Toro, quanti black out
Flavio Bacile
Difficile scrivere di una partita a metà, perché Padova-Torino alla fine è stata questa, una partita che ha avuto un solo tempo regolare, il primo, mentre il secondo sportivamente non è esistito, tra interruzioni, luci e tante ombre. Ora sono tutti pronti a spulciare regolamenti e norme varie, con il Toro che giustamente sostiene le proprie idee, il Padova che fa altrettanto, con l’ombra oscura della responsabilità oggettiva che bussa alla porta. Toccherà alla lega dirimere la questione, e non è cosa facile, la regolarità di un campionato che fatica a venire fuori dalle sabbie mobili della recessione, deve essere garantita, ne va della credibilità del campionato stesso. I precedenti però danno ragione al Toro che chiede la vittoria per 0-3, ci sono altre “sentenze” che sono un precedente che la lega non può assolutamente ignorare, altrimenti sconfesserebbe se stessa. L’ipotesi di ripetere il match sembra quella più lontana, forse, da un punto di vista puramente sportivo sarebbe la più logica, ma rischia di scontentare l’una e l’altra delle due contendenti. Il recupero dei 14 minuti restanti, è, a parer mio, un’autentica follia, una follia sportiva difficile da accettare già quando una gara, fino a quel momento regolare per svolgimento, viene interrotta, immaginarsi ora, con il secondo tempo zeppo di time out ed interruzioni.
Il Padova aveva speso molto nel primo tempo, cercando di aggredire alto i granata, ed il Toro, in quello scorcio di ripresa e dopo il gol dei patavini, sembrava in uno stato fisico migliore, più vicino ad acciuffare il pareggio di quanto lo fosse il Padova a trovare il raddoppio
Non è stata una partita regolare, non ci sono dubbi, perché una partita di calcio dura 90 minuti senza interruzioni, e non esiste che si possa giocare a luci soffuse, ancora meno che si debba interrompere un’azione di gioco perché i fari si sono spenti di colpo. Per essere sincero non riesco neanche a capire come si possa aver pensato, cosa purtroppo che è stata fatta più volte, di poter riprendere una partita che è stata interrotta per chissà quale motivo. Le condizioni non sono mai le stesse, cambiano squalifiche, infortuni, stati di forma, condizioni ambientali, umore dei giocatori, formazioni, e, a volte, anche lo stesso allenatore può essere diverso.
Tornando alla partita, quella giocata nel primo tempo, ma anche a quei pochi spazzi di gioco che si sono intravisti nella ripresa, tra una interruzione e l’altra, diciamo subito che non è stato un bel Toro, e che il Padova si trovava meritatamente in vantaggio. Questo per evitare di essere frainteso.
Per venti-venticinque minuti il Padova è sembrato più in palla del Toro, ha costruito tre palle gol, due su autentici black out della difesa, ha messo in difficoltà il palleggio dei granata, ed ha praticamente messo il bavaglio ai quattro attaccanti dei granata. Il Toro poi si è rialzato, senza però mai essere veramente pericoloso, migliorando la qualità difensiva, aumentando il possesso palla che era stato fino a quel momento autentico dominio dei veneti. Alla prima occasione della ripresa il Padova trova il vantaggio con Ruopolo. Altro black-out giornaliero della retroguardia granata, che riesce a prendere gol con un cross dalla trequarti, con la difesa praticamente schierata. L’errore di Coppola è parso evidente, la “ginocchiata” di Ruopolo era praticamente centrale, ma non né il solo ad aver sbagliato, D’Ambrosio lascia troppo spazio all’autore del cross ed Ogbonna sembra in ritardo sulla chiusura. Da quel momento è solo Toro, troppo tardi però, perché anche il sistema d’illuminazione crolla definitivamente. Tutti al buio, tutti a casa.
Ora toccherà agli avvocati, cosa sicuramente poco gradevole per chi ama il calcio giocato. Ma come dice Cairo, giustamente aggiungo, è questione di regolamenti, di responsabilità.
A parti invertite, penso, non sarebbe cambiato niente, almeno negli atteggiamenti delle due società.
Pensiamo al Pescara che è meglio, la prossima partita che il Toro giocherà sul campo.