Toro-Betis, incrocio pericoloso: "doppia fregatura" di mercato andalusa?
Tra uno Lyanco ancora da scaricare, e un innesto difensivo d'esperienza - volto a prendere il posto di Nkoulou, più ancora che del succitato brasiliano - che tarda ad arrivare, Toro e Betis Siviglia sembrano calcare parte della medesima asse, sul palcoscenico del mercato estivo. I biancoverdi andalusi, a lungo sulle tracce del classe '97 di scuola San Paolo, sembrano ormai aver concentrato tutte le energie sul tentativo di riportare tra i propri ranghi, anche in vista del prosieguo in Europa League, il trentenne Germàn Pezzella, attuale capitano della Fiorentina e recente vincitore della Copa America.
Alta la richiesta viola per il cartellino, in doppia cifra. Proprio come quella fissata su Lyanco. Certo, i sei anni di differenza non sono pochi, ma la differenza di rendimento tra i due, prendendo in considerazione l'ultimo biennio, dà luogo a un confronto impietoso, naturalmente in favore dell'atleta gigliato. Qualora, in definitiva, il Betis chiudesse per Pezzella, escludendo così il coinvolgimento del Cagliari, come ulteriore parte in causa, nell'incrocio pericoloso (gli isolani, il cui veterano difensivo, Diego Godìn, è stato accostato sia al Toro sia agli andalusi, sono l'altro club italiano attualmente sulle tracce dell'argentino), lascerebbe il Toro col proverbiale cerino in mano. Un Lyanco fuori rosa, da cedere, che si sta già svalutando di minuto in minuto, e che Juric, qualora dal mercato non arrivassero i risultati auspicati, potrebbe ritrovarsi a dover includere nuovamente nel progetto tecnico; scenario che, dopo settimane e settimane da separato in casa, situazione già sfiorata un anno fa, quando il suo trasferimento allo Sporting Lisbona sembrava cosa fatta, certo rappresenterebbe l'ennesima fonte di imbarazzo e di musi lunghi, sia tra le mura dello spogliatoio, sia rispetto alla percezione di ambiente e tifoseria.
Serve dunque un blitz, di quelli veri, per sistemare la difesa, e partire davvero. La storia tra il Lyanco e il Toro, mai davvero iniziata in termini d'amore, è, per forza di cose, ai titoli di coda. Che sia il Betis, il Bologna, il Watford, o chissà chi altri, a entrambe le parti serve dirsi addio. Come quando, in coppia, si litiga senza davvero sapere perché si stia litigando. Con le pretese dei vertici granata, ufficialmente ancora fissate a dieci milioni di euro per il cartellino del classe '97 carioca d'origine serba, presumibilmente da abbassare, e non di poco.