un giocatore che farà la differenza. Stesso discorso se il calciatore è troppo giovane, se cambia troppo spesso squadra perché non trova mai la giusta collocazione o è ormai in odor di appendere gli scarpini al chiodo.
Al Torino servono una prima e una seconda punta, meglio lasciar perdere i trequartisti che in Italia a prezzi ragionevoli e adatti al gioco e al carattere di Ventura sono pochissimi, forse nessuno. Ma anche di più servono due centrocampisti di cui uno con spiccate doti da regista e un altro che agisca sul centro destra in modo che Farnerud possa essere utilizzato sul centro sinistra mettendo una decisa pressione a El Kaddouri per vedere se torna ad essere un giocatore che sfrutta appieno i suoi mezzi, altrimenti lo si faccia accomodare in panchina o anche in tribuna, perché quello visto ultimamente non serve al Torino, non ha quasi mai una buona visione del gioco, perde troppi palloni  e si estranea troppo spesso dalla manovra. Quattro giocatori di discreto talento, nulla di più.