Toro bilancio di midterm, il centrocampo: che spettacolo Pobega. Passi avanti di Lukic. Un po’ iellato Madragora. Fuori dai radar Baselli
Fosforo, muscoli, una sana dose di cattiveria e piedi educati: erano anni che non si vedeva un centrocampo così al Torino. A gennaio del 2020 era già arrivato Mandragora per aumentare il tasso di qualità, ma con Pobega e i passi avanti fatti da Lukic la musica è decisamente cambiata. E se il Torino subisce molti meno gol lo deve anche all’avere un centrocampo che non si imita a tentare di interrompere il gioco altrui, ma che sa cosa fare quando è nel possesso della palla. I passaggi in orizzontale sono diminuiti a favore delle verticalizzazioni e la precisione è aumentata. Oltre tutto ci sono più calciatori funzionali al gioco del mister.
La sorpresa, più che altro una consacrazione, è Tommaso Pobega. Si capisce perché Juric quando il ragazzo arrivò in prestito dal Milan si era arrabbiato perché era consapevole delle doti del giocatore e di quanto avrebbe potuto migliorare sotto la sua guida per cui gli giravano per dover cesellare un elemento che non sarebbe rimasto oltre questa stagione. Cairo e Vagnati potrebbero cercare di trattenerlo rinegoziando con il Milan, ma non basterà solo aprire con convinzione il portafoglio precedentemente riempito. Il ragazzo sa come difendere palla e anche quando non è in una situazione facile sa cavarsela il più delle volte uscendone vincente. Ha la visione del gioco ed è bravo anche negli inserimenti e vede la porta infatti con 4 gol è il bomber. E può ancora migliorare. Con l’infortunio di Madragora lui e Lukic sono riusciti a trovare un equilibrio che hanno trasmesso alla squadra non facendo rimpiangere il compagno. Anche il ct Roberto Mancini lo sta monitorando e infatti lo ha già convocato una volta.
Sasa Lukic è un altro che con la cura Juric sta tirando fuori quello che ha dentro ed è passato da essere un onesto centrocampista con qualche buono spunto di tanto in tanto ad essere un giocatore che spesso mette a disposizione della squadra personalità. Dà una mano ai compagni quando sono in difficoltà e sa gestire spesso il pallone senza regalarlo agli avversari. Non gli mancano gli inserimenti e va al tiro con una discreta precisione. Mandragora stava ingannando con Juric che ne apprezzava la capacità di gestire il gioco nelle due fasi, ma si è messa di mezzo la lesione parziale del menisco interno del ginocchio destro che lo ha costretto all’intervento chirurgico e a stare fuori un mese e mezzo. Si è ripreso e adesso Juric in mezzo al campo può contare su quattro elementi con caratteristiche differenti, ma tutti abbastanza funzionali alla sua idea di gioco. C’è infatti anche Linetty che il mister utilizza anche da trequartista, era stato voluto l’anno scorso da Giampaolo però sta facendo meglio quest’anno, anche perché quando tutta la squadra gira meglio i singoli ne traggono giovamento. Ma ci sono anche note meno liete nella mediana granata, una di queste è Baselli che dopo la lunghissima assenza nello scorso campionato non è riuscito ad entrare nelle grazie del mister, ma già prima era entrato nella schiera dei giocatori eterne promesse. E’ sul mercato e se troverà da accasarsi sarà ceduto.Rincon un po’ per l’età, ha quasi 34 anni, e un po’ per le caratteristiche che lo portano più a distruggere il gioco altrui che ha costruire o a far ripartire in velocità la squadra, oltre a non avere proprio i piedi fatati, è diventato un rincalzo, ma la sua professionalità non gli fa lesinare l’impegno quando è chiamato in causa. A completare il quadro la rosa in mezzo al campo c’è Kone un giovane che sta imparando e che avrebbe bisogno di andare a maturare esperienza altrove.
Di certo se in mediana arrivasse un altro elemento di comprovata qualità e con un po’ di esperienza un ulteriore passo avanti il Torino lo farebbe.