Tra pregi e difficoltà il Torino mantiene la parte sinistra della classifica

L’avvio di stagione è positivo anche perché tra torti arbitrali e infortuni i granata non hanno subito particolari contraccolpi. La squadra ha margini di crescita soprattutto sui gol subiti: zero come differenza reti è dato da non sottovalutare
22.10.2013 12:07 di Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Tra pregi e difficoltà il Torino mantiene la parte sinistra della classifica
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© foto di Matteo Gribaudi/Image Sport

Dieci punti in otto giornate sono un bottino niente male perché se la media (1,25 punti a partita) verrà mantenuta per tutta la stagione il Torino chiuderà questo torneo a quota 47,5, quindi la salvezza sarà certa e la posizione in classifica se non sarà quella della parte sinistra poco ci mancherà. Stando sempre alla graduatoria attuale avere cinque punti in più di Catania e Sassuolo, che occupano il terz’ultimo posto, costituisce un tesoretto, certo il decimo posto è in coabitazione con Udinese e Cagliari, ma non va dimenticato che alle spalle ci sono otto squadre (Parma 9, Livorno e Genoa 8, Sampdoria 6, Catania e Sassuolo 5, Chievo 4, Bologna 3). Nella considerazione di questa prima parte della stagione vanno inclusi i torti arbitrali che hanno indubbiamente sottratto punti, da tre a cinque, al Torino e gli infortuni hanno condizionato in parte le scelte dell’allenatore, costringendolo alle volte a far giocare calciatori fuori ruolo. Non va ovviamente dimenticato che in più di una partita sono stati commessi errori che hanno impedito alla squadra di chiudere la gara e così delle vittorie sono sfumate.

 

Nell’ultima gara con l’Inter non tutti ritengono che il pareggio sia da considerarsi un risultato del tutto positivo per il Torino perché ha giocato in undici contro dieci per quasi l’intera partita e per il fatto che per due volte è andato invantaggio facendosi raggiungere ed anche superare e cogliendo il punto solo nel finale, grazie alla punizione trasformata in gol da Bellomo, calciata indubbiamente bene, ma che ha usufruito di un po’ di fortuna nella traiettoria e di una non perfetta uscita di Carrizo. Che il Torino non abbia saputo sfruttare al meglio la superiorità numerica e il vantaggio per due volte è innegabile, così come Padelli è uscito in modo un po’ troppo avventato sia in occasione del gol di Guarin sia in quella del primo di Palacio, però i granata erano in totale emergenza in difesa infatti hanno dovuto giocare con Darmian spostato da terzino a centrale e con Vives messo a fare il difensore, ma lui è un centrocampista e l’avversario era l’Inter, squadra che aspira a conquistare un posto utile per la Champions League, quindi considerando tutto il Torino tanto di più non poteva fare.

 

Adesso ci saranno delle partite che a tutti gli effetti potranno dire quanto  questo Torino potrà ancora crescere e di che portata è il suo limite strutturale. Ventura parla sempre di un percorso di crescita, ma la crescita non è infinita, certamente la squadra ha margini di miglioramento, però non si può pensare che una rosa allestita per salvarsi e magari ottenere qualche cosa di più possa posizionarsi fra le principali squadre del campionato.
Le partite con Napoli, Livorno, Roma e Cagliari saranno una prova del nove, infatti, se il Torino riuscirà a mantenere l’attuale posizione in classifica, o comunque rimanere intorno al decimo posto, allora la squadra avrà raggiunto un equilibrio che dovrebbe permetterle di disputare un campionato tutto sommatto abbastanza tranquillo, quindi senza particolari patemi. Per riuscirci il Torino dovrà fare maggiore attenzione aumentando la concentrazione, in modo che quando va in vantaggio non si faccia raggiungere dagli avversari, utilizzando anche trucchetti del mestiere quali il fallo tattico a centrocampo per impedire di far correre inutili pericoli a Padelli o lo spedire la palla sugli spalti, non sarà particolarmente bello però è efficacissimo. Altra cosa che i granata dovranno fare è prendere meno gol poiché finora ne hanno incassati tredici in otto giornate, con una media di 1,625 a partita, decisamente un po’ troppi. Lo scorso anno a questo punto della stagione il Torino aveva gli stessi punti però di gol ne aveva subiti cinque, ben otto in meno, è vero che quest’anno di reti ne ha realizzate tredici vale a dire quattro in più, ma non sono valse più punti, di conseguenza avere zero come differenza reti è un dato che non può essere sottovalutato ed è indice di sofferenza che non può essere giustificata solo dagli infortuni dei difensori, che indubbiamente pesano parecchio, quindi qualche correttivo va scovato.