Tre punti d'oro per il Toro più brutto della stagione

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Al triplice fischio la formazione granata può festeggiare per aver conquistato la quinta vittoria delle ultime sei partite giocate in casa, ma non può essere soddisfatto per quanto fatto vedere in campo, o meglio, di certo di ha seguito la partita non ha chiuso con un applauso. Il Toro ha difficoltà evidente quando una squadra rimane in dieci uomini, persino quando accade agli avversari. Ed allora ecco che una gara in controllo con una rete fallita in modo clamoroso da Praet, trova la svolta con il rosso al veronese Magnani per un evidente fallo da ultimo uomo su Sanabria, che il solo Fabbri, in tutto lo stadio, aveva tradotto in un cartellino giallo. Il Var per fortuna lo richiama, questa volta, mostrandogli il madornale errore, ed ecco cambiare magicamente il colore del cartellino.

Una superiorità subito concretizzata in gol: dalla punizione seguente nasce il fortunato rimpallo per Pobega che da pochi passi mette sotto la traversa. Da qui in avanti ci si aspetterebbe da un momento all'altro il gol del raddoppio che avrebbe di fatto chiuso le sorti della sfida, macché. Il Toro addormenta la sfida, mettendo in mostra uno sterile possesso palla senza costruire praticamente nulla, anzi, subendo spesso, soprattutto nel finale, le iniziative del Verona che, a conti fatti, avrebbe meritato di pareggiare, strameritato considerando la situazione di inferiorità numerica. Ancora una volta Juric, che con i cambi, come avvenuto a Genova in Coppa Italia, peggiora il rendimento dei suoi in campo, ringrazia Milinkovic-Savic, che però cerca la frittata nel finale, fortunatamente rimediando ad uno stop da censura (così come il retropassaggio in quella situazione). Tre punti, ma c'è molto da lavorare.