Un terzetto in corsa per l'eredità tra i pali granata. E i big vanno altrove
Poco praticabili, per ovvi motivi, prima ancora di progetto e di attuale respiro internazionale che economici, le piste legate ai portieri più "caldi" della A, quanto meno tra quelli in probabile movimento (da Cragno a Musso, da Perin a Gollini, da Dragowski a Silvestri, passando per gli "accantonati di lusso" Strakosha e Pau Lopez), il Toro, salvo affidarsi completamente a Vanja Milinkovic-Savic, dovrà cercarsi un nuovo portiere titolare, a partire da giugno. Con Salvatore Sirigu diretto con ogni probabilità verso Cagliari, forse persino in caso di retrocessione (sempre qualora mancassero proposte più ghiotte, in quest'ultimo caso), le piste più plausibili appaiono quelle legate a Luigi Sepe (Parma, in foto), Lorenzo Montipò (Benevento), e Alberto Paleari (Genoa).
Il primo, apparentemente accantonato il sogno di tornare, anche da riserva, nella sua Napoli, non seguirà il Parma in quella che si prospetta una decisamente probabile retrocessione in Serie B per i ducali. Trent'anni tondi da compiere il prossimo 8 maggio, un paio di conterranei che lo aspetterebbero a braccia aperte in granata (Mandragora e, se mai rimanesse, Izzo). Stipendio annuo sotto il milione di euro, cartellino acquisibile per circa quattro.
C'è poi Montipò, che sotto la sapiente guida di Pippo Inzaghi, dopo un inizio di campionato tra luci e ombre, è riuscito a dar continuità alle proprie prestazioni. A Benevento dal 2018/19, con contratto in scadenza, il portiere novarese, venticinque anni compiuti lo scorso febbraio, è peraltro membro della scuderia di Alberto "Jimmy" Fontana, volto certamente amico del club e delle sorti granata. Operazione a elevato livello di fattibilità, qualora Montipò fosse individuato come profilo sul quale puntare.
Infine, Paleari. Seguito con attenzione dai vertici granata per anni, il classe '92 ha debuttato in Serie A lungo la stagione in corso, tra le file del Genoa, non riuscendo però a oltrepassare lo status di terzo portiere rossoblù, collezionando meno minuti di Federico Marchetti, "grande vecchio" di Casa Grifone. Ancora di proprietà del Cittadella, Paleari potrebbe essere una pista da percorrere soprattutto nel malaugurato caso giunga la retrocessione; come titolare a cui affidare le chiavi della porta granata in Serie A, il suo ingaggio potrebbe invece rappresentare una scelta che l'ambiente rischia di ritenere "di basso profilo". Tenendo anche conto di come spesso allineare due portieri in ottica strenua competizione per la maglia, scenario plausibile qualora Paleari fosse affiancato a Vanja, talora non paghi affatto.