Toro con il Chievo la prima di tre finali: vincere per sé, il futuro e la Storia

La volata per la qualificazione all’Europa League è nelle mani del Torino. Tutto concorre, comprese motivazioni collettive e individuali, a spingere la squadra granata a vincere con il Chievo.
29.04.2014 11:49 di  Elena Rossin   vedi letture
Fonte: Elena Rossin per TorinoGranata.it
Toro con il Chievo la prima di tre finali: vincere per sé, il futuro e la Storia
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© foto di Daniele Buffa/Image Sport

Il momento è propizio perché il futuro del Torino dipende solo da lui, infatti, se batte Chievo, Parma e Fiorentina si qualificherà per i preliminari di Europa League. In un certo senso è persino una resa dei conti rispetto a quello che in tempi non sospetti diceva Ventura: “Se si vuole si può”, sintetizzando il tante volte ripetuto pensiero del mister. Il Torino vuole l’Europa League? Se la risposta è sì allora può ottenerla. Diventa però inevitabile chiedersi se la squadra granata ha le possibilità oggettive di raggiungere questo obiettivo. Anche in questo caso la risposta arriva dalle parole di Ventura pronunciate al termine della partita con l’Udinese domenica scorsa: “L’Udinese ha cambiato modulo dopo cinque minuti di gioco, ma noi eravamo assolutamente preparati infatti la cosa ci ha lasciati indifferenti. Oggi la squadra sa quello che fa e che cosa deve fare e quando e come farlo, poi è chiaro che sono gli interpreti a determinare i risultati, però è un gruppo assolutamente da alzarsi in piedi e da applaudire”.

 

Senza nulla togliere al Chievo, ma il Torino ha ventidue punti in più quindi un tale divario significa che i valori in campo saranno nettamente a favore della squadra di Ventura e per quanto la squadra veneta sia iper motivata poiché deve lottare strenuamente per non retrocedere, quella granata non lo sarà di meno visto che ha l’obiettivo di qualificarsi per l’Europa League. La partita non va ovviamente sottovalutata, però il Torino può, quindi deve, tornare da Verona con tre punti in tasca. Dire che deve potrebbe sembrare eccessivo, ma non è così. Deve perché è oggettivamente più forte. Deve perché nell’arco del campionato gli sono stati sottratti punti per decisioni arbitrali che non erano corrette. Deve perché dopo anni di risultati deludenti, diretta conseguenza di errate gestioni, finalmente è uscito dal buco nero e ha l’opportunità, che per di più dipende solo da lui, di riscattare il periodo negativo precedente in modo da proiettarsi in un futuro migliore. Deve perché ieri la Lega di Serie A gli ha negato la possibilità di giocare la partita in anticipo o in posticipo impedendo di fatto alla squadra di onorare la memoria del Grande Torino il 4 maggio a Superga. Questa decisione è assolutamente incomprensibile e non motivabile dal far svolgere in contemporanea partite fra squadre che lottano per gli stessi obiettivi, poiché Chievo e Torino scenderanno in campo domenica pomeriggio alle quindici, mentre Lazio e Verona, che in classifica hanno gli stessi identici punti del Torino e si contendono con i granata la qualificazione all’Europa League, il giorno successivo ovvero lunedì alle diciannove e Fiorentina e Sassuolo altre ventiquattro ore dopo il martedì sempre alle diciannove, ma gli emiliani così come i veneti del Chievo sono in piena lotta per non retrocedere, allora è dimostrato che la contemporaneità degli eventi non esiste.

 

Il Torino ha tante motivazioni per battere il Chievo e va aggiunto che esistono anche stimoli personali sia dell’allenatore sia dei giocatori. Dell’allenatore che non vorrà farsi sfuggire l’occasione di dimostrare che ha sempre avuto ragione lui e che alcune critiche che ha ricevuto, seppur il più delle volte fatte a fini costruttivi e da lui mai ben accettate, erano eccessive per non dire ingiustificate. Dei giocatori alcuni dei quali, Cerci, Immobile e Darmian, devono convincere definitivamente Prandelli a inserirli nel gruppo che parteciperà al Mondiale, altri come ad esempio Padelli, Bovo, Moretti e El Kaddouri che Udinese, Genoa e Napoli si sono sbagliate a non puntare su di loro, altri ancora che hanno i numeri per disputare la serie A da protagonisti ed infine chi finora ha giocato poco o quasi niente, se verrà mandato in campo, avrà l’opportunità di far vedere che non è buono solo per la panchina. Con tutte queste premesse che altro potrebbe fare il Torino se non vincere?