Toro tra l'arrendevole e il grottesco. Ma bisogna saper cogliere i segnali

08.03.2021 11:14 di  Claudio Colla   vedi letture
Toro tra l'arrendevole e il grottesco. Ma bisogna saper cogliere i segnali
TUTTOmercatoWEB.com
© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Certo, orfana di due tasselli fondamentali come Bremer e Nkoulou, oltre che del dinamismo di Wilfried Singo su recuperi, raddoppi, e diagonali, la retroguardia granata è apparsa nel pomeriggio crotonese di ieri, a tratti, imbarazzante. Proveniente da due settimane a dir poco sfortunate, tra le positività al Covid-19 e i dubbi relativi alle decisioni finali, da parte delle autorità calcistiche sulla trasferta contro la Lazio, il Toro di Davide Nicola, fermato proprio sul più bello nella corsa di allontanamento dalle sabbie mobili della zona retrocessione, non avrebbe comunque dovuto farsi trovare così impreparato, al netto di tutti gli alibi possibili e immaginabili, di fronte all'appuntamento con la cenerentola del campionato, reduce per di più da un travagliato cambio di guida tecnica.

A dir poco deficitaria la difesa del Toro, specie sul secondo e sul quarto gol rossoblù, tra uno Lyanco che ormai inanella prestazioni insufficienti, un Rodriguez che non riesce più a trovare una posizione in campo, e un filtro dal centrocampo e dalle fasce per lo più venuto a mancare, non mancano tuttavia, quanto meno dalla cintola in su, le note positive. Da un Sanabria autore di un ingresso in campo coraggioso e senza freni, al debutto assoluto in maglia granata, a un Mandragora propositivo e capace di vestire, almeno a tratti, i panni del leader di squadra, passando per un Ansaldi che compensa le difficoltà difensive con la consueta efficacia negli inserimenti, e e un Gojak evidentemente bramoso di affermarsi come qualcosa in più di un vice-Lukic. Tutti segnali da leggere, decodificare, e reinterpretare con la giusta lente e la giusta fiducia, potenzialmente fondamentali in vista del prosieguo della corsa salvezza.