Tra il campionato da finire e il mercato il buono non va sciupato
L’Europa è quasi un miraggio per il Torino soprattutto perché la Sampdoria, a parte la partita di sabato sera con la Lazio, che sta contendendo alla Roma il secondo posto che vuol dire Champions League senza passare dai preliminari, nelle ultime due gare di campionato affronterà l’Empoli, già salvo, e il Parma, già retrocesso e in più fallito, disponendo i blucerchiati di sei punti di vantaggio hanno un margine di sicurezza facilmente amministrabile, che solo commettendo errori madornali e del tutto impensabili potrebbero perdere. Quindi la possibilità che il Torino anche solo riesca ad arrivare a fine campionato ad affiancare la Sampdoria al sesto posto e andare ai preliminari d’Europa League grazie agli scontri diretti favorevoli è inferiore all’uno per cento, anche perché di mezzo ci sono l’Inter e il Genoa, quest’ultimo senza la licenza Uefa in tasca, ma con i nerazzurri che ce l’hanno e sono forti di quattro punti in più in classifica rispetto ai granata. Sicuramente il calendario riserva un finale all’Inter più complicato di quello del Torino, infatti, la squadra di Mancini dovrà affrontare la Juventus, il Genoa e infine l’Empoli, mentre quella di Ventura il Chievo, già salvo, il Milan, senza speranze europee, e il Cesena, già retrocesso.
Tenendo conto di tutto il Torino, però, dovrebbe almeno cercare di arrivare ottavo in modo da evitare di dover disputare la Coppa Italia dal terzo turno a metà agosto e affrontarla, invece, come testa di serie a partire dagli ottavi di finale, quest’anno erano a metà gennaio e verosimilmente sarà così anche il prossimo. Questo comporterebbe disputare il girone d’andata, o buona parte di esso, potendosi concentrare solo ed esclusivamente sul campionato, in modo da provare ad accumulare punti in vista di un piazzamento finale consono a disputare l’Europa League nella stagione 2016-2017, altrimenti il Torino di quest’anno finirà per essere stato una meteora in Europa. Semplificarsi la vita futura dovrebbe essere uno stimolo non di poco conto, di conseguenza l’obiettivo di ripiegamento ottavo posto, dopo aver gettato via non senza qualche rimpianto la possibilità di arrivare sesti, è un traguardo che la società deve imporre ad allenatore e giocatori.
Chi è in procinto di lasciare il Torino onori l’attuale contratto e si guadagni fino in fondo lo stipendio. Chi è in cerca di una conferma o ha un contratto pluriennale si dia da fare per diventare testa di serie in Coppa Italia. L’allenatore tenga compatto il gruppo e pensi ad ottenere il massimo dalla squadra in queste ultime tre partite. Le voci, alcune messe in giro anche ad arte, per invogliare a prolungare contratti non ancora in scadenza, le trattative in stallo per rinnovare il rapporto di lavoro, i contatti esterni per offrire contratti e stipendi di livello superiore non devono distogliere l’attenzione dal campo perché il Toro va rispettato.
Il cammino del Torino in questa stagione è stato positivo, anche se qualche cosa di più, pur tenendo conto di tutto, era possibile farlo. Meriti ci sono stati, così come qualche demerito e vanno suddivisi fra tutti perché la società senza Ventura e questi giocatori non avrebbe ottenuto gli stessi risultati, ma è altrettanto vero che Ventura e i giocatori senza questa società neppure, quindi il connubio è stato di reciproca convenienza. Nessuno può attribuirsi meriti assoluti e tanto più non può nascondere gli errori che ha commesso utilizzando come scusa, perché di scusa bella e buona si tratterebbe, l’aver disputato una stagione lunga iniziata il primo luglio e con un organico non perfettamente adeguato, soprattutto per quel che riguarda le riserve, a competere su più fronti. Se la rosa fosse stata qualitativamente non così adeguata non si sarebbero verificati i risultati positivi delle partite con l’Athletic Bilabo al San Mamés, quella di ritorno con lo Zenit, la vittoria sul Napoli e quella sulla Juventus in campionato, e ancora l’aver tenuto testa alla Roma nella gara di ritorno e pareggiato due volte con la Fiorentina e vinto cinque a uno con la Sampdoria, senza dimenticare la vittoria con l’Inter a San Siro acciuffata sia pure all’ultimo, ma comunque ottenuta. Episodi. Ma non scherziamo, bisogna essere seri se si trattasse di un paio di partite ci potrebbe stare, ma non assolutamente se l’elenco è più lungo. La società faccia le sue valutazioni tenendo conto di tutto compresi i punti gettati alle ortiche che potevano benissimo essere conquistati e poi facendo un bell’esame di coscienza si renda conto che con qualche sforzo in più in sede di mercato oggi il Torino sarebbe sicuramente sesto e magari avrebbe anche disputato i quarti d’Europa League, senza esagerare lasciamo pure fuori la Coppa Italia. Il buono non va sciupato, anzi valorizzato.